Allarme Fca Pomigliano, la Panda non tira più: 18 giorni di stop, il più lungo dal 2011

Allarme Fca Pomigliano, la Panda non tira più: 18 giorni di stop, il più lungo dal 2011
di Pino Neri
Venerdì 15 Dicembre 2017, 10:06
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POMIGLIANO D'ARCO - Utili finanziari su ma occupazione giù. Si può sintetizzare in questa paradossale espressione la situazione attuale del gruppo FCA. Da Pomigliano a Mirafiori, da Cassino a Melfi il gruppo nazionale delle produzioni automobilistiche sta facendo registrare un calo che si traduce in una serie di chiusure collettive provvisorie annunciate un po' dappertutto in Italia, sia attraverso l'uso di cassa integrazione che di ferie e permessi retribuiti.

Emblematica la situazione in cui è piombato il sito di Pomigliano. Oggi nella fabbrica della Panda l'azienda comunicherà le giornate del più lungo stop produttivo nell'era dell'utilitaria, cioè dall'ormai lontano 2011. L'impianto (4.500 addetti) chiuderà i battenti per 18 giorni consecutivi, dal 22 dicembre all'8 gennaio. Il 22 dicembre si useranno permessi retribuiti o ferie, il 27, 28 e 29 dicembre la cassa integrazione per solidarietà, il 2 gennaio ancora permessi retribuiti e il 3, 4, 5 e 8 gennaio di nuovo cassa integrazione per solidarietà. Stop collettivo previsto anche per quattro date di febbraio. In questo caso si parla dell'1, del 2, del 5 e del 6 ma se ne attende conferma ufficiale. L'azienda ha comunicato ai sindacati che nel primo bimestre del 2018 la Panda segna un calo degli ordini di 8mila vetture rispetto allo stesso periodo di quest'anno. FCA Pomigliano sta iniziando a trasferire tutti i lavoratori dei settori B e C al settore A, dove c'è la possibilità di sfruttare il contratto di solidarietà fino all'estate del 2019.
 
I timori però riguardano l'intero gruppo italiano. Martedi scorso alla Maserati di Modena hanno scioperato i lavoratori nell'ambito di un'astensione proclamata da Fiom per avere certezze sul futuro occupazionale. La preoccupazione giamanifestata nei giorni scorsi circa le prospettive degli stabilimenti del polo del lusso, in particolare circa gli impianti Maserati, è stata poi confermata da una ulteriore richiesta di ammortizzatori sociali, comunicata per i lavoratori di Grugliasco e Mirafiori dall'8 al 12 gennaio 2018. E si aggiungono preoccupazioni per i lavoratori di Mirafiori scaturite dalla scadenza degli ammortizzatori sociali all'estate 2018. Insomma, lo scenario complessivo degli stabilimenti italiani sembra non rispettare le previsioni ottimistiche dei mesi precedenti.

A Cassino non è stato possibile concretizzare l'annuncio delle 1.800 assunzioni. Nell'impianto dove si producono le Alfa Romeo Stelvio, Giulia e Giulietta, degli 835 nuovi assunti con contratto interinale sono stati appena riconfermati solo 300 e solo con contratti a tempo molto breve, fino al 31 gennaio prossimo. A Melfi la preoccupazione è per l'aumento delle fermate dell'impianto determinate dalla stabilizzazione dei volumi di Jeep e 500X e dalla riduzione progressiva fino a cessazione completa della produzione di Punto. Preoccupazioni anche ad Avellino, alla FCA ex FMA di Pratola Serra, dove si producono motori e dove l'azienda ha annunciato ai sindacati un fermo produttivo coincidente con le festività di fine anno e con alcuni lunedì, coperti con i permessi retribuiti dei lavoratori, compresi quelli non ancora maturati del 2018. Qui il calo produttivo riguarda il settore dei propulsori turbodiesel.
 
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