Assicurazioni: ecco le nuove polizze contro i rischi di attacchi cyber e business interruption

Scudo ampio per battere l'imprevisto
Scudo ampio per battere l'imprevisto
di Mario Baroni
Mercoledì 18 Agosto 2021, 08:34 - Ultimo agg. 14:57
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La liquidità sul conto corrente è una primitiva forma di assicurazione. Metto da parte i soldi, quando dovessero servirmi. Il fai-da-te assicurativo coincide però sempre con una copertura inadeguata e insufficiente di fronte ai rischi. La cui dimensione – quando si verifica il problema – è spesso smisurata, rispetto alla capacità individuale di opporvisi. Non è solo il caso della pandemia ad avere fatto toccare con mano la necessità di proteggersi per tempo. Oltre il 70% del territorio nazionale è esposto a rischi idrogeologici, ma meno del 5% dei fabbricati è coperto da una polizza adeguata. 


Solo la mutualità può consentire di predisporre forme efficaci di contrasto alle conseguenze delle criticità.

Anche quelle individuali. Un’offerta di protezione completa, innovativa da parte del settore assicurativo copre oggi tutte le diverse categorie di rischi. Nell’ambito dei rischi tradizionali, nonostante un aumento della diffusione delle coperture assicurative negli ultimi anni, l’Italia rimane poco protetta rispetto agli altri Paesi europei, specialmente nel comparto della salute e della casa per le famiglie e per il complesso delle coperture per le Pmi. 


È poi necessario affrontare la protezione dai nuovi rischi emergenti, quali quelli di “business interruption” o di attacchi cyber. L’industria delle assicurazioni ha sviluppato nuovi prodotti e creato unità operative dedicate, ma solo il 3% delle Pmi italiane risulta assicurato per la “business interruption” e anche i nuovi rischi cyber sono ampiamente sottovalutati e sottoassicurati.

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Il crollo delle attività economiche e della mobilità sperimentati durante i lockdown ha avuto effetti anche sulla dinamica dei sinistri. Non è un fenomeno solo italiano: in 26 Paesi europei su 31 il “combined ratio” nei rami danni nel 2020 è diminuito. Hanno fatto eccezione i pochi Paesi caratterizzati da una più ampia diffusione delle coperture per la “business interruption” si legge nella relazione all’assemblea annuale Ania.
Il ventaglio dei prodotti assicurativi è ampio quanto lo sono le attività esposte a rischio: si possono stipulare polizze per integrare le prestazioni salute del Ssn – per garantirsi un rimborso, una diaria, o una prestazione aggiuntiva – o per predisporre un aiuto futuro in caso di non autosufficienza (polizze Ltc, long term care). L’aumento progressivo della vita media espone tutti a un rischio di morbilità che può compromettere la propria autosufficienza.
Poi c’è la famiglia delle polizze sulla “responsabilità civile”, le Rc. Che possono declinarsi in Rc-auto (l’unica polizza assicurativa obbligatoria in Italia), Rc-professionale (a fronte dei rischi connessi all’esercizio di una professione: dal medico all’architetto, dal giornalista all’avvocato tutti possono incorrere nel danno procurato ad altri), Rc-capofamiglia (collegata al vaso che cade dal balcone e produce vittime, o al cane che morde un passante).

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Abbiamo detto delle polizze sui fabbricati, in relazione ai danni che possono essere prodotti da grandine, alluvioni, terremoti. La fortuna è cieca, ma si sa che la sfortuna ci vede benissimo. E non basta la scaramanzia a evitarcela, purtroppo. Ma si possono invece limitare i danni degli eventi infausti, stipulando polizze adeguate. Negli ultimi 50 anni lo Stato ha previsto stanziamenti di 150 miliardi per le ricostruzioni post-sisma e di 160 miliardi per altri eventi naturali, coperti prevalentemente tramite la fiscalità generale, ma con tempi di ricostruzione solitamente lunghi e con rimborsi spesso parziali rispetto agli effettivi danni.
Il “ramo danni” è pressoché infinito. E si rinnova nel tempo. La sicurezza informatica che riguarda prioritariamente le imprese non è detto che non sia una sfera di rischio che possa riguardare anche alcune categorie di individui e professionisti.
Con la consolidata abitudine ai viaggi e agli spostamenti – Covid permettendo – si sono sviluppate le polizze temporanee. Durano il tempo del viaggio e coprono il rischio del furto del bagaglio o della necessità di copertura sanitaria in Paesi con un Ssn poco generoso o inesistente. Sulla scia di questa “temporaneità” si sono sviluppate le polizze che coprono i rischi di piccoli infortuni per le nostre performance in palestra o in piscina (o quelle dei nostri figli). 

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