Nel dare il via a quello che definisce un «processo a lungo termine», Google, nel nome della condivisione, presterà la sua assistenza agli editori per capire come semplificare il processo di acquisto dei contenuti da parte dell'utente e, nel lungo periodo, intende «aiutare gli editori a raggiungere nuovi lettori, far crescere gli abbonamenti e i ricavi sviluppando una suite di prodotti e servizi».
Infatti, «sebbene le ricerche mostrino che le persone stanno cominciando ad abituarsi a pagare per le notizie - sottolinea Mountain View -, talvolta la macchinosità del processo per attivare un abbonamento può rappresentare un disincentivo e ovviamente questa non è una buona notizia per gli editori di news che vedono negli abbonamenti una fonte di fatturato di crescente importanza. Il nostro obiettivo è far si che gli abbonamenti funzionino in modo semplice ovunque e per tutti». La decisione di passare alla prova flessibile arriva dopo un periodo di ricerche e di esperimenti congiunti con il New York Times e il Financial Times. Proprio da questi due quotidiani vengono i primi commenti positivi.