Il caso Intesa-Ubi finisce in Parlamento. Un'interrogazione al ministro dell'Economia sulla vicenda Fondazione CrC

Il caso Intesa-Ubi finisce in Parlamento. Un'interrogazione al ministro dell'Economia sulla vicenda Fondazione CrC
​Il caso Intesa-Ubi finisce in Parlamento. Un'interrogazione al ministro dell'Economia sulla vicenda Fondazione CrC
Giovedì 14 Maggio 2020, 12:52 - Ultimo agg. 12:54
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Il caso dell'Ops annunciata da Intesa Sanpaolo su Ubi Banca arriva in Parlamento. Un'interrogazione all'indirizzo del ministro dell'Economia è stata infatti depositata dai senatori Lannutti, Pesco e Presutti. Scrivono i tre senatori: "Premesso che sul quotidiano "Il Sole-24 ore" l'8 maggio 2020 è comparso un articolo dal titolo "Ubi-Intesa, a Cuneo il giallo dei 7 milioni investiti sulla banca"; - che il quotidiano economico riferisce che a fare l'investimento da 7 milioni di euro "in opzioni call su azioni Ubi è stata la Sgr Fondaco, incaricata di gestire una parte delle risorse della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo (Crc), che con il 5,908 per cento è il primo azionista di Ubi Banca", se si escludono i grandi fondi internazionali.

L'operazione realizzata a ridosso dell'emergenza Coronavirus e nel bel mezzo della battaglia con Intesa Sanpaolo per il controllo di Ubi, riferisce il quotidiano di Confindustria, "ha generato una minusvalenza potenziale tra i 2 e i 3 milioni di euro"; - che i vertici della Fondazione, interpellati dal quotidiano economico, si sono difesi sostenendo che "le operazioni sul titolo Ubi Banca realizzate in questo periodo in capo alla stessa Fondazione Crc riguardano esclusivamente una normale attività su opzioni e sono compiute in piena autonomia da un gestore esterno, senza modifiche della quota azionaria detenuta dalla Fondazione".

Questa "normale" attività di fatto ha portato la fondazione Cassa di risparmio di Cuneo a investire più di un terzo del suo bilancio annuale, destinato ad aiutare i più deboli, per comprare azioni Ubi, proprio mentre è in corso l'Offerta pubblica di scambio (Ops) di Intesa-Sanpaolo, con il risultato che l'aiuto di Cuneo ai "deboli", cioè ai pattisti bresciani anti-Intesa, è costata una perdita tra due e tre milioni di euro; - che a rendere ancora più "opaca" l'operazione, facendo intravedere dietro l'iniziativa "una sorta di giallo", come l'ha definita il quotidiano economico, è il fatto che la comunicazione effettuata secondo la norma da Ubi, indica come soggetto che ha realizzato l'operazione la fondazione CRC e non, come sostenuto dalla fondazione, la SGR Fondaco.

La fondazione CRC, che ad aprile ha confermato alla presidenza Giandomenico Genta per il periodo 2020-2023, si è difesa sostenendo che «"sono centomila le operazioni effettuate ogni anno, per cui è fisiologico che parte di esse si chiuda col segno meno"»; considerato, inoltre, che: - l'operazione al centro dell'attenzione arriva nel pieno della "battaglia a distanza" tra una parte dei soci Ubi e Intesa Sanpaolo, con la fondazione Cuneo schierata a difesa dell'ex Popolare; - sul territorio c'è chi ritiene che quella perdita dovesse essere evitata, soprattutto a ridosso di un mercato azionario condizionato dal crollo da lockdown, il che rende ancora più incomprensibile l'operazione; - l'ostilità della fondazione guidata da Giandomenico Genta nei confronti del piano dell'amministratore delegato di Intesa-Sanpaolo, Carlo Messina, è stata giustificata anche dalla paura di una possibile diminuzione del peso della fondazione nei confronti dell'istituto di credito.

Le fondazioni però spesso giocano un ruolo importante anche in un'altra partita: quella dei posti di comando negli istituti di credito, con i quali le fondazioni continuano ad avere un'osmosi, non di rado eccessiva, con la possibilità, appunto, di esprimere membri dei board e, non di meno, poter contare su un legame privilegiato con la banca, si chiede di sapere: - se il ministro in indirizzo sia a conoscenza di questa operazione; - se intenda intervenire per fare maggiore chiarezza sugli eventuali retroscena di questa iniziativa, visto che in virtù della normativa vigente la fondazione è soggetta al controllo della preposta Autorità di vigilanza presso il ministero dell'Economia.
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