Soldi Ue, così li spenderà l'Italia: investimenti al 3% del Pil, spinta su sanità, scuola, green, digitale e auto

Soldi Ue, così li spenderà l'Italia: investimenti al 3% del Pil, spinta su sanità, scuola, green, digitale e auto
di Luca Cifoni
Martedì 21 Luglio 2020, 07:53 - Ultimo agg. 08:00
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Riportare il livello degli investimenti pubblici in rapporto al Pil oltre il 3 per cento, dal 2,3 registrato nel 2019: almeno un punto in più in quattro anni. È questo l’obiettivo prioritario del Recovery Plan che l’Italia presenterà a settembre, in anticipo quindi sulla scadenza generale fissata ad aprile del prossimo anno. Dunque come più volte chiarito dal ministero dell’Economia le risorse del piano Next Generation Eu non potranno essere usate per la riduzione della pressione fiscale o per incrementi della spesa corrente come quella di tipo pensionistico. 

Proprio ieri il ministero dell’Economia ha ricordato che le grandi linee su cui sarà costruito il Recovery Plan sono state tracciate nel recente Programma nazionale di riforma (Pnr), che deve passare in Parlamento prima dell’invio formale a Bruxelles. Il Pnr - secondo il Mef - è stato messo a punto nelle scorse settimane proprio per tener conto dell’evoluzione dell’emergenza sanitaria . Un posto di rilievo nella definizione degli investimenti lo dovrà avere la Pubblica amministrazione, in chiave di modernizzazione e digitalizzazione.
 


Sanità: più posti letto, cure a domicilio e telemedicina
Proseguire le misure straordinarie adottate nell’emergenza: è questa la linea lungo la quale intende muoversi il governo con un piano sanitario di medio-lungo termine. Gli obiettivi sono migliorare la qualità dell’assistenza, la capacità ricettiva degli ospedali compresi i letti di terapia intensiva, la risposta alle patologie infettive, la capacità di cura a domicilio per le cronicità. Allo stesso tempo sarà dato impulso al fascicolo sanitario nazionale e in generale alla telemedicina. Una quota degli investimenti verrà destinata alle risorse umane e alla formazione. Infine si punta a rafforzare l’industria dei dispositivi medici.

Tlc e trasporti: banda ultralarga e sviluppo del 5G
Da una parte le tlc in chiave di digitalizzazione, dall’altra la modernizzazione della rete ferroviaria in particolare nelle Regioni del Sud. Nelle intenzioni del governo sono due direttrici fondamentali del piano di investimenti, Per le telecomunicazioni le priorità sono lo sviluppo della rete 5G e della banda ultralarga, in modo da garantire a famiglie e imprese un accesso effettivo a Internet. Quanto all’infrastruttura ferroviaria la logica è quella dell’estensione della rete ad alte velocità a tutto il Paese e in particolare alle Regioni del Sud (Calabria, Basilicata, Puglia, Sicilia).

Risorse all’università, spesa nella media Ue
Partendo dalla constatazione che il livello di istruzione superiore e universitaria nel nostro Paese è più basso della media europea, il governo con le risorse europee vuole ridurre il divario di spesa che è evidente soprattutto per quanto riguarda il sistema universitario. La differenza con il resto d’Europa è rilevante anche sul fronte della spesa per la ricerca, sia pubblica che privata. Obiettivo specifico dell’incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo sarà il finanziamento di progetti di sostenibilità ambientale e digitalizzazione che abbiano un impatto sulla produttività. Le caratteristiche dello strumento europeo (almeno nella sua versione messa a punto dalla Commissione) permettono di usare le risorse anche per spingere gli investimenti privati.

Energia e acqua: verso l’addio al carbone 
Energia e acqua sono due direttrici del piano di investimenti, in chiave di transizione ecologica. Dunque dovrà essere completata la chiusura delle centrali a carbone e verrà incrementata la quota di fabbisogno soddisfatta da reti rinnovabili. Contemporaneamente si punta sull’idrogeno sia per l’integrazione tra le infrastrutture elettriche e quelle a gas, sia per i consumi non elettrici, allo scopo di ridurre le emissioni complessive. Nel settore idrico gli obiettivi sono la sicurezza, la riduzione delle dispersioni e delle reti e un approvvigionamento adeguato a tutte le Regioni. Le reti idriche dovranno essere rafforzate soprattutto al Sud, dove sono più carenti. Investimenti saranno destinati anche alla riduzione del rischio idrogeologico e sismico e alla riforestazione.

Auto e siderurgia, aiuti per la sfida tecnologica
Nel Pnr sono elencati i settori industriali che maggiormente hanno sofferto dell’aggravamento della recessione a seguito del Covid, ma che già stavano attraversando una difficile fase di transizione tecnologica e normativa.
Si tratta in particolare di auto, componentistica, meccanica strumentale, siderurgia e produzione di energia. Per l’industria automobilistica l’impegno del governo è accompagnare la transizione verso la mobilità sostenibile e connessa. Questo obiettivo sarà perseguito sia con incentivi sia attraverso un’evoluzione della normativa. In campo siderurgico l’Ilva di Taranto è già stata individuata a livello europeo quale principale candidato a livello nazionale per l’utilizzo del cosiddetto Just Transition Mechanism già previsto con Green Deal e rafforzato con il nuovo piano.

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