Camerieri, fattorini, badanti e non solo: ecco i lavori dei nuovi schiavi a 4 euro l'ora

Camerieri, fattorini, badanti e non solo: ecco i lavori del nuovo schiavismo
Camerieri, fattorini, badanti e non solo: ecco i lavori del nuovo schiavismo
Martedì 5 Dicembre 2017, 10:45 - Ultimo agg. 14 Marzo, 02:35
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Tanti obblighi, pochissime tutele e stipendi da fame, spesso visti al ribasso perché molte ore di lavoro svolto non vengono conteggiate. Sono questi i tratti comuni di mestieri molto diversi tra loro, ma che coinvolgono drammaticamente un gran numero di lavoratori. È quanto emerge da un'inchiesta svolta da 'La Stampa' e 'Il Secolo XIX' incrociando gli ultimi dati Inps, relativi al mese di novembre, sui settori a retribuzione media annua più bassa.

In molti casi, non esiste un salario minimo stabilito per legge, ma solo un accordo di contrattazione collettiva. Le regole sono facilmente aggirate e le ore effettivamente lavorate sono sempre più di quanto specificato nel contratto. Sono sempre di più i lavori sottopagati in Italia, che rendono complicato arrivare a fine mese: sono braccianti agricoli e autotrasportatori, ma anche fattorini, dipendenti nel settore alberghiero e della ristorazione, badanti e addetti alle pulizie. Lavorano molte ore al giorno, ma vengono pagati molto meno di quanto previsto dai contratti collettivi, che vengono aggirati, come denuncia Giovanni Mininni, segretario nazionale Flai-Cgil, in tutta Italia e non solo al Sud.

C'è un educatore di una cooperativa, che si occupa dei servizi sociali del Comune di Milano, il cui stipendio mensile non supera mai i mille euro perché il monte-ore indicato è inferiore a quello effettivo; stessa sorte per un postino privato in Veneto che non si vede mai riconosciute le ore di straordinario, deve pagarsi tutte le spese per la benzina e lavora fino a 62 ore a settimana, anche se il diretto interessato assicura che lo stipendio è pagato in base al numero di buste consegnate e a fine mese accumula circa 600 euro. Poche tutele anche per i dipendenti di Deliveroo, che guadagnano 5.60 euro all'ora, più un bonus di 1.20 per ogni consegna, ma tutto lordo e a spese del lavoratore. In caso di infortunio o malattia, così come nei tempi morti, non è prevista alcuna paga. Un facchino originario dell'Africa, invece, a Roma lavora anche dodici ore al giorno e incassa 1000 euro, ma assicura: «Fino a cinque anni fa si stava meglio, ora non pagano neanche più le ferie e se ti lamenti, ti invitano a cercare lavoro da un'altra parte».

Va ancora peggio agli autotrasportatori: solo gli autisti dei tir hanno un numero obbligatorio di ore di riposo da rispettare, per tutti gli altri i ritmi sono forsennati allo scopo di effettuare sempre più consegne. Con conseguenze pericolose, perché aumentare i ritmi senza il dovuto riposo è anche rischioso. In molti, poi, si vedono annichilire ogni rapporto affettivo in famiglia.
Ritmi durissimi e stipendi indecenti anche per chi lavora nel settore della ristorazione: camerieri impegnati nel catering in diverse città nella stessa giornata, tutto per 6 euro l’ora con contratto in ritenuta d’acconto. Spiega Il Secolo XIX: “Alla prima busta paga gli vengono trattenuti anche 20 euro per la cravatta nera obbligatoria. Per i periodi di massimo sforzo, settembre e dicembre, quando tutti vogliono sposarsi o organizzare una cena aziendale, a Marco arrivano fino a 70 “chiamate” in 30 giorni. Un tour de force di andata-montaggio-evento-smontaggio-ritorno ripetuto a ritmi forsennati ogni 10 ore. Spesso non ha neppure il tempo di fare la barba e viene multato con una decurtazione di 10 euro. Illegale, ma accettata da tutti come un segno di nonnismo. «Dalla stanchezza mi è capitato di addormentarmi in bagno. Fuori mi aspettava il maître di sala che cronometrava la mia assenza dai tavoli»”.

Drammatica la situazione del settore agricolo: i braccianti, anche italiani, sono alle prese col dramma del caporalato in un settore in cui le normative non sono chiare e differiscono a livello locale. Non ci sono solo i migranti tra gli sfruttati, ma soprattutto donne e soprattutto al Sud. «Siamo in molte, loro sanno che non abbiamo scelta e se ne approfittano», spiega una di loro, pugliese. Negli ultimi tempi il fenomeno ha assunto vette allarmanti anche perché c'è una concorrenza al ribasso di prodotti cinesi come il riso che non devono sottostare alle stesse normative previste per i produttori europei (dazi e utilizzo di prodotti chimici).
Nel settore degli addetti alle pulizie, invece, gli stipendi non sono poi così bassi, ma le aziende se ne approfittano riducendo il monte ore dei singoli lavoratori e facendo un 'turnover' di risorse umane.
Per quanto riguarda le badanti, invece, è proprio il caso di dirlo: fatta la legge, trovato l'inganno. Il Secolo XIX spiega: “Racconta Olga, badante romana: «Mi è capitato di sentirmi dire fai compagnia a mia nonna, vai e ti corichi.

Sono 500 euro al mese». Peccato che il contratto preveda un minimo mensile di 966 euro a 6,70 l’ora. In questo mondo, dove la maggior parte sono donne dell’Est Europa che lasciano le famiglie per accudire anziani, si leggono anche offerte indecenti: «Cerco badante, dovrà cucinare a pranzo, fare compagnia e la ragazza dovrà essere “predisposta”. Ha 81 anni ma è molto “attivo”. Pochi perbenismi e moralismi».”.

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