Operazione Mezzogiorno
chi assume non paga tasse

Operazione Mezzogiorno chi assume non paga tasse
di Nando Santonastaso
Lunedì 16 Ottobre 2017, 09:53 - Ultimo agg. 15:58
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Decontribuzione al 100 per cento per i neo assunti almeno per il prossimo anno, fondo da 150 milioni per irrobustire le Pmi e soprattutto le micro imprese e agevolazioni fiscali per i neet e i contratti di formazione legati al pacchetto Industria 4.0. Se le premesse della vigilia verranno confermate - e c'è la fondata speranza che così sarà - il peso del Sud nella legge di Bilancio 2018 che il governo approverà stamane dovrebbe essere decisamente robusto. E confermerebbe che anche le più recenti misure approvate dall'esecutivo per il Sud, come il Decreto Mezzogiorno dello scorso agosto, fanno parte di un piano preciso di sostegno e rilancio all'economia meridionale che non a caso il premier Gentiloni aveva indicato come una delle priorità del suo mandato.


Il lavoro e il tentativo di ridurre l'insopportabile percentuale di disoccupazione giovanile resta il punto obbligato di riferimento perché nonostante i buoni segnali provenienti dalle imprese e dal credito di imposta il ritardo del Mezzogiorno e della sua quota di occupati under 35 rimane fortissimo. La decontribuzione, sostenuta a chiare lettere dal ministro del Mezzogiorno Claudio De Vincenti e dal collega del Lavoro Poletti, varrebbe come detto al 100 per cento solo per il 2018 (si tratta di 8475 euro di sgravio per ogni neo assunto con contratto a tempo indeterminato) grazie alla proroga del bonus Sud (per gli altri due anni lo sgravio resterebbe al 50 per cento). Incentivo pieno anche per i disoccupati senior, con un'assenza dal lavoro, cioè, di almeno sei mesi. E il cento per cento di esonero contributivo varrebbe anche per gli under 29 neet di Garanzia giovani: in questo caso, al 50 per cento dello sgravio nazionale si sommerebbe la proroga del bonus occupazione espressamente previsto dalle norme europee per la Garanzia giovani, il cui impatto nelle regioni meridionali e' superiore al totale della media nazionale. Per tutto ciò il governo dovrebbe assicurare una copertura finanziaria di circa 500 milioni ma a questa cifra andrebbero comunque aggiunte le risorse delle Regioni che, come nel caso della Campania, si sono rivelate decisive per aumentare la platea dei giovani avviati al lavoro. Il significato politico di questo percorso è evidente: il tetto massimo della decontribuzione per tutto il resto del Paese non dovrebbe superare il 50 per cento, la metà, cioè, di quanto sarebbe previsto per il Sud.


Finora, per la verità, l'impatto di questa misura sui senza lavoro meridionali è apparso in tutta la sua potenzialità solo nel 2015, quando è riuscito a scalfire il muro della,disoccupazione giovanile di quest'area. Ora il governo ci riprova pur consapevole, forse, che gli incentivi rischiano alla lunga di rinviare ancora politiche per il lavoro strutturali e comunque dipendenti dagli investimenti pubblici e privati. La disponibilità delle Regioni, inoltre, si annuncia decisiva per supportare anche il capitolo di spesa che il governo intende aprire per le Pmi meridionali, istituendo un apposito Fondo finalizzato a irrobustire le loro dimensioni e a incoraggiare, dunque, la loro partecipazione alle grandi sfide innovative e tecnologiche già lanciate in tutta Europa. Il provvedimento messo a punto in queste ore dallo staff del ministro De Vincenti in stretto collegamento con i tecnici del ministro Padoan, punta a mettere in carreggiata quel mondo di micro aziende che rischiano di essere tagliate fuori dall'accelerazione imposta dai piani di sviluppo basati sul digitale che hanno aperto una nuova dimensione alla concorrenza e alla competitività del Made in Italy. Anche in questo caso la copertura finanziaria dovrebbe essere assicurata e l'impegno del governo a sostenere tutto ciò che può migliorare la crescita e l'occupazione al Sud lascia ben sperare di fronte al sempre possibile rischio di scelte diverse nel dibattito parlamentare sulla manovra.

Nei fondi destinati al sostegno delle Pmi, attraverso il Fondo di garanzia appena rifinanziato nell'ambito del Decreto fiscale licenziato venerdì scorso dal Consiglio dei ministri, rientrano anche quelli che garantiranno la piena funzionalità alla Banca del Mezzogiorno acquisita da Invitalia dopo la cessione da parte delle Poste.
L'Istituto, che di recente ha nominato nuovo ad il professor Bernardo Mattarella (nipote del capo dello Stato, e già a capo della Divisione Finanza e impresa di Invitalia ) si appresta a tornare alla sua missione originaria, quella di garantire credito sufficiente alle Pmi meridionali che presentino progetti di espansione e di crescita credibili. Ne parlerà lo stesso Mattarella sabato prossimo alla convention dei giovani industriali di Capri per quello che sarà il suo vero debutto in pubblico dopo l'incarico.
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