Investimenti, non solo big tech: le Valley fioriscono anche in Europa che sfida Usa e Cina

Investimenti, non solo big tech: le Valley fioriscono anche in Europa che sfida Usa e Cina
di Roberta Amoruso
Mercoledì 3 Marzo 2021, 12:19 - Ultimo agg. 12 Maggio, 15:24
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Sette dei dieci Paesi più innovativi al mondo sono europei, dice il secondo il World Intellectual Property Organization’s 2020 Global Innovation Index, con Svizzera e Svezia ai primi due posti e gli Usa soltanto terzi. La tecnologia non è solo nelle Valley americane o cinesi. Ma ora sarà il giro di boa delle risorse europee (un pacchetto complessivo da 1.800 miliardi) da destinare a un futuro più verde, digitalizzato e resiliente, a sottolineare quante aziende votate alla trasformazione abitano in Europa, dice Paul Griffin, fund manager di Schroders. Cos’è realmente l’innovazione? L’assenza in Europa di giganti del tech non vuol dire che non ce ne sia anche qui. Non è così, dice Griffin. «Scienza e ingegneristica sono elementi chiave: per questo miriamo a investire in imprese che creano nuovi prodotti e servizi, o migliorano quelli esistenti, per aumentare la produttività e l’utilità per i clienti». Dunque, «l’innovazione ha il potenziale per risolvere le sfide globali».

Nell’asset management vi è sempre maggiore enfasi sui Sustainable development goals (Sdg) dell’Onu, che si focalizzano sulle sfide globali. E sono cinque i settori in cui individuare aziende innovative a impatto positivo nella gestione di uno o più Sdg. In tema di scienze dei materiali, per esempio, è lungo l’elenco di società che «dalla nutrizione, alla silvicoltura, a tutti i tipi di prodotti chimici, hanno un impatto notevole su diversi Sdg. Le aziende di prodotti per la nutrizione o la protezione delle colture possono mirare al target Zero Hunger». Poi ci sono le aziende che offrono alternative innovative ai prodotti a base di petrolio. Come la bio-rifinitrice norvegese Borregaard: usa il legno come materia prima per prodotti usati nell’edilizia, nei tessili e negli aromi. Passando a tecnologia medica e sanità, l’accelerazione impressa dalla pandemia è sotto gli occhi di tutti. E se l’innovazione è cruciale nello sviluppo di vaccini anti-Covid, ora conta la produzione su larga scala. E l’Europa «ospita aziende con capacità produttiva avanzata, come l’elvetica Lonza Group, che produce il vaccino Moderna».

Accesso e comprensione dei dati, essenziali in un mondo sempre più complesso, sono invece una carta da giocare per i provider di dati. L’altra faccia della medaglia è la potenza di elaborazione. Anche in questo l’Europa vanta alcuni dei player chiave nell’industria dei microchip, sempre più utilizzati anche in ambiti non legati ai dati. Basta ricordare, sottolinea Griffin, «che i semiconduttori contenuti in un veicolo elettrico sono cinque volte superiori a quelli di un’auto con motore a combustione interna». I produttori come Tesla monopolizzano la scena, «ma sotto il cofano, sono cruciali i semiconduttori specializzati, prodotti da aziende europee come Infineon Technologies».

TRASPORTI

 La necessità di viaggi sempre più sicuri e sostenibili saranno un altro frutto della pandemia, una volta usciti dall’incubo. App di trasporti e le piattaforme per prenotare o pianificare viaggi avranno quindi un ruolo importante da giocare, soprattutto nel rendere più semplice la prenotazione di viaggi lunghi e complessi, che altrimenti verrebbero fatti via aereo. Trainline, piattaforma numero uno per vendite digitali in UK, è un esempio-chiave di innovazione. In tema di sicurezza, invece, la tedesca Knorr-Bremse, per esempio, produce complessi sistemi di frenatura per camion e treni, l’ultima frontiera in questo campo.

INGEGNERIA

Passando all’ingegneria, ha il suo ruolo pesante per le infrastrutture più sostenibili. Basta pensare ai cavi elettrici che collegano le fonti di energia rinnovabile alla rete, o ai sistemi di automazione dei magazzini. Hexagon AB, specialista in tecnologie di misurazione di precisione, usa sempre più i suoi sensori e software per catturare scenari del mondo reale e convertirli in ambienti virtuali 3D, permettendo un controllo capillare di cantieri e infrastrutture. Tutti nomi Ue che non hanno la ribalta delle Big tech Usa, ma danno bene un’idea dell’innovazione che avanza. E la spinta dei fondi europei può solo aiutare. 

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