Puglia, dall’automotive al biomedicale, “Omnia” estrae Rna dai tamponi

Puglia, dall’automotive al biomedicale, “Omnia” estrae Rna dai tamponi
di Francesco G. Gioffredi
Mercoledì 31 Marzo 2021, 11:56 - Ultimo agg. 12 Maggio, 15:21
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Tre “i”, per racchiudere una lunga storia aziendale: istinto, intuizione, innovazione. Anticipando i tempi e l’emergenza. In Puglia, a Modugno, c’è un filo sottile e tenace che lega insieme motori per automobili e tamponi per diagnosticare il Covid, batterie per veicoli elettrici e mascherine all’avanguardia: si chiama Masmec, azienda specializzata in robotica e meccatronica, fondata nel 1988 a Bari da Michele Vinci, ma la cui radice risale agli anni ‘70, quando l’ingegnere 80enne cominciò a sfornare brevetti per Nuovo Pignone e Firestone. Vinci nel 2007 va oltre l’automotive e decide di esplorare un’altra frontiera: il biomedicale. Mossa lungimirante, perché sarà poi la pandemia a mettere a nudo le carenze di un segmento produttivo sottovalutato per troppi anni. Masmec s’è rivelata un prezioso avamposto. Un esempio su tutti: le macchine per estrarre Rna dai tamponi. Una rarità nell’Italia colta impreparata dal flagello Covid. Tanto che quattro di quelle “Omnia” (è il nome delle macchine) fecero litigare Michele Emiliano e Luca Zaia.

Spiega Vinci: «Abbiamo donato una di queste apparecchiature al Policlinico di Bari e ne abbiamo realizzate altre 160 circa. Di queste, 110 sono state installate in Italia e in Europa, il resto in Indonesia, negli Emirati Arabi e nel Nord Africa. Abbiamo sottoscritto accordi di distribuzione con partner di primo livello, attraverso i quali raggiungiamo i mercati internazionali. Con alcuni di loro abbiamo intrapreso nuovi studi per realizzare macchine più performanti». Masmec realizza anche sistemi di navigazione per l’interventistica e la chirurgia, ma la pandemia ha svelato un altro fianco scoperto del biomedicale italiano: quasi nessuno produceva o testava mascherine. Masmec ha allora convertito un dispositivo per verificare la traspirabilità dei tessuti delle mascherine chirurgiche ai fini della certificazione «e costruiamo linee di produzione per le FFP2». Masmec ha 250 dipendenti, un fatturato medio di 30 milioni nell’ultimo triennio, tre stabilimenti produttivi a Bari e piani di ulteriore crescita. Tra una motore per l’auto e una mascherina la distanza è minore di quanto si pensi, in fondo. Almeno a Modugno.

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