Confindustria apre al M5S, l'ira di Montezemolo: «Mai visto industriali sul carro dei vincitori»

Confindustria apre al M5S, l'ira di Montezemolo: «Mai visto industriali sul carro dei vincitori»
Giovedì 8 Marzo 2018, 10:14
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Dove veda il plauso degli industriali agli M5s non è chiaro. Ma è l'occasione per dare una stoccata anche se indiretta. Luca Cordero di Montezemolo non cita direttamente alcun imprenditore italiano ma parla di una salita sul carro del vincitore. «Rimango molto sorpreso nel vedere come esponenti importanti della cosiddetta classe dirigente salgano sul carro del vincitore prima ancora che questo abbia cominciato a muoversi».

Poche parole, quelle pronunciate all'aeroporto di Fiumicino dall'ex presidente di Ferrari e Confindustria. Parole che però non hanno certo bisogno di un interprete. Solo ieri le dichiarazioni del presidente della Confindustria, Boccia. «I 5 Stelle non fanno paura, valutiamo i provvedimenti, stiamo parlando di partiti democratici, certo il nostro punto di riferimento è il manifesto di Verona e dunque mantenimento delle riforme e nessuna modifica al jobs act». Poi sono arrivate anche quelle di Marchionne. Giusto una battuta detta al salone di Ginevra: «Salvini e Di Maio non li conosco, non mi spaventano. Paura dei 5Stelle? Ne abbiamo viste di peggio», ha detto l'amministratore delegato di Fca.
 
Nella stessa giornata di ieri anche Marco Tronchetti Provera, ospite di Circo Massimo su Radio capital, si è pronunciato sul tema: «Anch'io ho visto di peggio. Ho visto di governi di facciata molto stabili che agivano in maniera irresponsabile, ma attendiamo di vedere bene i programmi. Siamo ancora in una fase tattica».

Insomma, il dopo voto scalda anche gli animi degli imprenditori. Anche il ministro dello Sviluppo Calenda dimostra di non gradire tutte le aperture ai neovincitori. «Dopo le elezioni si scoprono molte cose nuove. Ho appreso ad esempio che il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, non sa chi siano i padri del piano Impresa 4.0 mentre ne rivendica la maternità alla sua associazione». E aggiunge: «Provo allora a ricordarglielo. I padri sono i Governi Renzi e Gentiloni che hanno messo 30 mld a disposizione delle aziende che investono e che innovano».

Quale sarà alle fine l'atteggiamento dei grandi imprenditori? Sicuramente di attesa. Di Maio, durante la campagna elettorale, ha incontrato alcune associazioni della galassia di Confindustria. Ma anche molti imprenditori del nord spesso presenti alle convention dei 5Stelle. Ma i programmi, come ha ricordato Boccia, sono quelli che contano. E Confindustria farà sentire la sua voce per il rispetto, come detto, del manifesto di Verone. Tre punti irrinunciabili elencati da Boccia due gironi fa. «La prima parola», ha detto il presidente degli industriali, «è il lavoro, la seconda è la precondizione della crescita, la terza è ridurre il debito pubblico, che è un elemento essenziale per prepararsi all'aumento dei tassi». Un sentiero stretto e che, soprattutto, obbliga ad andare avanti, senza voltarsi indietro. Perchè - ha aggiunto - è la prima volta che è aumentata la produttività in Italia. Dunque no a marce indietro sul jobs act, no a progetti di abolizione della legge Fornero sulle pensioni, barra dritta su industria 4.0 e nessun provvedimento che metta a rischio i conti pubblici.
 
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