Ita-Alitalia, pronto l'aumento di capitale. Ma adesso serve l'ok di Bruxelles

Ita-Alitalia, pronto l'aumento di capitale. Ma adesso serve l'ok di Bruxelles
Ita-Alitalia, pronto l'aumento di capitale. Ma adesso serve l'ok di Bruxelles
di Umberto Mancini
Venerdì 14 Maggio 2021, 07:30
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Ossigeno finanziario in arrivo per Ita e Alitalia. Nel decreto Sostegni bis, il cui varo è previsto mercoledì prossimo, non dovrebbero esserci solo i 100 milioni destinati a far volare la vecchia compagnia di bandiera per altri tre mesi, ma anche lo sblocco delle risorse per l’aumento di capitale del nuovo vettore. Soldi - si parla di 1,2 miliardi - necessari ad avviare il passaggio di consegne e di asset industriali tra le due società. Ma perché questo accada - i tecnici del Mise stanno mettendo a punto il provvedimento d’intesa con quelli del Tesoro - serve il via libera di Bruxelles oltre a quello politico dell’esecutivo. 

La preoccupazione che circola in queste ore, dopo tre settimane di stallo nelle interlocuzioni tra Roma e Bruxelles, è che la nuova iniezione di liquidità (i 100 milioni per pagare gli stipendi e non mettere gli aerei con il tricolore sulla coda a terra), possa aver irritato i commissari Antitrust.

Se così fosse, è i più pessimisti la vedono proprio nera, la trattativa risulterebbe ancora più in salita, visto che i 100 milioni potrebbero essere considerati l’ennesimo aiuto di Stato. 

Per altri il blitz del governo, che va comunque recepito nero su bianco nel decreto la prossima settimana, sarebbe una sorta di fuga in avanti ragionata, che consentirebbe alla newco di rilevare subito il ramo volo e altri asset. Una mossa propedeutica all’ok della Vestager che, dicono fonti vicine al Tesoro, insieme al disco verde al piano industriale di Ita potrebbe decidere di comminare l’ormai annunciata maxi multa da 1,3 miliardi. Insomma, si darebbe così un colpo al cerchio e uno alla botte. 

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Non è chiaro se questo schema sarà seguito, di certo nelle prossime ore Palazzo Chigi intende dare una forte accelerazione al dossier. Sono infatti settimane che il negoziato langue, mentre il tempo scorre veloce e Ita, come denunciato più volte dai sindacati, Cisl e Fnta in testa, rischia di perdere la stagione estiva, lasciando ai concorrenti ampi spazi di mercato. 

Per questo, per mettere in salvo l’operazione rilancio, al Mise hanno deciso di dare altre risorse ad Alitalia e velocizzare la transizione, mandando un segnale chiaro all’Europa. Segnale rafforzato dalla risoluzione parlamentare della Commissione Trasporti che ieri all’unanimità ha ribadito quanto sia strategico per il nostro Paese far decollare al più presto la newco. Tra l’altro, va detto, che stanno già circolando alcune ipotesi di come sarà strutturato l’aumento di capitale di Ita. Con la divisione in due tranche dell’operazione, per dotare il vettore delle risorse necessarie alla partenza. Si tratterebbe dei circa 1,2 miliardi sui 3 miliardi di dote finanziaria previsti da un provvedimento del precedente governo e confermati dall’attuale esecutivo. 

Del resto, l’ad Fabio Lazzerini ha già illustrato in Parlamento come intende usare le risorse e in che direzione puntare la prua per rendere sostenibile economicamente la nuova avventura. Con il focus sul lungo e medio raggio, 55-60 aerei, 4.500-5.000 dipendenti e lo sviluppo del cargo. Tutto dipende ovviamente dal pressing di Palazzo Chigi sulla commissione antitrust che, salvo ulteriori slittamenti, dovrebbe dare un segnale preciso nelle prossime ore, di certo entro martedì della prossima settimana. Il via libera è considerato infatti decisivo dal presidente Mario Draghi che non intende strappare con Bruxelles, ma che nemmeno vuole aspettare all’infinito. La doppia operazione su Alitalia e Ita va proprio in questa direzione. Ulteriori ritardi metterebbero a rischio l’intera impalcatura, facendo fallire sia la vecchia Az che il nuovo progetto. Con gravissime conseguenze occupazionali per gli oltre 10.500 dipendenti, il turismo e il trasporto aereo made in Italy. I 3 miliardi già stanziati - aggiungono fonti sindacali - servirebbero da un lato a far decollare Ita e dall’altro a pagare la salatissima multa Ue che sarebbe dovuta arrivare a fine aprile.

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