G20, allarme bollino rosso su alimenti Dieta Mediterranea: i prodotti rischiano di essere diffamati dalle etichettature ingannevoli

G20, allarme bollino rosso su alimenti Dieta Mediterranea: i prodotti rischiano di essere diffamati dalle etichettature ingannevoli
G20, allarme bollino rosso su alimenti Dieta Mediterranea: i prodotti rischiano di essere diffamati dalle etichettature ingannevoli
Domenica 19 Settembre 2021, 11:01 - Ultimo agg. 20 Settembre, 08:36
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No al bollino rosso sui prodotti della Dieta Mediterranea, che dall'Europa al Sudamerica rischiano di essere ingiustamente diffamati da sistemi di etichettatura ingannevoli. È il pressing delle multinazionali a favore di modelli alimentari sbagliati che mettono in pericolo la salute dei cittadini ma anche il sistema produttivo di qualità del made in Italy. È l'appello lanciato dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione del G20 a Firenze, in vista dell'incontro del 21 settembre del gruppo di lavoro del Codex Alimentarius, l'organismo della Fao che dovrà prendere una decisione potenzialmente definitiva sull'adozione di linee guida sul Front of Pack Nutritional Labelling. Il rischio è che vengano promossi sistemi a partire dall'etichetta nutrizionale, appunto, sulla quale dovrà presentare una proposta entro il 2022 anche la Commissione Europea. Un approccio semplificato all' alimentazione che si basa solo su pochi parametri e che, secondo la Coldiretti, apre le porte al cibo sintetico di laboratori senza legame con l'ambiente ed il territorio.

Alimenti, sos bollino rosso su dieta mediterranea: la denuncia

«I bollini allarmistici, basandosi sulla presenza di sostanze calcolate su 100 grammi di prodotto e non sulle effettive quantità utilizzate - dichiara il presidente della Coldiretti Ettore Prandini - favoriscono prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta e finiscono per escludere paradossalmente alimenti sani e naturali.

Si tratta di un grave danno per il nostro sistema agroalimentare in un momento in cui potrebbe fare da traino ad un piano strategico per far crescere la presenza del made in Italy sui mercati stranieri». 

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