Anoressia, bulimia, disturbi alimentari: fondo da 25 milioni per i centri di sostegno agli adolescenti

Anoressia, bulimia, disturbi alimentari: fondo da 25 milioni per i centri di sostegno agli adolescenti
Anoressia, bulimia, disturbi alimentari: fondo da 25 milioni per i centri di sostegno agli adolescenti
di Valentina Arcovio
Mercoledì 22 Dicembre 2021, 00:26 - Ultimo agg. 07:00
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Misure speciali per affrontare i disturbi alimentari, come anoressia, bulimia, binge eating, per citarne qualcuno. Precisamente un Fondo da 25 milioni di euro istituito presso il ministero della Salute per il contrasto dei Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, che verrà ripartito nel 2022 e nel 2023. Inoltre, verrà finalmente individuata una specifica area nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) per questi disturbi, le cui prestazioni sono oggi inserite nell’area Salute Mentale. Il Fondo, previsto da un emendamento approvato in Senato due notti fa, consentirà al nostro Servizio sanitario nazionale di dotarsi di tutto quello che serve per affrontare l’emergenza disturbi alimentari, diventata ancora più urgente da quando è scoppiata la pandemia.

Ambulatori dedicati, centri specializzati, team di specialisti per affrontare il problema a 360 gradi.

Le Regioni verranno messe nelle condizioni di offrire assistenza, in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale e in tempi rapidi. E ancora: ora si potrà fare uno studio epidemiologico per tracciare i pazienti e avere un’idea precisa delle dimensioni di questa grave emergenza. Con i Lea si punta invece a garantire sostegno ai pazienti e alle famiglie, specialmente coloro che non posso affidarsi ai centri privati, che attualmente in alcune parti d’Italia sono l’unica strada percorribile per affrontare il problema. 

Che queste «misure speciali» fossero necessarie lo dicono i dati, anche quelli pre-pandemici. Si stima che nel nostro paese ci siano 3,5 milioni di persone con un disturbo. Di queste 7 su 10 sono adolescenti o anche più piccoli, 9-10 anni. La pandemia non ha fatto altro che esacerbare questo problema. Secondo il ministero della Salute, già dopo il primo lockdown si è verificato un aumento del 30% dei casi di disturbi dell’alimentazione tra i ragazzi e i bambini. Per avere un’idea della dimensione del fenomeno, basti pensare che nel primo semestre del 2020 sono stati rilevati 230.458 nuovi casi, quando nello stesso periodo dell’anno precedente erano stati 163.547.

Eppure, in Italia i centri specializzati sono pochi e in alcune aree del tutto assenti. Le liste d’attesa per curarsi nel pubblico sono lunghissime e, come sottolineano gli esperti, i disturbi alimentari sono problemi che vanno affrontati tempestivamente. Altrimenti si cronicizzano e diventa sempre più difficile uscirne. «Abbiamo iniziato a raccogliere i primi frutti di quello che abbiamo cercato di fare in questi anni, ognuno dalla propria prospettiva, le associazioni dei familiari, noi clinici, i ragazzi affetti dai disturbi del comportamento alimentare», commenta Leonardo Mendolicchio, psichiatra e direttore dell’U.O.C. Riabilitazione dei Disturbi Alimentari e della Nutrizione – Auxologico Piancavallo, nonché direttore del Centro Disturbi del Comportamento Alimentare, riferendosi all’istituzione del Fondo. 

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«L’altra notizia importante è che finalmente i disturbi alimentari hanno una loro dignità, in quanto verranno riconosciuti nei Lea», dice. «Questo amplierà le possibilità di erogare prestazioni gratuite, ma soprattutto pungolerà le regioni a dotarsi di quei servizi che potranno erogare queste prestazioni». Entusiasta anche il commento della sottosegretaria ai rapporti con il Parlamento e senatrice Pd, Caterina Bini, impegnata a seguire i lavori della Commissione che ha approvato l’emendamento. «Vittoria!», ha scritto su Facebook. «Speriamo sia solo l’inizio di un cammino migliore». 

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