Antonio Patuelli presidente Abi: «Svolta nel credito: aumentano i prestiti alle imprese del Sud»

Antonio Patuelli presidente Abi: «Svolta nel credito: aumentano i prestiti alle imprese del Sud»
di Nando Santonastaso
Venerdì 10 Giugno 2022, 11:00 - Ultimo agg. 13 Giugno, 10:19
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Presidente Patuelli, con una pandemia non ancora finita, l'aumento dei costi delle materie prime e dell'energia e la guerra lo scenario economico resta incerto: è vero che è stata l'Abi a sollecitare al governo la proroga degli aiuti per le imprese?
«Il governo risponde Antonio Patuelli, presidente dell'Abi, l'Associazione tra le banche italiane - ha prolungato fino al 30 giugno prossimo il forte sostegno alle imprese in termini di garanzie sulla liquidità, decretato l'8 aprile 2020, aggiornando l'efficacia del provvedimento agli effetti della crisi energetica. Non c'è stato di conseguenza alcun credit crunch: noi abbiamo sempre sostenuto che bisognava dare più tempo alle imprese per riprendersi dopo la pandemia, garantendo loro un allungamento della tempistica dei prestiti. Oggi poi le imprese hanno anche una seconda possibilità di far fronte alle esigenze di liquidità: il Decreto 50 del 17 maggio prevede nuove possibilità di sostegno alle imprese colpite dalle conseguenze economiche della guerra tra Russia e Ucraina».

Ieri, con un po' di anticipo sulle previsioni, la Bce ha annunciato l'aumento dei tassi, decretando la fine di un periodo forse irripetibile a sostegno dell'economia europea. Cosa succederà adesso?
«L'aumento ci sarà ma non avrà proporzioni paragonabili ai tempi della lira quando c'era l'inflazione e i tassi erano infinitamente superiori a quelli attuali, anche in quella che fu la stagione del miracolo economico italiano e quando la lira ottenne l'Oscar tra le monete più solide.

Con la decisione di ieri della Bce, finirà la fase eccezionale dei tassi negativi che ha messo l'Europa al riparo in particolare durante i due anni peggiori della pandemia e rilanciato settori oggi in grande fermento come quello immobiliare. Saranno comunque tassi molto bassi: famiglie e imprese non dovranno preoccuparsi eccessivamente ma se qualcuno può fare investimenti adesso è bene che acceleri per utilizzare questi ultimi giorni a condizioni più favorevoli».

Lei ha sempre sostenuto che sul piano economico il Mezzogiorno, visto attraverso i dati delle banche, sta messo meglio di come spesso lo si racconta: è così anche adesso?
«Non lo dicono soltanto i dati aggiornati dell'Abi : un recentissimo studio pubblicato dalla Banca d'Italia e ancora poco conosciuto, Il sistema bancario e il finanziamento delle imprese nel Mezzogiorno, dimostra sulla base di dati scientifici la più sostenuta dinamica del credito bancario nel Mezzogiorno tra il 2008 e il 2019. Si dimostra cioè ancora una volta che è un luogo comune continuare a sostenere che le banche prelevano al Sud per investire altrove. E questo vale soprattutto oggi che a mio giudizio si è aperta una fase magica per il Mezzogiorno».

A cosa si riferisce, presidente?
«È tornata la centralità geopolitica, economica ed energetica del Mediterraneo dopo circa 30 anni nei quali il ruolo del Grande Mare era diventato marginale. E di conseguenza sono aumentate le opportunità di crescita e di sviluppo del Mezzogiorno. Il raddoppio del Canale dI Suez incentiva i traffici marittimi verso i porti italiani e quelli meridionali in particolare; il Pnrr investe in infrastrutture materiali e immateriali di grande importanza, basti pensare per restare ai trasporti all'Alta velocità ferroviaria tra Napoli e Bari, Roma e Pescara, Salerno e Reggio Calabria; e l'emergenza energetica rende indispensabili i nuovi approvvigionamenti di gas dal Nord Africa. Il combinato disposto di questi tre fattori disegna uno scenario ricco di prospettive per il futuro del Sud».

Ci siamo arrivati per la verità con molto ritardo a questa potenziale svolta, come evitare che la politica ne comprometta l'attuabilità?
«È impensabile che l'Italia possa rinunciare alla nuova collocazione geopolitica ed economica all'interno del Mediterraneo. Pensi alla disponibilità di energia eolica e solare concentrata soprattutto nel Mezzogiorno: è evidente che chi ha vento, sole e coste, come l'Italia, ha un vantaggio importante e da sfruttare subito per diminuire la dipendenza dal gas russo. La nuova centralità del Mediterraneo, anche in rapporto alle esigenze di sicurezza e difesa dell'Europa in chiave Nato, conferma che quest'area è ridiventata strategica: non è dunque ammissibile non utilizzare fondi, in gran parte gratuiti, per il Mezzogiorno, come quelli previsti dal Pnrr. Non ci possono essere occasioni perse».

C'è già aria di vigilia elettorale, però.
«Penso che questa legislatura dovrebbe arrivare alla fine ma anche quando avremo lo scioglimento delle Camere, l'appuntamento elettorale e la formazione del nuovo governo non dovremmo avere mesi di paralisi operativa nell'attuazione del Pnrr. I compiti sono già stati prefissati, esiste uno scadenzario chiaro, che assegna responsabilità precise alle amministrazioni dello Stato, alle Regioni e agli enti locali in ordine agli impegni da assolvere. Se non rispetti le scadenze, non riceverai le risorse europee. Le polemiche? Quest'anno ricorre il 70esimo anniversario della morte di Benedetto Croce: bene, il suo metodo critico, basato su dati di fatto e dunque su una valutazione rigorosamente scientifica dell'argomento in discussione, mi pare ancora oggi la strada maestra da seguire. Del resto, non vedo Regioni ed enti locali che frenano sugli investimenti destinati ai loro territori. È vero invece che dopo due anni di pandemia è iniziata una fase di profondo cambiamento per tutti noi: sono amentate le chances di migliore qualità della vita, la tutela dell'ambiente e la sostenibilità degli investimenti sono diventati prioritari, come la spinta crescente al lavoro agile. Costruire questo novo habitat sociale è oggi molto più realistico».

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