Non solo gas e carburanti. La corsa dei prezzi scattata nel 2021 a livello planetario e accelerata dall’invasione russa dell’Ucraina coinvolge molte altri materiali e rischia di bloccare il cantiere Italia, l’ondata di opere grandi e piccole alimentate dal superbonus e dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ma anche di mettere in gravissima difficoltà le imprese interessate. Anche su questo aspetto il governo prova a correre ai ripari nel decreto approvato venerdì sera dal Consiglio dei ministri. Le misure destinate a rispondere alle richieste del mondo delle costruzioni sono essenzialmente due.
L’accelerazione
La prima consiste in un’anticipazione delle risorse del fondo per l’adeguamento prezzi, istituito dal governo già lo scorso anno. In particolare, con l’obiettivo di contenere gli effetti degli aumenti eccezionali sia dei materiali da costruzione che di gas energia elettrica e carburanti, è previsto che il ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims) possa riconoscere, nel limite complessivo del 50% delle risorse del fondo, un’anticipazione pari al 50% dell’importo richiesto dalle imprese. Insomma si tratta di accelerare i tempi di un sostegno che era già stato destinato al settore, peraltro in una misura che gli interessati giudicavano ancora non sufficiente.
Il secondo intervento ha un carattere più sostanziale e prevede la sospensione o la proroga della prestazione in caso di aumento dei prezzi.
I traguardi
La possibile proroga dei tempi può venire in parte incontro alle esigenze delle imprese, ma non risolve il problema del calendario del Pnrr, impostato in modo rigido quando sullo scenario globale non si era ancora materializzato lo spettro dell’inflazione, né tanto meno quello della guerra. Non solo le opere (e gli altri investimenti) devono essere completate entro il 2026, ma vanno rispettati anche i traguardi intermedi, già a partire da quest’anno. Già alcune settimane fa il governo aveva fatto balenare la possibilità di chiedere modifiche, ma l’ipotesi era caduta sostanzialmente nel vuoto. Ora che è deflagrata la crisi ucraina la situazione potrebbe forse cambiare.