Covid-19 Italia, Arcuri: pronti a nuovo picco ma non all'apocalisse

Covid-19 Italia, Arcuri: pronti a nuovo picco ma non all'Apocalisse
Covid-19 Italia, Arcuri: pronti a nuovo picco ma non all'Apocalisse
Mercoledì 29 Aprile 2020, 11:45 - Ultimo agg. 15:17
4 Minuti di Lettura

Con i ventilatori e le terapie intensive «siamo attrezzati a reggere picchi anche superiori a quelli della prima fase dell'emergenza; l'apocalisse non la regge nessuno, ma siamo tutti convinti che non ci sarà», ha detto il commissario all'emergenza Coronavirus Domenico Arcuri che sul tema mascherine ha spiegato come le Regioni ne abbiano in deposito 47 milioni di pezzi.

LEGGI ANCHE Coronavirus, Irene Pivetti indagata per una presunta frode sull'importazione mascherine dalla Cina


«Abbiamo ora circa 1.980 posti occupati in terapia intensiva su una disponibilità di 9 mila, abbiamo distribuito 4.200 ventilatori e potremmo raddoppiare il numero in pochi giorni - spiega Arcuti - ma non solo per ora non servono, ma non sappiamo dove saranno gli eventuali maggiori focolai» nella Fase 2.
 


«La previsione di distribuzione dei ventilatori è già nei nostri magazzini e attendiamo per darli alle regioni una non auspicata ripresa dei contagi che sarà possibile dopo l'allentamento delle misure - ha spiegato Arcuri -. La quantità di ventilatori ci rassicura per una eventuale ripresa non clamorosa del virus». «I posti in terapia intensiva - ha aggiunto - erano circa 5.200 a inizio crisi, ora sono oltre 9 mila; i posti nei reparti di malattie infettive e pneumologiche da circa 30 mila che erano si sono moltiplicati per 6. Tutto ciò è compatibile con un andamento dell'epidemia che resta nei picchi che ha avuto all'inizio della tragedia - conclude il commissario -, se assumesse, come nessuno pensa, dimensioni apocalittiche, nessun sistema sanitario al mondo potrebbe reggere».

Il nodo mascherine
«Le Regioni hanno già in deposito 47 milioni di mascherine che gli abbiamo fornito», ha detto Arcuri in audizione davanti alle commissione riunite Finanze e Attività Produttive. «Sul territorio sono già approntati dei depositi regionali e gli uffici del commissario hanno 4 depositi nei quali vengono stoccati questi dispositivi che poi - ha spiegato - vengono progressivamente distribuiti quando servono. Non c'è dunque un problema di dove conservare questi beni».

Nella Fase 2, come raccomandano gli esperti, sarà fondamentale l'uso delle mascherine. «Alla fine dell'estate - dice Arcuri - potremo liberarci di questo fardello (gli acquisti all'estero, ndr) e dire che abbiamo il 100 per cento di dispositivi di protezione individuale (DPI) prodotti in Italia, al momento è un quarto. Penso che in 40 giorni non io, ma gli italiani abbiamo fatto un buon lavoro».

Il Commissario interviene per fare chiarezza sulla questione. «Da lunedì (4 maggio, inizio della fase 2, ndr) se serviranno possiamo distribuire 12 milioni di mascherine al giorno, da giugno 18 milioni, da agosto 24 milioni al giorno. Le distribuiamo gratis a Sanità, Pubblica amministrazione, forze dell'ordine e servizi essenziali, da lunedì anche ai trasporti pubblici locali e alle Rsa pubbliche e private. Ma il commissario non distribuisce mascherine ai cittadini, deve metterli in condizione di comprarle a un prezzo più conveniente possibile, di qui il prezzo calmierato a 0,50 centesimi. La gente dice che non ha mascherine? Io più che darle alle categorie indicate e alle farmacie non posso fare».

Arcuri spegne anche le polemiche sul prezzo calmierato a 0,50 centesimi. «Ci sono gli strepiti dei pochi danneggiati e il silenzio dei tanti cittadini avvantaggiati, ma che non hanno voce mediatica al contrario dei primi - ha aggiunto . Il costo di produzione della mascherina è di 5 centesimi secondo le nostre analisi, capite qual era lo spazio di profitto, bisognava limitarlo, tanto più che le aziende non erano tutte italiane. Le aziende ora ce le danno a 38 centesimi».

«L'obiettivo del prezzo calmierato - osserva ancora - è annientare una speculazione vergognosa, con il prezzo a 0,50 un genitore va in farmacia e con un euro compra due mascherine. Ho chiesto sanzioni per chi nonostante la norma tenta di vendere a un prezzo più alto. Io vorrei leggere una norma in cui queste speculazioni vengono non solo annullate, ma sanzionate. Io ho potere di confiscare e lo sto facendo».

Poi una ultima precisazione. «Per le mascherine abbiamo fissato un prezzo massimo di vendita, non di acquisto. Rassicuro che l'obiettivo di calmierare il prezzo non è ostile all'obiettivo di attrezzare una filiera italiana e sostituire con essa prodotti che siamo costretti a importare", precisa Arcuri anticipando che si sta ragionando che per le mascherine in magazzino le aziende non abbiano a rimetterci, pensando a forme di ristoro se hanno comprato a un prezzo più alto (prima del prezzo calmierato, ndr). Da domani però non potranno comprare a un prezzo più alto, altrimenti avranno a rimetterci», conclude il Commissario.

© RIPRODUZIONE RISERVATA