​Assegno unico, arriva il conguaglio di maggio: chi guadagna e chi perde dopo le modifiche

Cambiamenti che dipendono dalla Dichiarazione sostitutiva unica (DSU) e dall’ISEE

Assegno unico, arriva il conguaglio a maggio: chi guadagna e chi perde
Assegno unico, arriva il conguaglio a maggio: chi guadagna e chi perde
Domenica 28 Maggio 2023, 18:21 - Ultimo agg. 30 Maggio, 09:25
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Assegno unico di maggio, chi guadagna e chi perde con il conguaglio? C’è chi rischia di dover restituire i soldi e chi invece riceverà somme aggiuntive. Cambiamenti che dipendono dalla Dichiarazione sostitutiva unica (DSU) e da una modifica dell’ISEE nel corso dell’anno.

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Cos'è il conguaglio e come cambia

Il conguaglio dell'assegno unico non è altro che la differenza tra quanto la famiglia ha percepito e quanto invece spetta.

L'Inps procede a verificare se i beneficiari del sostegno abbiano ancora i requisiti per riceverlo nella misura in cui gli è stato riconosciuto. Come? Accertando quelle che sono le condizioni sociali ed economiche della famiglia, a partire dal momento in cui viene presentata la Dichiarazione sostitutiva unica (DSU) e l’ISEE, dopo di che – solo se necessario – rivede la misura (diminuendo o aumentando l’assegno). Perché? Nel corso dell’anno (ad esempio, per effetto di nuove nascite) la cd. “condizione equivalente” di una famiglia può cambiare. E questo comporta che le famiglie potrebbero ricevere di più e dover restituire quanto già avuto.

Chi guadagna

Il 26 maggio è arrivata la comunicazione dell'Inps. Con il messaggio n. 1947 l'istituto ha indicato che opererà un conguaglio alla fine dell’anno. Cosa comprenderà? La rielaborazione di tutte le competenze mensili a partire da marzo 2022. Come? Attraverso il ricalcolo degli importi effettivamente dovuti e il calcolo delle differenze, sia in positivo che in negativo, con gli importi già liquidati nel corso dell’annualità 2022 tenuto conto anche delle mensilità già erogate nei primi mesi del 2023. Cosa comporta?

  1. Se la revisione degli importi in sede di conguaglio comporta un’integrazione delle somme in favore del cittadino, le medesime vengono poste in liquidazione, in aggiunta alle quote ordinariamente percepite, a partire dalla rata del mese di aprile 2023.
  2. Se invece la revisione degli importi in sede di conguaglio comporta una riduzione delle somme, l’INPS procede al recupero del denaro indebitamente erogato a partire dalla mensilità di aprile 2023, privilegiando la compensazione degli importi, laddove possibile, con le rate future. Le verifiche, però, possono protrarsi e quindi comportare dei ritardi relativi all’erogazione.

Chi perde

Può accadere che, a seguito di conguaglio, l’INPS riscontri che alcune somme già riconosciute e incassate dalle famiglie siano già state erogate indebitamente. Motivo per cui saranno quindi oggetto di recupero (c.d. “conguagli a debito”). Per esempio, relativamente alla mensilità di maggio 2023, a fronte di un ricalcolo dell’importo dell’Assegno Unico erogato nella mensilità di marzo 2022, emerge la necessità di effettuare il recupero di un importo indebitamente percepito (perché magari relativo a una disposizione transitoria poi venuta meno).

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