Bitcoin rompe quota 20.000, ora si temono crolli a catena: cripto nel panico

Bitcoin rompe quota 20.000, ora si temono crolli a catena
Bitcoin rompe quota 20.000, ora si temono crolli a catena
di Rosario Dimito
Martedì 30 Agosto 2022, 09:00
3 Minuti di Lettura

Il Bitcoin ha rotto in caduta quota 20.000, una soglia psicologica considerata imperforabile. Le netta presa di posizione di Jerome Powell, che ha confermato a Jackson Hole la linea del Piave della Fed sui tassi per schiacciare l'inflazione nonostante il pericolo di recessione, ha innescato una generalizzata fuga dagli asset più rischiosi. In pratica la banca centrale Usa ha deciso di continuare ad alzare i tassi d'interesse e a tenerli a un livello alto finché «il lavoro non sarà finito», cioè fino a quando l'inflazione non sarà di nuovo sotto controllo. Come era prevedibile, il fulmine ha subito colpito le criptovalute, che ieri hanno visto il Bitcoin quotare meno di 20.000 dollari (a 19.863 dollari, per poi chiudere a 20.208). Come è noto, si tratta di monete virtuali utilizzate come mezzo di pagamento criptato che vengono trasferite tramite la tecnologia peer-to-peer.

Che la crisi delle cripto abbia motivazioni non solo recenti è provato dal fatto che il Bitcoin, il progenitore di questi strumenti, è crollato oltre il 60% rispetto al record di novembre 2021.

L'effetto domino ha inciso anche su Ethereum, la seconda maggiore valuta digitale, che ieri ha ceduto il 2,8% a 1.450 dollari (-6,2% negli ultimi sette giorni). Nella classifica delle monete virtuali figurano anche Tether, Usd Coin, Bnb, Binance Usd, Xrp, Cardano, Solana, Dogecoin. Attualmente il valore di mercato delle criptovalute supera 2mila miliardi di dollari dai 260 miliardi di un anno fa. La quotazione massima del Bitcoin è stata raggiunta l'11 novembre 2021: 68.600 dollari. 

Secondo gli analisti «la Fed continuerà ad alzare i tassi anche durante la riunione del 20-21 settembre, probabilmente di 75 punti base, perciò si prevede che le perdite in valore delle criptovalute continuino». E' il caso di ricordare che da tempo le monete digitali sono nel mirino dei banchieri centrali. Primo perché non sono una forma credibile di valuta essendo libera dal controllo pubblico; per questo «sono troppo rischiose per fungere da mezzo di pagamento affidabile», ha spiegato Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo della Bce in un intervento a Dublino.

Video

«I recenti sviluppi sul mercato delle criptovalute dimostrano che è un'illusione credere che gli strumenti privati possano agire come denaro quando non possono essere convertiti alla pari in denaro pubblico in ogni momento», ha aggiunto il banchiere centrale italiano, sottolineando che, invece, le valute basate sulla tecnologia blockchain «si comportano più come attività speculative e sollevano molteplici problemi di ordine pubblico e stabilità finanziaria. Chiunque investa in criptovalute deve essere pronto a perdere tutto il proprio investimento», ha concluso Panetta. «Non valgono nulla», ha tagliato corto Christine Lagarde, presidente della Bce, quando il Bitcoin quotava oltre 30mila dollari. Lagarde ha invocato una regolamentazione del settore e ha marcato la differenza con l'euro digitale in fase di studio. Nel frattempo, l'attenzione si sta spostando anche sulle piattaforme di crypto lending, che consentono agli utenti di prendere in prestito o di prestare criptovalute a fronte di interessi passivi o attivi. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA