Bollette gas, Giorgetti: «A febbraio calano del 40%». Saranno premiate famiglie e imprese che risparmiano

Il ministro ottimista sul taglio in arrivo. Boccata d’ossigeno per imprese e famiglie

Bollette gas, Giorgetti: «A febbraio calano del 40%». Allo studio meccanismo per premiare chi riduce consumi elettricità
Bollette gas, Giorgetti: «A febbraio calano del 40%». Allo studio meccanismo per premiare chi riduce consumi elettricità
di Andrea Bassi e Jacopo Orsini
Domenica 29 Gennaio 2023, 00:28 - Ultimo agg. 21 Marzo, 18:17
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Le bollette del gas di gennaio saranno più leggere del 35 per cento. Forse addirittura del 40 per cento se si sta alle parole del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che ieri ha detto di «contare» su un taglio di questa misura delle tariffe da parte dell’Arera, l’Autorità per l’energia. 

I CONTEGGI
I nuovi prezzi del gas, che si applicheranno sulla bolletta di gennaio, saranno comunicati nei primissimi giorni del mese.

Ma fare i conteggi non è difficile. L’Arera calcola l’andamento medio del prezzo del metano sul mercato Psv. A gennaio il prezzo medio è stato di 74 euro al Megawattora, contro i 117 euro di dicembre. Mancano ancora due giorni di contrattazioni, quelli di domani e dopodomani, per chiudere il mese, e i prezzi nell’ultima settimana si sono avvicinati ai 50 euro al megawattora, il valore minimo da oltre un anno a questa parte dopo i picchi oltre 340 euro segnati d’estate. Lo sconto “acquisito” insomma, oscillerebbe tra il 34 e il 35 per cento. Questo non toglie però che, manovrando altre voci, l’Arera possa ridurre ulteriormente il costo del gas arrivando al 40 per cento anticipato da Giorgetti. 

Per le famiglie e per le imprese si tratterebbe di una boccata di ossigeno dopo il rincaro di dicembre del 23 per cento. Lo scorso anno, dal punto di vista dei costi delle bollette, per i consumatori è stato nero. La spesa per il gas della famiglia tipo (che ha consumi medi di 1.400 metri cubi annui), nel periodo compreso fra gennaio e dicembre 2022 è stata di circa 1.866 euro, in crescita del 64,8% rispetto allo stesso periodo del 2021. E anche per le imprese il conto è stato salato. La Cgia di Mestre ha calcolato che nel 2022 le tariffe di luce e gas sono aumentate di 91,5 miliardi. Questo anche tenendo conto degli aiuti del governo sulle bollette. Per tutto il 2022 sono stati azzerati gli oneri di sistema, i costi extra che pesano fino al 20 per cento in bolletta. Alle imprese poi, sono stati riconosciuti una serie di crediti di imposta per “calmierare” i prezzi. Questi aiuti scadranno alla fine del mese di marzo. Il governo ha già annunciato, e Giorgetti ieri lo ha confermato, che da aprile in poi arriveranno nuove misure di sostegno. Ma avranno meccanismi diversi rispetto a quelli attuati fino ad oggi. 

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I CONSUMI
In particolare il ministro dell’Economia ieri ha parlato di un nuovo provvedimento, i cui contorni precisi sono però ancora da definire, che dovrebbe premiare le famiglie che hanno comportamenti di consumo virtuosi. «Stiamo anche lavorando a un meccanismo - ha spiegato ieri Giorgetti - per il quale si paghi a un prezzo che ho definito “politico” i consumi in linea con i precedenti e con prezzi che seguono il mercato le eccedenze, per premiare i virtuosi e chi risparmia nei consumi». Resta da vedere a che livello sarà fissato il prezzo che Giorgetti definisce politico. Se ai valori di mercato di due anni fa precedenti allo scoppio della crisi e all’impennata dei prezzi, e quindi circa la metà delle quotazioni attuali, o se invece su un livello intermedio.

I GESTORI
Intanto il governo è disponibile a modificare le nuove regole sui carburanti. L’apertura arriva mentre sta per partire l’esame in Parlamento del contestato decreto che ha portato i benzinai allo sciopero e ha ricevuto anche la bocciatura dell’Antitrust. «Siamo disponibili, sulla base delle sollecitazioni che giungeranno in Parlamento, a eventuali ulteriori modifiche migliorative sempre a garantire la trasparenza», ha detto il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso. Il tavolo con le associazioni dei gestori avviato dal governo due settimane fa riprenderà l’8 febbraio. «Siamo consapevoli che il settore ha bisogno di un riordino importante dopo anni di assoluta disattenzione delle istituzioni perché si possa andare su una strada che consenta a chi svolge questo lavoro di avere i giusti margini di guadagno, e quindi di crescita, e di dare i servizi al cittadino», ha aggiunto il ministro. 

A essere contestato dai gestori è soprattutto l’obbligo, previsto dalle nuove norme, di esporre i prezzi medi regionali dei carburanti, criticato anche dall’Antitrust. Possibile che si intervenga poi per abbassare le sanzioni. È stato lo stesso Urso a proporre la modifica al tavolo con i benzinai. In quell’occasione ha indicato anche l’idea di rendere l’obbligo di comunicazione dei prezzi settimanale (e non giornaliero) e di prevedere che la chiusura per omessa comunicazione avvenga dopo 4 violazioni (anziché 3) nell’arco di 60 giorni.
 

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