Caro bollette, luci spente e chiusura anticipata di un'ora per non affondare: i negozi varano il mini-lockdown d'autunno

Il primo passo sarà quello di spegnere le vetrine una volta chiusa l’attività

Caro bollette, luci spente e chiusura anticipata di un'ora per non affondare: i negozi varano il mini-lockdown d'autunno
Caro bollette, luci spente e chiusura anticipata di un'ora per non affondare: i negozi varano il mini-lockdown d'autunno
di Loris Del Frate
Giovedì 1 Settembre 2022, 11:31 - Ultimo agg. 2 Settembre, 11:00
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Vetrine spente prima dell’ora e città al buio. Anche nel salotto buono. È questo lo scenario che si prospetta a Pordenone e Udine con il prossimo autunno quando le giornate si accorceranno, la gente farà molta più difficoltà ad uscire e le bollette picchieranno duro non solo su fabbriche e attività produttive, ma anche sui negozi. Quelli legati alle catene commerciali probabilmente riusciranno a reggere un po’ di più l’urto di un autunno che si preannuncia drammatico, ma quelli dei singoli proprietari che magari devono pure pagare l’affitto, rischiano di chiudere. Per sempre. Il dato drammatico di Confcommercio è che alla prima ondata autunnale almeno un 7 - 10 per cento delle attività di vendita non saranno in grado di reggere i costi. Intanto si corre ai ripari. In attesa che dal Governo arrivino indicazioni su quello che potrebbe essere un “razionamento”, termine che sembrava dimenticato, i commercianti pordenonesi e udinesi si stanno già organizzando. Prima di tutto in famiglia controllando i conti, poi con i colleghi per fare una azione corale.

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LUCI SPENTE Il primo passo sarà quello di spegnere le vetrine una volta chiusa l’attività. «Non saranno certo le nostre vetrine a illuminare il centro città - ha chiosato ieri un importante imprenditore commerciale di Pordenone - ma non per cattiva volontà, ma perché non si riesce più a tenere i conti sotto controllo.

Del resto - ha concluso - se i sindaci spengono i lampioni pubblici, la stessa cosa faremo noi con le nostre vetrine». Luci spente, dunque, e questo è un provvedimento che adotteranno in tanti. Con le città buie diminuisce anche la sensazione di sicurezza. Ma non è l’unica cosa che i negozianti hanno intenzione di fare. Tra le ipotesi, infatti, c’è pure quella di chiudere i negozi almeno un’ora, forse un’ora e mezza prima rispetto all’orario attuale. Come dire alle 18 o alle 18.30. Una azione che potrebbe essere messa in pratica operativamente nei mesi più “morti”, quelli nei quali l’attività incassa meno. Da ottobre, dunque, a metà novembre.

I NUOVI LED Chi ha avuto la possibilità di farlo si è già tirato avanti. Molti, infatti, hanno cambiato le lampadine del negozio sostituendo quelle più vecchie con i led di ultima generazione. Consumano meno, ma non sono certo la soluzione al problema, così come sono palliativi il fatto di spegnere le vetrine durante la notte (cosa che già diversi operatori commerciali fanno) oppure chiudere anticipatamente il negozio. Resta il fatto che in questo momento è necessario, in ogni caso, cercare di tirare la cinghia e risparmiare.

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IL PRESIDENTE Giovanni Da Pozzo guida la Camera di Commercio di Udine e Pordenone ed è anche presidente di Confcommercio regionale. «Cosa vedo per il futuro? Nulla di buono». Pur essendo di fondo un ottimista anche per lui l’autunno sarà preoccupante. «Sento gli associati - spiega - e non c’è sicuramente l’aria dei giorni migliori. Capisco chi vuole spegnere le vetrine o chiudere il negozio prima dell’orario: credo che si fa di tutto per tirare avanti. Si tratta, però, di palliativi. Serve invece una strategie che va ben oltre il sottoscritto. Penso al Governo e all’Europa. Solo così potremo uscirne. Nel nostro piccolo - va avanti - abbiamo già messo in campo delle barriere. Abbiamo consulenti ai quali i negozianti possono rivolgersi mostrando la bolletta per capire se è corretta a fronte degli aumenti, ma se arrivano nuove offerte da parte di altri gestori possono farsi aiutare a valutare se quell’offerta è migliore, oppure non cambia nulla. Inoltre - conclude - la settimana prossima avremo l’incontro con la Regione per capire quale tipo di interventi urgenti si possono attuare. Da parte nostra chiederemo aiuti concreti e veloci perché le sofferenze si stanno allargando a macchia d’olio».

 

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