Bollette, quando è possibile modificare i contratti luce e gas? Arera e Antitrust: si rispetti la legge anche se confusa

Bollette, quando è possibile modificare i contratti? Arera e Antitrust: si rispetti la legge anche se confusa
Bollette, quando è possibile modificare i contratti? Arera e Antitrust: si rispetti la legge anche se confusa
di Roberta Amoruso
Giovedì 13 Ottobre 2022, 22:47 - Ultimo agg. 15 Ottobre, 10:59
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Basta con le modifiche unilaterali dei contratti di luce e gas. Il decreto Aiuti bis entrato in vigore il 10 agosto congela retroattivamente anche gli avvisi arrivati nei mesi precedenti e fino ad aprile 2023. Una tirata di orecchie è arrivata ieri da Antitrust e Arera a quelle società energetiche che a due mesi dal decreto, pensato per aiutare famiglie e imprese a sostenere i prezzi impazziti dell’energia, hanno fatto orecchie da mercante. Magari anche a causa di una norma confusa. Sono infatti almeno un centinaio le segnalazioni fatte recapitare dalle associazioni dei consumatori che puntano il dito su pratiche commerciali non corrette. 

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Proprio nei giorni scorsi un discreto faldone con tanto di esposto era stato recapitato ad Arera ed Antitrust dall’Unione nazionale consumatori, tra le associazioni più coinvolte dai reclami.

E’ ancora presto per parlare di un’indagine vera e propria ma certe segnalazioni di violazione del decreto Aiuti bis, o anche di «utilizzo improprio», come precisato nella nota congiunta di Antitrust e Arera, del recesso del venditore e della risoluzione per eccessiva onerosità, hanno fatto scattare prima «un chiarimento su natura e vincoli» del decreto, poi la moral suasion, infine un avvertimento. L’Autorità di controllo del mercato, infatti, «confida che le imprese del settore manterranno una compliance aziendale rispettosa della legge, ma è pronta ad intervenire qualora venissero adottate condotte lesive dei diritti dei consumatori e degli assetti del mercato». Mentre Arera «richiama con forza al rispetto delle regole» ed «esorta ad un senso di responsabilità ulteriore invitando gli operatori a non sfruttare tali asimmetrie e i consumatori ad un uso corretto degli strumenti di agevolazione». Di qui «l’azione di enforcement» annunciata dall’Autorità.

IL CHIARIMENTO

È stata tuttavia la stessa Arera ad accennare al «momento tanto complesso», alla «marcata esigenza di contemperare gli interessi a volte confliggenti dei diversi soggetti coinvolti», e all’«assoluta necessità che il quadro di regole sia chiaro, condiviso e correttamente applicato». Come ammettere che il comma 2 dell’articolo 3 del decreto Aiuti bis non è così chiaro nel prevedere solo «le modifiche contrattuali che si siano già perfezionate». Sono sei i casi scorretti segnalati dall’Unc. Ci sono società che hanno applicato modifiche unilaterali di contratto dopo il decreto, in virtù di avvisi inviati prima. Alcune comunicazioni, invece, sono arrivate perfino a settembre. Mentre in altri casi, spiega l’Associazione, non è stata sospesa la modifica ignorando il preavviso di tre mesi, quindi fino a maggio, previsto dal Codice di condotta dell’Arera.

 

E poi c’è anche il caso dell’invio di un nuovo contratto da far sottoscrivere al cliente sotto minaccia di passaggio al Servizio di Maggior Tutela o di Fornitura di Ultima Istanza. E allora di fronte a questo, tra le puntualizzazioni delle Autorità finisce il caso delle “evoluzioni automatiche delle condizioni economiche”. Essendo «modifiche/aggiornamenti delle condizioni economiche già previste dalle condizioni contrattuali all’atto della stipula», spiegano, come «lo scadere o la riduzione di sconti, il passaggio da un prezzo fisso ad uno variabile o il passaggio da un prezzo variabile a uno fisso», non sono congelate dal decreto. Mentre l’esercizio del diritto di recesso è corretto, a patto che si rispetti il preavviso di sei mesi.

Intanto Bankitalia taglia di un punto la crescita 2023 dell’Italia allo 0,3%, e avverte: nello scenario di uno stop del gas russo la recessione arriverebbe a -1,5%. A parlare di «aumento dei rischi di recessione e sicurezza energetica» globale è anche l’Agenzia dell’Energia dopo il taglio della produzione di petrolio deciso dall’Opec+.

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