Fisco, taglio a 226 bonus per ridurre Irpef e Ires. Sotto la lente 26 miliardi di crediti d'imposta

Ne ha parlato ieri il vice ministro all’Economia, Maurizio Leo, durante gli Stati generali dei commercialisti

Fisco, taglio a 226 bonus per ridurre Irpef e Ires. Sotto la lente 26 miliardi di crediti d'imposta
Fisco, taglio a 226 bonus per ridurre Irpef e Ires. Sotto la lente 26 miliardi di crediti d'imposta
di Andrea Bassi
Venerdì 5 Maggio 2023, 00:19 - Ultimo agg. 6 Maggio, 09:07
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Archiviato il taglio del cuneo contributivo, il governo ha già aperto il cantiere della riduzione delle tasse in vista della prossima legge di Bilancio. Un passaggio che non sarà semplice, considerato che alla manovra serviranno poco meno di 10 miliardi di euro solo per confermare, anche nel 2024, il taglio dei contributi a carico dei lavoratori. Se lo sconto fosse cancellato, a partire da gennaio le buste paga dei dipendenti diventerebbero più leggere per importi fino a 100 euro netti al mese. Il taglio dell’Irpef per le persone fisiche e dell’Ires per le aziende, insomma, ha bisogno di fonti di finanziamento solide. Per trovarle, il governo sta già lavorando a una “potatura” dei bonus fiscali oggi riconosciuti sia alle imprese che alle famiglie. Ne ha parlato ieri il vice ministro all’Economia, Maurizio Leo, durante gli Stati generali dei commercialisti. «Sparsi qua e là», ha spiegato Leo, «ci sono 226 crediti d’imposta. Credo», ha aggiunto, «si possa fare una bonifica di questa materia». Questi 226 bonus valgono 36 miliardi, e al loro sfoltimento, insieme ai tecnici di Leo, sta lavorando anche il Dipartimento delle Finanze guidato da Giovanni Spalletta.

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L’indicazione “politica” è che ogni euro in meno di bonus, dovrà comunque tradursi in una riduzione strutturale delle tasse (attraverso le aliquote) per le imprese o per le famiglie, a seconda di chi era il beneficiario del credito d’imposta che sarà cancellato.

Per le imprese, per esempio, due misure in particolare sarebbero finite sotto la lente per una “razionalizzazione”. Si tratta degli incentivi di Industria 4.0, ossia il credito riconosciuto alle imprese che investono in beni strumentali innovativi, e l’Ace, l’aiuto alla crescita economica, un’agevolazione che premia le imprese che reinvestono gli utili in azienda. 

Ma nel “disboscamento” finiranno certamente anche i crediti di imposta erogati per le bollette elettriche e del gas alle imprese. Cosa otterranno in cambio le imprese? La delega fiscale prevede un sistema a due aliquote. Ci sarà una prima aliquota Ires, la tassa che le imprese pagano sugli utili, che potrebbe anche essere inferiore all’attuale 24 per cento. E poi ci sarà un’aliquota “ridotta” per le imprese che nei due anni successivi si impegneranno ad effettuare investimenti innovativi o ad assumere personale. Questo secondo scaglione per le imprese potrebbe essere fissato al 15 per cento, ad un livello cioè pari a quello della Global minimum tax, la tassa globale minima che tutte le multinazionali saranno tenute a versare a prescindere dai Paesi nei quali operano.

Un meccanismo analogo ci sarà anche per il taglio delle tasse per le famiglie. Anche qui il progetto è già delineato. L’intenzione è, nella prossima manovra di Bilancio, quella di ridurre le aliquote Irpef dalle attuali quattro a tre. La prima aliquota rimarrà fissata al 23 per cento, ma ingloberà i redditi fino a 28 mila euro. La seconda aliquota dovrebbe invece scendere dal 35 al 33 per cento e la terza rimarrebbe confermata al 43 per cento. Uno schema simile costerebbe una decina di miliardi. Per ora ce ne sono a disposizione poco meno di sei. Ma anche in questo caso l’intenzione del governo è quella di intervenire con una razionalizzazione dei bonus fiscali e delle deduzioni. Per queste ultime l’idea principale sarebbe quella di stabilire una sorta di “plafond” (si parla del 4% del reddito) per tutte le detrazioni e deduzioni escluse quella per la salute e i mutui sulla prima casa.

In quest’ottica anche i bonus edilizi sono di nuovo sotto la lente e potrebbero ancora una volta essere modificati dopo la riduzione dal 110% al 90% dello sconto per le villette e al 70% per i condomini. Sul Superbonus ieri durante gli Stati generali dei Commercialisti è intervenuto anche il presidente del Consiglio nazionale Elbano De Nuccio, che ha lanciato la proposta di usare i fondi del Pnrr per reintrodurre, in modo mirato, lo sconto in fattura.

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