Buoni pasto, sciopero 15 giugno: i ticket non verranno accettati in ristoranti e supermarket. Consumatori in rivolta

Buoni pasto, sciopero 15 giugno: i ticket non verranno accettati in ristoranti e supermarket. Consumatori in rivolta
Buoni pasto, sciopero 15 giugno: i ticket non verranno accettati in ristoranti e supermarket. Consumatori in rivolta
Martedì 14 Giugno 2022, 19:41 - Ultimo agg. 16 Giugno, 11:45
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Sciopero dei buoni pasto domani 15 giugno. I ticket non verranno accettati nei bar, ristoranti, alimentari, supermercati e ipermercati aderenti alle principali associazioni di categoria della distribuzione e del commercio: Ancd Conad, ANCC Coop, Federdistribuzione, FIEPeT-Confesercenti, Fida e Fipe-Confcommercio. Lo ricorda Federdistribuzione in una nota, sottolineando che si tratta di «un'azione drastica»(comunicata ai consumatori a mezzo stampa e con affissione di locandine), «resasi necessaria per chiedere con urgenza al Governo una riforma radicale del sistema dei buoni pasto con l'obiettivo di salvaguardare un servizio importante per milioni di lavoratori e renderlo economicamente sostenibile».

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Le ragioni dello sciopero

«In Italia abbiamo commissioni non eque, le più alte d'Europa.

Parliamo del 20% del valore nominale di ogni buono. È un meccanismo influenzato enormemente dagli sconti ottenuti dalla Consip nelle gare indette con la logica del massimo ribasso. Peccato che i risparmi che la centrale di acquisto pubblica riesce ad ottenere nell'assegnazione dei lotti di buoni pasto siano sostanzialmente annullati dal credito d'imposta che le società emettitrici ottengono a fronte della differenza Iva tra le aliquote applicate in vendita e in riscossione. A pagare il conto sono le nostre aziende», afferma Alberto Frausin, Presidente di Federdistribuzione. «Vogliamo che i buoni pasto, un servizio prezioso per milioni di lavoratori e famiglie, continuino a essere utilizzati anche in futuro, ma ciò sarà possibile solo sulla base di condizioni economiche ragionevoli e di una riforma radicale dell'attuale sistema che riversa commissioni insostenibili sulle imprese e ne mette a rischio l'equilibrio economico», conclude Frausin.

Consumatori: contro-sciopero, domani niente spesa

«Ancora una volta i consumatori italiani vengono usati come ostaggi dalle organizzazioni della Gdo e dei ristoratori per rivendicazioni che, seppur giuste nella sostanza, finiscono per danneggiare solo ed unicamente i cittadini». Lo affermano le associazioni dei consumatori Adoc, Adiconsum, Assoutenti e Federconsumatori, che bocciano senza mezzi termini lo sciopero dei buoni pasto indetto per domani 15 giugno.

«Se la protesta contro le condizioni svantaggiose dei buoni pasto è corretta nelle sue motivazioni, il soggetto contro cui viene attuato lo sciopero, ossia i consumatori, è del tutto errato, perché saranno solo gli utenti a pagare il prezzo di tale iniziativa. Non si capisce perché le organizzazioni della Gdo e degli esercenti non abbiano pensato a proteste contro Consip e Mef, unici responsabili delle condizioni imposte sui ticket per la spesa» proseguono le 4 associazioni che indicono un «contro-sciopero dei buoni pasto, invitando i consumatori italiani a disertare i supermercati» e rimandare la spesa.

Unc: «Revoca della convenzioni agli scioperanti»

«Chiederemo la revoca della convenzione per gli esercizi scioperanti per il grave inadempimento delle obbligazioni contrattuali». Il presidente dell'Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona, commentando la conferma dello sciopero dei buoni pasto di domani, chiede ai consumatori di inviare via email o attraverso il sito dell'associazione (www.consumatori.it) il nome dell'esercente, il suo indirizzo e la società che ha emesso il buono.

«È incredibile che per strappare commissioni più basse finiscano per prendersela con i loro clienti» che, secondo Dona, «sono le vere vittime di questa situazione, visto che il costo di quelle commissioni viene traslato da bar e ristoranti sul cliente finale sotto forma di un aumento dei prezzi e, quindi, viene pagato dai consumatori».

«A differenza di quanto da loro sostenuto nel primo comunicato, in cui si annunciava lo sciopero, l'ultimo anello della catena non sono gli esercenti ma i lavoratori a cui domani verrà a mancare un servizio essenziale e indispensabile, specie se si lavora lontano da casa, e che domani saranno costretti a pagarsi il pranzo o a digiunare» conclude Dona.

Castelli: «Nei prossimi giorni tavolo tecnico per soluzione»

Convocare un tavolo tecnico sui buoni pasto «per definire una soluzione che sia in linea con quanto già avviene a livello europeo e consenta di riequilibrare, tra l'altro, anche i meccanismi di gara». È l'intenzione del viceministro dell'Economia, Laura Castelli, al termine di un incontro con le organizzazioni che domani hanno deciso di non ritirare i buoni pasto.

«Ho incontrato, poco fa, al Ministero dell'Economia e delle Finanze, i rappresentanti di Fipe-Confcommercio, Fida, Fiepet-Confesercenti, Federdistribuzione, Ancc-Coop e Ancd-Conad, le organizzazioni di categoria che riuniscono la maggior parte di bar, ristoranti, alimentari, supermercati e ipermercati che quotidianamente accettano i buoni pasto e che, domani, hanno deciso di non ritirarli. - scrive Castelli sui social - Sono realtà che chiedono una riforma del sistema che consenta la sostenibilità di questo servizio, senza penalizzare i quasi 3 milioni di lavoratori che ne beneficiano e gli esercenti che sono finanziariamente penalizzati dalle commissioni elevate. È un tema delicato, che si protrae da troppo tempo, su cui nei prossimi giorni intendo convocare un tavolo».

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