La Campania e il Covid: reddito salvato dai bonus, passi indietro del lavoro

La Campania e il Covid: reddito salvato dai bonus, passi indietro del lavoro
di Gianni Molinari
Giovedì 24 Giugno 2021, 23:59 - Ultimo agg. 24 Marzo, 07:21
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Non è urgente in Campania, ma urgentissimo mettere mano alla questione lavoro «vero» dopo l’anno e passa del Covid-19 e dell’anestesia dei sostegni al reddito che come un manto di asfalto hanno coperto il tratto di un’economia discontinua, fatta da una trama di tante debolezze che pesano anche sulle molte eccellenze e ne frenano la capacità di sviluppo. 

Ieri Bankitalia ha presentato con il direttore della sede di Napoli Antonio Cinque e il responsabile della divisione di ricerca e analisi economica, Luigi Leva, il suo rapporto annuale sull’economia della Campania che mette insieme molti dei dati già conosciuti sull’anno del Covid ma ne valorizza l’indispensabile lettura unitaria di fenomeni che, spesso presi in mondo indipendente, si prestano a facili e superficiali letture dettate talvolta dall’eccessivo condizionamento degli interessi particolari. 

La Campania nell’anno del virus è stata ferma complessivamente 120 giorni, un tempo enorme che ha pesato sulle produzioni industriali, sulle dinamiche dei consumi, sul lavoro.

E che continua a pesare. Certo non è stato tutto fermo, anzi - come dimostrano i dati delle esportazioni - il sistema economico ha trovato la sua ancora di «parziale» salvezza nelle produzioni farmaceutiche e in quelle del sistema agro-alimentare. Ma altri settori, a cominciare dal mondo dei servizi alla persona, il turismo e le costruzioni sono stati colpiti con una durezza superiore a quella media del Paese.

Ed è da questi mondi - dalla riduzione dell’occupazione (perché ci sarà ancora il blocco dei licenziamenti, ma i contratti stagionali e a tempo determinato semplicemente non ne sono stati stipulati) e dal suo impatto sulle famiglie - che si comprende quanto sia decisivo per il futuro complessivo della Campania. 

C’è un dato su tutti che deve far riflettere: nelle famiglie senza reddito da lavoro vive il 27 per cento dei minori campani (era il 21,7% nel 2019), quota ampiamente superiore alla media nazionale, inoltre la crisi sanitaria ha determinato una crescita degli individui che vivono in nuclei maggiormente esposti al rischio occupazionale (cioè con soli redditi da lavoro dipendente a tempo determinato o da trattamento di integrazione salariale) è cresciuta all’otto per cento (sette in Italia).

Una situazione aggravata dal fatto che chi non ha un lavoro, scoraggiato, non lo cerca nemmeno più: il tasso di attività è diminuito in una anno di quasi due punti (dal 52% al 50,3), e di oltre tre punti è diminuita la disoccupazione dal 20,4 di dicembre 2019 al 17,2 del dicembre 2020. 

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Per far fronte alla Pandemia e dare un reddito minimo a queste famiglie sono stati usati strumenti straordinari, molti non più ripetibili. Nel 2020 è cresciuto il ricorso al reddito e alla pensione di cittadinanza: i beneficiari al termine dell’anno hanno raggiunto le 236.000 unità, in aumento del 27,4 per cento rispetto alla fine del 2019. Complessivamente - calcolando i nuclei familiari interessati - Bankitalia calcola che un campano su sette è raggiunto dal reddito!

Tutto ciò ha permesso di contenere la flessione dei consumi (hanno patito sostanzialmente quelle di beni durevoli, anche se nel primo trimestre del 2021 le immatricolazioni delle autovetture è cresciuto del 53,3%, il doppio della media nazionale e anche durante il 2020 la flessione 21,2 è stata inferiore a quella nazionale, 27,9%) e anche di far crescere molto i risparmi delle famiglie (+6,7% nel 2020 e +5,6 nei primi tre mesi del 2021) e soprattutto quelli delle imprese +29,5% nel 2020 e +32 nel primo trimestre del 2021 soprattutto in conto corrente a dimostrazione che le aspettative sono ancora incerte e che le imprese si cautelano mantenendo un’elevata liquidità (anche grazie ai corposi interventi pubblici). 

Bankitalia ha dedicato un capitolo anche alla digitalizzazione: la Campania ha connessioni migliori rispetto al resto del Paese e anche le scuole campane hanno connessioni a banda larga migliori che nel resto del paese. 
Su come viene impiegata la connessione, i dati vanno da un’altra parte. Dal lavoro agile, all’internet banking, ai pagamenti elettronici la Campania veleggia nelle ultime posizioni «penalizzata - spiega Bankitalia - soprattutto da più modeste competenze digitali e dallo scarso utilizzo di internet da parte dei cittadini, a cui si aggiungeva un minore livello di offerta di servizi digitali degli enti locali». 

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