Caro-materiali, aumenti del 35%: senza aiuti alle aziende ferme le grandi opere del Pnrr

Caro-materiali, senza aiuti alle aziende ferme le grandi opere del Pnrr
​Caro-materiali, senza aiuti alle aziende ferme le grandi opere del Pnrr
Martedì 13 Settembre 2022, 00:10 - Ultimo agg. 15:24
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I cantieri del Pnrr a rischio con il caro-materiali che sta paralizzando le aziende del settore costruzioni. Si tratta di aumenti che in media oscillano fra il 35 e il 40 per cento e che sono in parte legati all’incremento dei costi energetici. Un balzo di dimensioni tali difficilmente prevedibile sei mesi fa. E di fronte al quale il governo non è ancora intervenuto con la dovuta determinazione.
Per essere precisi, delle compensazioni sono state varate, ma solo nel primo semestre del 2021, mentre per l’anno in corso non è arrivato neppure un euro. Eppure gli uffici della Pubblica amministrazione, le stazioni appaltanti, hanno già la disponibilità dei fondi necessari, ma potranno erogare solo quando sarà varato il provvedimento legislativo fermo sulle scrivanie del governo. L’Ance ha già lanciato un allarme, che però finora è caduto nel vuoto, complice la crisi di governo e le tensioni legate alle elezioni ormai imminenti. Sta di fatto che l’aggiornamento dei “prezziari” è rimasto lettera morta, così come sono molto flebili gli impulsi del governo centrale verso le amministrazioni.

Le tappe

Sicché il Dpcm che definisce la procedura per compensare i costi delle nuove opere non è stato ancora pubblicato in “Gazzetta Ufficiale”.

Il tutto contribuisce a creare uno stato di difficoltà e incertezza che si sta pesantemente riflettendo sulle imprese che già stavano cumulando - nella gestione dei cantieri - i vecchi aumenti delle materie prime e dei manufatti con i rincari energetici. Va da sé che le ripercussioni molto negative sia sui cantieri da avviare ma, sopratutto, su quelli in corso: dai ritardi nella tabella di marcia pensata dal governo alle possibili penali per l’allungamento dei tempi, che per solito nei contratti occupano una parte con la quale un imprenditore non si vorrebbe mai cimentare. 

La stima

Ma vediamo come il servizio studi dell’Ance arriva alla stima del 35% medio di maggiorazione dei costi per i materiali di base per effetto dei rincari energetici e delle dinamiche che già prima che scoppiasse la guerra tra Russia e Ucraina erano in movimento, quale strascico della pandemia. E’ però evidente che nella somma la componente energetica resta prevalente.
L’ufficio studi dell’associazione tiene conto di due aspetti: quello diretto dei maggiori costi energetici sui cantieri e quello dei maggiori costi energetici sulla produzione dei materiali con conseguente maggior costo dei materiali impiegati.
Sul primo aspetto, cioè l’incidenza diretta del costo dell’energia sulle lavorazioni edili, l’Ance rileva che «negli ultimi mesi la componente energetica della bolletta risulta aumentata, rispetto alla media 2020, di oltre dieci volte (+1.230%)». L’associazione osserva anche che l’incidenza del costo energetico oscilla molto da lavorazione a lavorazione, con minimi dell’1% e massimi del 10% e una media stimata intorno al 3%.

L’impatto

Ma l’impatto più forte arriva dalle conseguenze che gli incrementi energetici stanno avendo sul prezzo dei prodotti impiegati. Negli ultimi sette mesi, l’acciaio per il calcestruzzo è per esempio aumentato del 55%, il pvc del 43%, il bitume del 49 per cento. Oscillazioni al rialzo anche per rame (più 15%), polistirene (più 31%) ma, come dimostra la tabella pubblicata in pagina, l’elenco potrebbe continuare a lungo.
Il quadro che l’associazione paventa è quello di un nuovo «shock dal lato dell’offerta» determinato «dall’interruzione delle filiere produttive», come già accaduto al termine del 2020. «Siamo di fronte ad una situazione molto complessa - incalza la presidente dell’Ance, Federica Brancaccio - perchè sono le imprese a realizzare il Pnrr e senza adeguamento dei prezzi non è possibile andare avanti. Mi auguro che si prendano dei provvedimenti rapidi per sbloccare l’impasse per far marciare il Piano nei tempi fissati. In fondo si tratta di finalizzare ciò che il governo ha già deliberato». Come più volte il Messaggero ha ricordato in questi giorni, le aziende del settore attendono da mesi l’erogazione dei fondi stanziati col Dl Aiuti insieme all’emendamento che autorizza le Pa ad anticipare le somme che hanno a disposizione a titolo di acconto.

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