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Cartelle esattoriali meno care, un miliardo per il taglio del 6%: governo pronto a cancellare l’aggio

Cartelle esattoriali meno care, un miliardo per il taglio del 6%. Governo pronto a cancellare l aggio
Cartelle esattoriali meno care, un miliardo per il taglio del 6%. Governo pronto a cancellare l’aggio
di Michele Di Branco
Articolo riservato agli abbonati
Lunedì 15 Novembre 2021, 07:00 - Ultimo agg. : 16 Novembre, 15:42
4 Minuti di Lettura

Cartelle esattoriali meno care. Governo pronto a cancellare l’aggio, il meccanismo di remunerazione dell’attività della Riscossione posto a carico del contribuente raggiunto da una lettera del fisco. Dal 2022, secondo quanto previsto dalla bozza della legge di Bilancio licenziata dal governo alcuni giorni fa, la discussa gabella (oggetto di una recente censura da parte della Consulta) cesserà di esistere. E il vuoto finanziario sarà colmato da un trasferimento economico del peso di 995 milioni verso le casse dell’agente della riscossione. La riforma era stata studiata per la legge delega che punta ad una riforma organica del sistema fiscale, ma Palazzo Chigi ha voluto accelerare stralciandola dal provvedimento e inserendola direttamente in manovra. 

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Come ricordato, la modifica del sistema di remunerazione dell’attività di riscossione, con il conseguente superamento dell’aggio, è un intervento richiesto dalla Corte Costituzionale, che nella sentenza del 10 giugno scorso ha sollecitato il legislatore ad una riflessione circa la stessa ragion d’essere dell’aggio di riscossione che, così com’è formulato, finisce per far ricadere su alcuni contribuenti, in modo non proporzionato, i costi complessivi dell’attività di riscossione. La riforma prevede il superamento dell’aggio con l’introduzione di uno stanziamento annuale a carico del bilancio dello Stato che assicuri la disponibilità finanziaria necessaria al funzionamento del sistema di riscossione. Saranno invece confermati sia il rimborso dei diritti di notifica degli atti di riscossione (attualmente 5,88 euro a cartella) sia le spese per le procedure di recupero. Pur non trattandosi della voce più onerosa in una cartella esattoriale, l’aggio resta pur sempre una percentuale in più (6% del debito) da pagare per il contribuente. E solo nel caso in cui il saldo di tale debito avvenga entro i 60 giorni dalla notifica l’aggio si riduce al 4,65%.  

Dal prossimo anno si cercherà di regolamentare in modo differente l’attività di riscossione. Grazie ad un perfezionamento stringente dei sistemi informatici di controllo e gestione delle pratiche sarà la tecnologia a farla da padrone: ecco perché le banche dati, come l’Anagrafe tributaria, ricopriranno un ruolo di primo piano in questa attività, senza bisogno alcuno di richiedere specifiche autorizzazioni alle indagini, come ad esempio accade per l’Agenzia delle entrate. In questi giorni sono state sollevate alcune perplessità sull’opportunità di accollare alla fiscalità generale il costo della caccia agli evasori, anche se la Consulta ha fatto notare che, a causa della evidente inefficacia delle operazioni di recupero del fisco, solamente una piccola fetta di debitori (in particolare quelli che alla fine si convincono a pagare) è tenuta a finanziare il funzionamento del sistema pubblico della riscossione tramite l’aggio. 

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Stando ai principi costituzionali – hanno osservato i giudici – questi costi sarebbero da porre a carico del bilancio statale, pur non escludendo la possibilità, tramite sistemi misti, di addebitarne una quota agli stessi morosi. Un ragionamento sul quale concorda Raffaello Lupi. «Con il sistema attuale – spiega il professore di Diritto Tributario all’Università Tor Vergata di Roma – si finisce per mettere a carico di chi soddisfa le richieste di Equitalia-Agenzia Entrate riscossione i costi complessivi di mantenimento della macchina, a fronte di un costo vivo di recupero pari a quello della redazione ed invio di una lettera.

L’efficienza – ammonisce Lupi – avrebbe invece richiesto valutazioni “costi-benefici” sull’avvio dell’esecuzione coattiva, col recupero in capo all’inadempiente anche delle spese vive di pignoramento e vendita, determinate in modo personalizzato. Prima di discutere su chi debba pagare il funzionamento di questi uffici, se l’erario in generale o i contribuenti morosi, occorre ripensarne radicalmente le funzioni». La cancellazione dell’aggio è un pezzo importante della riforma della Riscossione. Nelle strategie del governo figura, tra l’altro, lo smaltimento dell’enorme montagna di crediti mai riscossi. Per limare l’accumulo (che vale circa mille miliardi) si pensa ad una revisione delle procedure di inesigibilità dei crediti a ruolo.  

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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