La moratoria sulla riscossione offre ancora un po' di ossigeno ai contribuenti: le cartelle fiscali (che sarebbero dovute ripartire il 16 ottobre) si fermano fino a fine anno attraverso un meccanismo che prevede la sospensione dei versamenti, della notifica di nuove cartelle e dell’invio di altri atti della riscossione, compresa la possibilità per l’Agenzia delle Entrate di avviare azioni cautelari ed esecutive, come fermi amministrativi, ipoteche e pignoramenti. La scelta del governo estende l’arco temporale degli interventi agevolativi già contenuti nel Decreto “Cura Italia” e nel successivo Decreto Rilancio. Il che vuol dire che il 1° gennaio 2021, a meno di ulteriori stop, l’attività di riscossione riprenderà la sua marcia dopo ben 9 mesi blocco. Il congelamento della riscossione avrà effetti positivi per chi presenta la richiesta di rateizzazione dei propri debiti fiscali entro il 31 dicembre. Si potrà infatti beneficiare di regole più flessibili sulla decadenza dalla rateazione. Oggi, infatti, servono 5 mancati pagamenti per vedersi negata la dilazione e tornare così ai meccanismi ordinari della riscossione. Con la novità portata dal nuovo decreto le rate non pagabili raddoppiano solo dopo dieci mancati appuntamenti con le casse, anche non consecutivi, si perderà il beneficio dilazionato per i versamenti. Non solo: fino a fine anno sarà operativa la sospensione degli obblighi derivanti dai pignoramenti presso terzi, effettuati dal fisco su stipendi, salari o altre indennità relative al rapporto di lavoro o impiego, nonché a titolo di pensioni e trattamenti assimilati. Pertanto, per tutto l’ultimo scorcio del 2020 le somme oggetto di pignoramento non devono essere sottoposte ad alcun vincolo di indisponibilità ed il soggetto terzo deve renderle fruibili al debitore. E questo anche in presenza di assegnazione già disposta dal giudice dell’esecuzione.
LEGGI ANCHE Ecco tutte le novità della legge di Bilancio 2021
Benché i numeri del ministero dell’Economia mostrino che oltre il 60% dei morosi abbia continuato a pagare le cartelle esattoriali anche durante il blocco, il governo (che in primavera, inizialmente, aveva deciso di aiutare solo i contribuenti delle “zone rosse”) ha deciso per uno stop generalizzato.
Occorre inoltre ricordare che le cartelle riguardano solo in parte le contestazioni relative alle imposte non dichiarate o non versate: solo il 36% delle richieste arriva dall’Agenzia delle Entrate. Una quota del 18% delle cartelle è invece relativa a richieste in arrivo dagli enti locali, per lo più multe stradali non pagate. E quanto ai versamenti fiscali veri e propri, anche questi erano stati oggetto di sospensione a seguito della crisi da Covid; ma come ha notato lo stesso ministro dell’Economia Gualtieri, molti contribuenti hanno comunque scelto di fare il proprio dovere, generando un gettito superiore di circa 7 miliardi rispetto alle stime dell’esecutivo.