Cartelle esattoriali, rinvio di due mesi ma si allungano i tempi per i ristori alle categorie

Cartelle esattoriali, rinvio di 2 mesi ma si allungano i tempi per i ristori alle categorie
Cartelle esattoriali, rinvio di 2 mesi ma si allungano i tempi per i ristori alle categorie
di Michele Di Branco
Venerdì 19 Febbraio 2021, 00:23 - Ultimo agg. 14:57
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Ancora due mesi di respiro sul fronte della riscossione delle tasse. Governo pronto a congelare l’invio di 54 milioni di cartelle esattoriali rinviando l’operazione in primavera, a fine aprile. Con un primo decreto legge ad hoc da parte del governo Conte, l’attività dell’Agenzia delle Entrate è stata sospesa fino al 31 gennaio e a questo intervento si è poi aggiunto un secondo provvedimento che ha congelato tutto fino al 28 febbraio. Adesso l’esecutivo Draghi si prepara ad azionare il terzo stop, fermo restando che, sul fronte del fisco, la rotta indicata da Mario Draghi è quella di una visione di più ampio respiro in vista di una complessiva riforma del sistema fiscale.  

Questa nuova tregua, nei ragionamenti di Palazzo Chigi, consentirà a molti contribuenti, che oggi si trovano in difficoltà economiche, di poter adempiere ai propri doveri fiscali in modo più sereno.

Ovviamente nel pacchetto congelato rientrano la riscossione coattiva e l’attività di notifica degli avvisi di accertamento. La decantazione fiscale è particolarmente gradita alla Lega. «La proposta che faremo al presidente Draghi è la pace fiscale, l’azzeramento delle cartelle inferiori a mille euro e il dimezzamento dell’importo delle altre cartelle esattoriali» ha detto ieri il leader Matteo Salvini spingendosi ancora più avanti. 

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In ballo, occorre infatti ricordare, c’è un progetto di ulteriore rottamazione delle cartelle esattoriali (la quarta) messa a punto dal precedente governo e sponsorizzata in particolare dai 5 Stelle. 

Il dossier fiscale è strettamente collegato al decreto Ristori cinque che, secondo quanto filtra da fonti ministeriali, non arriverà prima della fine del mese. Il governo può contare su un plafond di 37 miliardi di euro, frutto dello scostamento di Bilancio (32 miliardi) e di altri 5 miliardi accantonanti nel precedente decreto. Come saranno utilizzate le risorse? La strategia di sostegno delle imprese e lavoro, ha spiegato Draghi, partirà da coloro che fino a oggi hanno pagato il prezzo più alto: i lavoratori autonomi, i giovani e le donne. Il Dl, oltre a garantire i ristori necessari per gli aiuti alle imprese (in cima l’industria dello sci: 4 miliardi) e per la cassa integrazione, dovrà affrontare il problema del blocco dei licenziamenti. «Il governo dovrà proteggere i lavoratori, tutti i lavoratori» ha spiegato Draghi, avvertendo però che «sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche». 

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Le ipotesi sul tavolo dell’esecutivo, sul dossier licenziamenti, sono diverse. C’è chi ipotizza una mini proroga per tutti di un mese (in attesa di conoscere il provvedimento che istituisca un nuovo sistema di ammortizzatori al quale sta lavorando il neo ministro del Lavoro, Andrea Orlando) e chi auspica, come i sindacati, un allungamento dello stop fino a settembre. Il punto di caduta potrebbe essere la proroga dello stop a fine giugno. Un indizio, in tal senso, lo avrebbe dato Giancarlo Giorgetti, incontrando ieri mattina i sindacati metalmeccanici nell’ambito della vertenza Whirlpool. Alle rappresentanze dei lavoratori, il ministro dello Sviluppo economico avrebbe garantito che la volontà dell’esecutivo è quella di estendere il blocco a tutti e che nei prossimi giorni partirà un tavolo con il ministero del Lavoro. Un differimento, nelle strategie, potrebbe essere propedeutico a un secondo step che dia il via a una proroga selettiva del blocco. 

Il divieto di licenziare, in un secondo tempo, resterebbe per le aziende rimaste chiuse per le limitazioni sanitarie o per quelle più colpite dalla crisi. I settori che continuerebbero a usufruire della Cig covid gratuita sono, tra gli altri, la ristorazione, il commercio, gli spettacoli e lo sport. Potrebbero invece cominciare a camminare sulle loro gambe comparti come la manifattura, il web, l’edilizia, l’agricoltura. Settori che, se necessario, possono sempre attivare la cassa integrazione ordinaria, finanziata con propri contributi. Le risorse non sono certo un problema secondario. Lo Stato ha già speso 30 miliardi in integrazioni salariali ed è chiaro che la Cig gratis per tutti non potrà continuare ancora a lungo.

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