Cartelle 2020 spalmate su due anni e ipotesi rottamazione. Ristori, addio codici Ateco

Cartelle 2020 spalmate su due anni e ipotesi rottamazione. Ristori, addio codici Ateco
Cartelle 2020 spalmate su due anni e ipotesi rottamazione. Ristori, addio codici Ateco
di Michele Di Branco
Sabato 16 Gennaio 2021, 09:30 - Ultimo agg. 19:11
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Ristori sulla base delle perdite di fatturato maturate nel 2020, invio al rallentatore delle cartelle esattoriali e una riedizione della rottamazione fiscale. E poi altre 18 settimane di Cig Covid. La crisi non ferma la strategia del governo, al lavoro per mettere a punto il decreto Ristori cinque, necessario per potenziare ed estendere gli aiuti alle attività messe spalle al muro dalla pandemia.

La richiesta di scostamento, 32 miliardi, che Palazzo Chigi ha chiesto al Parlamento dovrebbe essere votata il 20 gennaio, dopo l'esito dell'informativa del premier Giuseppe Conte.

E, dunque, fra meno di una settimana l'esecutivo avrà a disposizione i soldi per l'intervento che varrà complessivamente 37,3 miliardi di euro. Alla copertura assicurata dallo scostamento vanno infatti aggiunti 5,3 miliardi postati a fine 2020 con il decreto Ristori quater. 

Nutrito il menù degli interventi. Le risorse serviranno, innanzitutto, per nuovi indennizzi a fondo perduto per le attività colpite dalla crisi, con un meccanismo perequativo che dovrebbe misurare le perdite accusate da aziende e professionisti nel corso del 2020, mettendole a confronto con l'anno precedente. Si ragiona in queste ore sull'opportunità di inserire anche i costi fissi nei criteri di calcolo, ma su questo punto non ci sono certezze. 

Sul piatto anche interventi ad hoc (5-6 miliardi) per l'industria dello scii invernale, mentre è certa l'inclusione delle aziende della filiera, indirettamente danneggiate da chiusure e restrizioni. In sostanza, spiega una fonte del ministero dell'Economia, «si lavora ad un intervento che abbandoni lo schema dei codici Ateco, che colleghi gli aiuti alle singole attività, che guardi a quanto accaduto nel 2020 per compensare le perdite di fatturato e che vada al di là delle singole mensilità perché rischierebbe di penalizzare una serie di attività che hanno natura stagionale».

Nei piani, sono previsti risarcimenti anche per autonomi e Partite Iva non costrette a chiudere o limitare l'attività ma che hanno comunque subito importanti perdite di fatturato nel corso del 2020 a causa del Covid.Dunque quello che si prefigura è un intervento con indennizzi e contributi legati alle perdite e non alla tipologia di attività, ammettendo anche i professionisti iscritti alle casse di previdenza private.

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Il secondo braccio del decreto riguarda il capitolo fiscale. Nel Consiglio dei ministri di due giorni fa, il governo ha bloccato fino a fine gennaio l'attività di invio e riscossione delle cartelle esattoriali, che avrebbe dovuto riprendere in questi giorni. La mossa è stata fatta in attesa di un pacchetto di misure che attutisca l'impatto dei 54 milioni di atti sospesi duranti la pandemia.

«Ci sarà una rimodulazione dell'attività di riscossione necessaria per evitare che la ripresa di questa attività produca assembramenti eccessivi negli uffici dell'Agenzia delle entrate ed anche per diluire l'impatto di questa ripresa che è necessaria» ha spiegato ieri il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri. In sostanza, il governo punta a diluire in tempi lunghi 24 mesi, forse addirittura 36, l'invio di questa montagna di atti, anche per predisporre un piano di pacificazione fiscale. Si ipotizza infatti la messa a punto di una rottamazione quater, che ricomprenda tutti i debiti fiscali maturati entro il 2019, e che consenta di poter saldare le pendenze fiscali pagando a rate, con l'azzeramento di sanzioni ed interessi.

Per le cartelle esattoriali relative al 2020 si studia invece un meccanismo di Saldo e stralcio, per consentire a chi è stato messo in ginocchio dal Covid-19 di rientrare con un forte abbattimento delle tasse arretrate dovute. Nel pacchetto potrebbe trovare spazio anche la pulizia del magazzino delle cartelle fiscali più antiche. Nel decreto Ristori, oltre a fondi per le vaccinazioni, ci sarà anche il rifinanziamento della Cig Covid. Lo ha confermato il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, spiegando che si va verso ulteriori 18 settimane, almeno per le piccole aziende.

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