Manovra, Iva dimezzata per le case green: giù le tasse per chi comprerà nel 2023 le abitazioni di classe A e B

Il premier: scommessa vinta. E replica a Cgil e Confindustria. Due mesi in più per le cartelle. Il tetto al Pos potrebbe saltare

Case green, Iva dimezzata. Giù le tasse per chi comprerà nel 2023 le abitazioni delle classi energetiche A e B
Case green, Iva dimezzata. Giù le tasse per chi comprerà nel 2023 le abitazioni delle classi energetiche A e B
di Andrea Bassi
Sabato 17 Dicembre 2022, 23:57 - Ultimo agg. 18 Dicembre, 19:47
4 Minuti di Lettura

Giorgia Meloni difende la Manovra. E in maniera netta. Parla di una «scommessa vinta», e reagisce alle critiche della Cgil e della Confindustria. «Ho trovato bizzarre le posizioni di alcuni sindacati», dice chiudendo la festa del decennale di Fratelli d’Italia. «La Cgil dice che è una Manovra contro i poveri, poi - attacca Meloni - quando viene al confronto con il governo difende il Pos e dice che è discutibile la scelta di indicizzare di più le pensioni minime piuttosto che quelle alte, è una cosa che da un sindacato di sinistra non mi aspetterei». Parole più misurate nei confronti della Cisl: «ha avuto approccio più pragmatico». Netto anche il messaggio nei confronti di Carlo Bonomi: «Più della metà delle risorse le abbiamo usate per mettere in sicurezza le imprese. Quando, come fa Confindustria», aggiunge il premier, «mi si dice che devo fare di più mi si dica anche dove prendere le risorse». Attacchi frontali di chi è determinato a realizzare ciò che ha in mente, salvo talvolta poter essere obbligato al dietrofront. È il caso della norma contenuta in Manovra che introduce la soglia di 60 euro sotto la quale i commercianti possono rifiutare i pagamenti con il Pos. Nonostante Meloni l’abbia difesa più volte, la norma potrebbe infatti saltare. A seguito delle interlocuzioni con Bruxelles relative al Pnrr (l’assenza di soglie ai pagamenti è uno degli obiettivi garantiti da Mario Draghi alla Commissione Ue per ottenere i fondi), il discusso articolo dovrebbe essere eliminato con un emendamento ora all’esame della Commissione Bilancio della Camera. 

Meloni: «Regionali Lazio? Lunedì il nome del candidato. Migranti? Con Francia dobbiamo trovare soluzione»

Quella sul Pos però non è la sola modifica a cui si lavora in Aula. Arriva infatti anche uno sconto fiscale per chi compra case ad elevata efficienza energetica dalle imprese di costruzione. E un cambio di rotta sullo stralcio delle multe fino a mille euro. Sono due delle principali novità emerse dai primi emendamenti del governo depositati ieri in Commissione bilancio della Camera. Oggi arriveranno gli altri. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, si recherà in Commissione per illustrarli. Ma andiamo con ordine. 
Ieri alla Camera è arrivato un pacchetto “fiscale”.

Il primo emendamento depositato dal governo prevede la possibilità di detrarre dall’Irpef il 50% dell’importo corrisposto per il pagamento dell’Iva per l’acquisto di unità immobiliari residenziali entro la fine del 2023, a patto che abbiano una classe energetica A o B. La detrazione di imposta potrà essere scontata dall’Irpef in dieci rate annuali di pari importo. Oggi per chi acquista una «prima casa» da un’impresa di costruzione, l’Iva applicata è del 4%. Con la misura adottata dal governo in pratica è come se si pagasse il 2%. Va detto che non è una prima assoluta. Questa agevolazione era infatti stata introdotta per la prima volta nel 2016 e prorogata nel 2017, prima di decadere. 

 

IL PASSAGGIO

La seconda novità di rilievo riguarda invece lo stralcio delle cartelle esattoriali fino a mille euro. Innanzitutto lo stralcio slitterà di 2 mesi, dal 31 gennaio al 31 marzo. Il governo poi, ha ascoltato il grido di allarme dei Comuni, preoccupati per la tenuta dei propri bilanci. L’azzeramento totale dei ruoli sarà valido soltanto per i tributi erariali, mentre per quelli dei Comuni ci sarà un «annullamento parziale». Viene previsto che per i crediti affidati dagli enti diversi dalle amministrazioni statali, lo stralcio automatico per le cartelle fino a mille euro, sia limitato solo alle somme dovute per interessi di ritardata iscrizione a ruolo, per le sanzioni e per gli interessi di mora. Dunque i contribuenti dovranno versare la “quota capitale”, ossia l’importo originario di tasse e multe non pagate, e il rimborso spese per le procedure esecutive di pagamento. Una norma che, come detto, vale anche per le multe stradali e che nei fatti sono costituite interamente da una sanzione. Ad essere “condonate” in questo caso, saranno solo le sanzioni diverse da quelle comminate per violazione del codice della strada. Le multe, insomma, andranno pagate per l’importo originario. Comuni, comunque, avranno la possibilità di non aderire nemmeno a questa sanatoria parziale. Basterà adottare una delibera entro la fine di gennaio. L’Anci aveva spiegato che lo stralcio delle cartelle sotto i mille euro, rischiava di dare un colpo da 300 milioni di euro ai loro bilanci, dove quelle cartelle sono iscritte all’attivo. I sindaci inoltre, hanno ottenuto nuovi aiuti contro il caro bollette. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA