Cashback di Natale a rilento, scatta rimborso retroattivo per i ritardi della app IO

Cashback di Natale a rilento, scatta rimborso retroattivo per i ritardi della app IO
Cashback di Natale a rilento, scatta rimborso retroattivo per i ritardi della app IO
di Francesco Bisozzi
Venerdì 11 Dicembre 2020, 22:22 - Ultimo agg. 12 Dicembre, 19:27
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Un piano per salvare l’extra cashback di Natale dal flop. Dopo i malfunzionamenti dell’app Io, a causa dei quali decine di migliaia di utenti non sono riusciti ad attivare i propri strumenti di pagamento (carte e app) prima dell’8 dicembre, quando il programma ha preso ufficialmente il largo ed è iniziato il conteggio degli acquisti, al ministero dell’Economia si studia una soluzione per evitare che una buona fetta dei partecipanti venga penalizzata nella corsa al cashback natalizio. È se da un lato a spingere sono gli esponenti grillini e una buona fetta del Pd, dall’altra a Palazzo Chigi frenano. 


LA VIA D’USCITA
L’ipotesi del Mef sarebbe quella di rendere il cashback retroattivo per gli utenti che si sono iscritti in ritardo al programma, ovvero di consentire al sistema di conteggiare gli acquisti effettuati con carte e app prima della loro attivazione se successiva all’8 dicembre. 


Al contrario oggi il sistema tiene conto solo delle spese eseguite con un dato strumento elettronico a partire dal giorno dopo in cui questo è stato attivato.

Sono ora quasi 4 milioni i cittadini che si sono iscritti al cashback tramite l’app Io o i sistemi messi a disposizione dagli operatori che collaborano al piano Italia Cashless, tra cui Poste Italiane e Satispay. Considerato che l’app Io della Pubblica amministrazione è stata scaricata finora da circa 9 milioni di persone, oltre la metà di queste finora ha snobbato l’extra cashback di Natale. In palio fino a 150 euro di rimborsi, che a molti già sembrano un miraggio.

Chi ha deciso di partecipare al programma, ma non si è riuscito a iscrivere prima della partenza, riceverà un cashback inferiore a quello che avrebbe ottenuto se tutto fosse filato liscio. Tecnicamente basterebbe un decreto per modificare il sistema di conteggio degli acquisti e tutelare chi è rimasto tagliato fuori dal programma per le colpe dell’app Io, che a quanto pare non era pronta a gestire migliaia di domande di acceso al secondo alla sua sezione “portafoglio”, quella dove vanno indicati gli estremi dei propri strumenti di pagamento e l’Iban sul quale ricevere i rimborsi a febbraio. È stata anche valutata a un certo punto la possibilità di prorogare fino al 6 gennaio il periodo sperimentale, il cui termine è previsto per il 31 dicembre. Ipotesi subito scartata, anche perché con un prolungamento dell’extra cashback di Natale si verificherebbe un accavallamento con il cashback ordinario, in partenza il 1 gennaio. Da Palazzo Chigi hanno fatto sapere che si è registrata una netta attenuazione dei rallentamenti dovuti alle fragilità dell’app di Stato. Ad aver creato per adesso problemi è stato soprattutto il processo di registrazione delle carte di credito nella sezione “portafoglio” dell’app Io. Gli strumenti di pagamento che risultavano attivati ieri sera erano 6,7 milioni. Ogni utente può registrare più carte e app di pagamento intestate a suo nome quando s’iscrive al programma. Le carte di credito attivate per il cashback sull’app Io hanno raggiunto sempre ieri quota 3,7 milioni, in aggiunta a 1,7 milioni di carte bancomat. Superano invece il milione gli strumenti di pagamento registrati attraverso i sistemi messi a disposizione dagli altri operatori del settore, i cosiddetti issare convenzionati. 


I DETTAGLI
In vista di gennaio, quando prenderà il via il cashback ordinario, che prevede rimborsi fino a 150 euro ogni semestre per gli acquisti in modalità cashless (i partecipanti riavranno il 10 per cento di quanto speso fino a un massimale di 1500 euro) e un super cashback di 1500 euro per i primi 100 mila che avranno compiuto più transazioni cashless nel periodo, è stato anche chiesto a PagoPa, che gestisce l’app Io, di potenziare la piattaforma per evitare nuovi ingorghi digitali sulla strada che porta al cashback. A conti fatti però a beneficiare dei rimborsi saranno soprattutto le famiglie con un reddito medio-alto residenti al Nord. In Italia, stando ai dati di Bankitalia riferiti al 2016, le famiglie con almeno un bancomat hanno un reddito pro-capite di 20 mila euro, mentre a livello regionale le carte sono diffuse molto di più al Nord. In Campania, per esempio, una famiglia su due ne è priva. Insomma, alla fine in pochi otterranno i rimborsi e dal momento che non sono previsti limiti di reddito per partecipare al programma, saranno principalmente le famiglie più abbienti a mettersi in tasca i 150 euro promessi dal governo. 
Francesco Bisozzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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