Made in Italy, l'export mette le ali e crsce la fiducia: rapporto AgriMercati II trimestre 2021

Made in Italy, l'export mette le ali e crsce la fiducia: rapporto AgriMercati II trimestre 2021
Made in Italy, l'export mette le ali e crsce la fiducia: rapporto AgriMercati II trimestre 2021
Lunedì 18 Ottobre 2021, 10:55 - Ultimo agg. 19 Ottobre, 11:11
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l'export del Made in italy decolla. Largo a vini, formaggi stagionati, mele, caffè, cioccolata e florovivaismo, i prodotti italiani di punta dell'esportazioni agroalimentari nel secondo trimestre 2021. Dopo un inizio di anno tiepido, con gennaio e febbraio in calo rispetto ai primi mesi del 2020, da marzo si registrano aumenti a doppia cifra per le vendite all'estero, con giugno che fa segnare una crescita del 23% su base tendenziale. A dirlo è il nuovo report AgriMercati di Ismea, evidenziando la fase di recupero a tutto tondo dell'economia mondiale avviatasi dal terzo trimestre del 2020. Il consuntivo dell'export del primo semestre, infatti, sfiora i 25 miliardi di euro (+12,2% su base annua), recuperando quote di mercato negli Usa (+14%), che diventa la seconda destinazione dopo la Germania (+8%) e prima della Francia (+8%). Anche le importazioni agroalimentari aumentano nei primi sei mesi attestandosi a +7,6% rispetto allo stesso periodo del 2020, grazie in particolare a pomodori, vini e olio d'oliva.

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Dinamiche che hanno comunque confermato il segno positivo del saldo della bilancia commerciale nel primo semestre, che raggiunge 1,8 miliardi di euro. Una situazione che ha dato una spinta di fiducia degli operatori, dagli industriali agli agricoltori. Gli intervistati sono molto ottimisti riguardo alle prospettive a 2-3 anni, meno sulla situazione corrente, sebbene anche su questo aspetto i pareri risultino in notevole miglioramento rispetto ai trimestri precedenti. Pesano però le forti tensioni sui prezzi dei mangimi accanto a una domanda nazionale ed estera poco dinamica, che stanno mettendo a dura prova la redditività degli allevamenti.

Per il 2021, si prospetta una flessione della domanda interna ed estera dei prodotti trasformati, dopo gli acquisti record di pasta nel 2020, che potrebbe limitare lo squilibrio tra offerta di materia prima e domanda industriale.

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