Composizione negoziata della crisi, il Fisco non ammette più ritardi: otto imprese su 10 rischiano il default

Composizione negoziata della crisi, il Fisco non ammette più ritardi: otto imprese su 10 rischiano il default
di Valerio Iuliano
Martedì 26 Luglio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 27 Luglio, 08:02
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Gli imprenditori che hanno debiti con l'Erario saranno invitati ad aderire ad una procedura di conciliazione per tentare di scongiurare il fallimento. È questa la principale novità introdotta dalla riforma del Codice della crisi di impresa e dell'insolvenza, in seguito a un decreto legge entrato in vigore il 15 luglio scorso. Ma la riforma solleva molti dubbi tra gli addetti ai lavori.

A inquietare centinaia di migliaia di aziende è l'avvio della procedura denominata «composizione negoziata della crisi di impresa», in base alla quale tutti gli imprenditori che hanno debiti oltre i 5mila euro, per mancati versamenti Iva o contributi previdenziali con Agenzia delle Entrate, Inps, Inail o Agenzia delle Entrate Riscossione, vengono allertati dagli enti creditori. Gli avvisi ai contribuenti contengono un invito a valutare la loro situazione finanziaria e a prendere in considerazione l'opportunità di attivare la procedura. Per gli imprenditori, dunque, restano poche soluzioni: estinguere subito il debito - un'ipotesi piuttosto remota considerata la crisi di liquidità che affligge tante aziende - o affidarsi alla conciliazione. La procedura prevede il deposito di un'istanza alla Camera di Commercio da parte dello stesso imprenditore, che chiede di essere aiutato a comporre la propria crisi con i creditori e le parti interessate con l'ausilio di un professionista esperto, nominato dalla commissione provinciale dell'ente camerale. L'esperto avrà il compito di agevolare le trattative con i creditori, nella prospettiva del risanamento dell'azienda. La riforma punta a prevenire la crisi delle imprese, individuando tempestivamente le soluzioni utili a scongiurare il crac. Un meccanismo che punta ad allineare il nostro Paese alle direttive comunitarie sul diritto della crisi di impresa. Ma alcuni aspetti della riforma lasciano perplessi gli addetti ai lavori, a partire dall'esiguità delle soglie utili ad attivare la procedura. «Le segnalazioni - spiega Mauro Pantano, presidente Imprese Italia-Napoli - sono un problema soprattutto per le piccole aziende.

Almeno l'80 per cento delle aziende campane, ad esempio, si trova a dover estinguere debiti oltre quella soglia. Nelle scorse settimane gli alert sono stati inviati soprattutto per debiti verso i fornitori e per l'esposizione verso le banche. Se l'amministratore non ha pagato finora vuol dire che non è in condizione di farlo. E se sceglie di attivare la procedura, si innesca una situazione tale che, se l'esperto rilascia un parere negativo, lo stesso professionista sarà tenuto a comunicarlo al Registro delle imprese e poi al tribunale. Questo significa avviare, di fatto, la procedura fallimentare».

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La riforma è partita recentemente, dopo i ritardi dovuti alla pandemia. Unioncamere ha pubblicato un primo report aggiornato al 22 luglio. Le istanze di composizione negoziata, per ora, sono 317 in tutta Italia. Il maggior numero di richieste di accesso alla procedura si trova in Lombardia, con 61 istanze, seguita dal Lazio con 43 e dalla Campania con 29. Sono 41 le istanze già chiuse. Le motivazioni sono l'assenza di prospettive di risanamento, condizione necessaria per l'accesso all'istituto, o la conclusione negativa delle trattative, che durano in media 56 giorni. «Al momento, solo in due casi - segnala Unioncamere - la procedura di composizione negoziata ha portato alla conclusione di un accordo con i creditori». Quello di Unioncamere è, naturalmente, un bilancio provvisorio. Ed è ancora presto per trarre conclusioni definitive. I professionisti coinvolti sono 3506. Nell'81 per cento dei casi si tratta di dottori commercialisti e nel 17 di avvocati. «La procedura - spiega Ciro Fiola, presidente della Camera di Commercio di Napoli - è un'opportunità per quelle realtà che si trovano in condizioni difficili. Una novità importante anche per i lavoratori, che sono coinvolti direttamente nelle difficoltà delle imprese». 

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