Condizionatori, le nuove regole (e le multe) dal 1° maggio: temperature mai sotto i 25 gradi negli uffici pubblici

Misura al via il primo maggio: controlli da definire, previste multe tra 500 e 3mila euro

Condizionatori, le nuove regole (e le multe) dal 1° maggio: mai temperature sotto i 25 gradi
Condizionatori, le nuove regole (e le multe) dal 1° maggio: mai temperature sotto i 25 gradi
Martedì 19 Aprile 2022, 19:44 - Ultimo agg. 22 Febbraio, 21:38
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L’hanno già denominata “operazione termostato”. Servirà a ridurre i consumi energetici del Paese in un momento in cui stiamo disperatamente cercando fonti di approvvigionamento alternative a quelle russe, che finora ci avevano fornito una parte rilevante del nostro fabbisogno. Ma nonostante i “tour africani” del governo alla ricerca di nuovi contratti, una cosa è certa: a breve non riusciremo a compensare completamente il taglio al gas russo. Nasce così l’operazione termostato (come anticipato dal Messaggero) che fissa limiti ai gradi di raffreddamento negli uffici ministeriali, enti locali e scuole a partire dal prossimo primo maggio: la temperatura dei condizionatori non potrà essere inferiore a 27 gradi. Con un margine di tolleranza di due gradi, quindi il termostato non potrà segnare meno di 25 gradi. È bene quindi che impiegati e dirigenti (non c’è differenza tra ruoli e responsabilità), insegnanti e studenti, si rassegnino ed eventualmente si attrezzino con bottigliette d’acqua gelata da passare sulla fronte, ventagli e abiti chiari per affrontare la prossima estate in ufficio. 

A introdurre la stretta un emendamento al decreto bollette che in pratica cala a terra quel «preferite la pace o i condizionatori» lanciato dal premier Mario Draghi.

Ma i sacrifici non saranno limitati all’estate. Le norme valgono fino al 31 marzo del 2023 e per i mesi più freddi prevedono che la media ponderata della temperatura negli uffici della Pubblica amministrazione non dovrà superare i 19 gradi. Finora il limite era fissato a 20 gradi. Previsti anche in questo caso due gradi di tolleranza. Perciò da novembre in poi la temperatura rilevata nei locali potrà arrivare al massimo a 21 gradi. Insomma, avremo 3 milioni di statali con la camicia madida di sudore in estate e con la sciarpa intorno al collo in ufficio nei mesi freddi.

Favorevole alla misura taglia-costi il ministro Renato Brunetta, che ha parlato di «segnale positivo». Il ministro della Funzione pubblica però guarda anche alle rinnovabili e punta a fornire di pannelli solari un milione di edifici pubblici. L’Italia consuma 76 miliardi di metri cubi di gas e finora ben 29 miliardi (poco meno del 40% quindi) arrivava dalla Russia. Questo inverno rischiano di mancare fino a 15 miliardi di metri cubi di gas, senza il gas di Mosca. In questa prima fase tuttavia i nuovi limit non interessano i privati. Esclusi dall’operazione termostato pure ospedali, cliniche e case di cura. La stretta dovrebbe comportare un risparmio tra i due e 4 miliardi di metri cubi di gas.

LE MULTE

Resta da sciogliere il nodo dei controlli. Non è ancora chiaro infatti come si svolgeranno le verifiche sulle temperature nei locali all’interno delle singole amministrazioni pubbliche. Oggi sono previste multe tra 500 e tremila euro per chi non rispetta in inverno il limite dei 20 gradi. E i controlli spettano agli ispettori del lavoro.
Ma quanto vale, più nel dettaglio, la misura taglia-costi? Una premessa: il 57% dei consumi energetici degli uffici è dato dalla voce climatizzazione. Secondo alcune stime ogni grado in meno consente un risparmio tra il 5% e il 10% dei consumo. La percentuale di risparmio dipende dalla zona climatica (10% per quella più fredda E, come in Lombardia, 5% per quella più calda B, come la Sicilia) e naturalmente da quanto l’edificio è isolato termicamente. «È giusto che la Pubblica Amministrazione dia il buon esempio, tagliando gli sprechi e sensibilizzando i cittadini a razionalizzare i consumi. Si tratta di un modo semplice per contribuire a diminuire il fabbisogno di gas», ha spiegato Angela Masi, la deputata Cinquestelle prima firmataria dell’emendamento (riformulato dal governo dopo una mediazione della viceministro Laura Castelli e del capogruppo M5s Davide Crippa) che introduce la stretta.


LE BOLLETTE

Consultando il Siope, il Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici, salta fuori per esempio che il ministero della Giustizia ha pagato a marzo 565mila euro per la bolletta del gas, ossia circa 130mila euro in più rispetto allo stesso periodo del 2021. Un altro ministero colpito dai rincari delle bollette è il Mims di Enrico Giovannini, che il mese scorso ha speso 367mila euro per il gas contro i 261mila euro di marzo 2021. A Palazzo Chigi la bolletta del gas è più che raddoppiata: a marzo la spesa è stata pari a 154mila euro, contro i 69mila euro di un anno fa.Come detto le nuove norme non riguardano le abitazioni private. Detto ciò, anche a casa propria, al di là delle imposizioni per legge, bisognerebbe stare più attenti agli sprechi di energia. Secondo l’Istat, almeno il 70% delle spese energetiche delle famiglie è per riscaldamento e raffreddamento degli appartamenti. 

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