Confcommercio: in nove anni scomparse 100 mila attività tra negozi fisici e commercio ambulante

Confcommercio: in nove anni scomparse 100 mila attività tra negozi fisici e commercio ambulante
Martedì 1 Marzo 2022, 18:06
3 Minuti di Lettura

In nove anni sono scomparse circa 100mila attività, tra gli 85 mila negozi fisici, di cui quasi 4.500 durante la pandemia e i circa 10mila persi nel commercio ambulante, sopratutto a causa della «stagnazione dei consumi di tipo strutturale che affligge l'Italia da tanto tempo». La stima è dell'ufficio studi di Confcommercio che ha svolto un'analisi sull'andamento delle imprese del commercio al dettaglio, inclusi ambulanti, e dei settori degli alberghi e delle attività di ristorazione, dal 2008 a giugno 2021 in 120 comuni medio grandi, escludendo Milano, Napoli e Roma.

Secondo l'analisi, infatti, oggi i consumi in termini reali sono sotto i livelli del 1999 e lo stesso parametro in termini pro capite si colloca sotto i valori del 1998, cioè 17.297 euro del 2021 contro i 17.708 euro di 25 anni fa. «Pandemia e stagnazione dei consumi - commenta il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli - hanno acuito la desertificazione commerciale delle nostre città e rischiano di ridurre la qualità della vita di turisti e residenti. Per scongiurare questa eventualità bisogna sostenere con maggior forza le imprese più colpite - soprattutto quelle della filiera turistica - e utilizzare presto e bene le risorse del Pnrr per migliorare il tessuto economico urbano e quindi l'attrattività e la sicurezza e delle nostre città». In particolare, tra il 2012 e il 2021 i numero delle imprese nel complesso è stabile, effetto di un calo di circa 190mila unità delle italiane e di un analogo incremento delle straniere (la cui quota passa dal 7,8% del totale al 10,6%).

Nel commercio spariscono 200mila imprese italiane e ne emergono quasi 120 mila straniere; la quota delle straniere quasi raddoppia in nove anni: dal 10,7% al 19,1%.

Stesse dinamiche per l'occupazione: considerando il commercio, gli alberghi e i pubblici esercizi, a fronte di 150mila italiani in meno ci sono 70mila stranieri in più. Su alberghi e pubblici esercizi l'analisi è più complessa.

Crescono strutture di alloggio alternativo, mentre calano le strutture tradizionali come gli alberghi. Anche su bar e ristoranti, è complicato distinguere i tipi di attività che si avviano, ma il fenomeno che si registra è di trasformazione di alcuni bar in esercizi di somministrazione e accanto ai locali con vero e proprio servizio si affianca tutta l'area dello street food. Anche se è prematuro parlare di una riduzione della qualità, l'analisi suggerisce di tenere d'occhio questo fenomeno, anche perché collegato alle criticità sulla gestione della movida.

© RIPRODUZIONE RISERVATA