Coronavirus, le Borse riducono il calo: Milano - 6%. Bce compra Btp, spread a quota 262. Tonfo Wall Street

Coronavirus, Borse a picco: Milano giù dell'11%. Bce compra Btp, spread a 263
Coronavirus, Borse a picco: Milano giù dell'11%. Bce compra Btp, spread a 263
Lunedì 16 Marzo 2020, 08:18 - Ultimo agg. 17 Marzo, 11:38
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Coronavirus, le principali Borse europee temono il contagio. Milano, dopo essere arrivata a perdere fino all'11%, recupera in parte e cede il 6,1% in chiusura. La nuova seduta ampiamente in ribasso delle piazze europee ha causato uno scivolone dell'indice StoxxEurope600, che raggruppa i principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, del 4,9%, un calo che equivale a 255 miliardi di capitalizzazione bruciati in una giornata. Parigi è scesa del 5,7%, Francoforte ha perso il 5,3%, Madrid il 7,8% e Londra il 4%.

Tonfo Wall Street. Il Dow Jones chiude in calo del 12,94% a 20.185,87 punti, il Nasdaq cede il 12,32% a 6.904,59 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno il 12,26% a 2.382,83 punti. Lunedì nero per Wall Street, che chiude la peggiore seduta dal 1987. Il Dow Jones chiude perdendo il 12,94%, in quella che è la peggiore seduta della sua storia in termini di punti persi, 2.999,10 punti.




Dopo la fiammata di stamani dello spread, la Banca centrale europea, tramite Bankitalia, ha comprato sul mercato titoli di Stato italiani con acquisti di dimensioni importanti, raffreddando il differenziale che dopo un picco vicino a quota 280 si attesta nel finale sopra 262. «Bankitalia sta acquistando - ha riferito in mattinata una fonte di mercato - su un conto associato alle operazioni che fanno parte del quantitative easing, con importi anche di 50 milioni su ciascuna operazione, doppi persino rispetto a quando il Qe viaggiava a 60-80 miliardi al mese». 

A Piazza Affari - la cui capitalizzazione è scesa a 340 miliardi di euro - hanno registrato cali superiori al 10% Fca (-14,5%), penalizzata dalla chiusura degli impianti in Europa, Unicredit (-12,6%), Tim (-12,3%), Leonardo (-12,1%), Mediobanca (-11,6%), Azimut (-11,3%), Ubi Banca (-10,6%), Exor (-10,1%) e Banca Generali
(-10,1%).

Male tutto il comparto bancario, dopo il taglio dei tassi della Fed e i timori di una gelata dell'economia, con ntesa (-9,7%), Banco Bpm (-7,9%) e Bper (-7,6%). Un altro tonfo per Atlantia (-7,2%) dopo i dati sul traffico, che registrano un crollo sulla rete autostradale e degli aeroporti di Fiumicino e Ciampino. Si salvano dalle vendite Ferragamo (+3,6%) e la Juventus (+2%).


Lo spettro di una crisi finanziaria anche peggiore del 2008, in grado di innescare non una recessione ma una depressione globale, affonda dunque i mercati. Sta tutta qui la spiegazione del perché neanche la riunione d'emergenza di ieri sera della Fed - taglio dei tassi di ben un punto quasi a zero, acquisto titoli da 700 miliardi in più, maxi-liquidità - sta impedendo l'ennesimo tracollo sui mercati. A testimonianza che il crollo delle Borse seguito alla riunione della Bce giovedì, al netto degli errori di comunicazione della presidente Christine Lagarde, è più il frutto dell'impotenza di fatto delle banche centrali che di un'inazione europea.

A richiamare alla mente quanto avvenuto oltre 10 anni fa sono ora le 'swap lines' della Fed, che forniscono liquidità in dollari a termini ancor più favorevoli di allora anche fuori dagli Usa - in accordo con le banche centrali di Eurozona, Canada, Inghilterra, Giappone e Svizzera. Significa che c'è un 'cash crunch', un'insufficienza di liquidità in dollari, di dimensioni globali: lo shock economico causato dal coronavirus, il colpo micidiale al commercio globale, ai viaggi, all'attività economica, sta mettendo in ginocchio le imprese. Che si trovano costrette a liquidare posizioni, facendo incetta di liquidità in dollari - a tutt'oggi principale valuta di riserva globale - per far fronte a scadenze, pagamenti, o semplicemente per stare a galla. Vendere tutto: in Borsa, e contemporaneamente anche sui treasuries che invece dovrebbero essere il porto sicuro, pur di avere cash.


Tra i titoli più colpiti sui listini anche le compagnie aere e i tour operator. Il colosso dei viaggi Tui (-38%), EasyJet (-32%) e International Airlines, già British Airways e Iberia, in calo del 26,63%, mentre Air France cede il 19%. Va leggermente meglio a Lufthansa, che cede l'11,7% alla Borsa di Francoforte. La maggior parte delle compagnie sta prendendo misure drastiche per ridurre i costi, lasciando a terra gli aerei e anche il personale. Nessun gruppo si sbilancia a fornire indicazioni sul 2020, dal momento che non è dato sapere quanto si prolungherà l'emergenza sanitaria e soprattutto come sarà anche la ripresa una volta che la situazione tornerà lentamente alla normalità. Air-France-Klm nei prossimi giorni ridurrà i voli con un taglio dei posti disponibili del 70-90%. Anche Iag, la terza società in Europa, taglierà la propria capacità di voli ad aprile e maggio del 75%. Nei giorni scorsi la tedesca Lufthansa ha dichiarato che le programmazioni di volo delle prossime settimane subiranno un netto taglio del 70%.

Borse in picchiata anche in Asia e Pacifico, con epicentro a Sidney (-9,7%). Giù Tokyo (-2,46%), dopo misure della Banca Centrale Giapponese ritenute insufficienti, Shanghai (-3,4%), Taiwan (-4,06%) e Seul (-3,19%).



 

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