Coronavirus, Inps: nelle aziende dove si è continuato a lavorare contagi cresciuti del 25%

Operaio al lavoro con la mascherina
Operaio al lavoro con la mascherina
Venerdì 24 Aprile 2020, 13:12 - Ultimo agg. 25 Aprile, 10:19
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Forse non sarà una grande sorpresa, ma ora l'Inps dà la conferma con numeri e analisi statistiche: è cresciuto più velocemente il numero dei contagiati da coronavirus nelle province in cui è più elevato il numero di rapporti di lavoro nelle attività essenziali, cioè quelle attività che non sono state bloccate e hanno continuato a essere svolte anche dopo le misure di lockdown introdotte dal governo. Questi risultati suggeriscono poi, in modo indiretto, che le misure di lockdown hanno limitato la diffusione del contagio, e questo effetto di contenimento è minore nelle province dove le limitazioni erano meno stringenti a causa della maggiore quota di rapporti di lavoro essenziali.

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Lo studio della Direzione Centrale Studi e Ricerche dell'Istituto analizza i dati provinciali della protezione civile sulla dinamica dei contagiati COVID-19 dal 24 febbraio al 21 aprile, e i dati amministrativi di fonte Inps relativi alla quota dei rapporti di lavoro nei settori considerati essenziali dai due provvedimenti restrittivi del marzo 2020 emessi dal governo Italiano. Dall’analisi emerge che, se nel primo periodo la curva del contagio cresce nello stesso modo fra le province, dal 22 marzo, quando è stato emanato il provvedimento più restrittivo di lockdown, il contagio cresce di più nelle province con più rapporti di lavoro nei settori essenziali rispetto a quelle dove tali settori sono meno rappresentati, per poi decrescere più lentamente dall’inizio aprile, quando il numero generale dei contagiati ha iniziato a diminuire. Ad esempio tra Cremona che si trova tra le Province più attività e Ferrara, che  dalla parte opposta della graduatoria, la differenza è di 10 contagiati in più al giorno

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