Def, clausole Iva addio per sempre. Oggi il Cdm: 10 miliardi per imprese

Def, clausole Iva addio per sempre. Oggi il Cdm: 10 miliardi per imprese
di Andrea Bassi e Alberto Gentili
Venerdì 24 Aprile 2020, 10:34 - Ultimo agg. 25 Aprile, 11:10
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I conti pubblici italiani si chiuderanno nel 2020 con un deficit record di oltre 170 miliardi di euro. Il 10,4% del prodotto interno lordo. Su questo maxi indebitamento peseranno i 55 miliardi di scostamento che il governo chiederà al Parlamento per finanziare le nuove misure anti-crisi che il governo si prepara ad adottare e che si aggiungeranno ai 20 miliardi stanziati a marzo per la Cassa integrazione e per le altre misure di sostegno. Quello del deficit non è l'unico record (negativo) contenuto nel Documento di economia e finanza. Il prodotto interno lordo subirà quest'anno un calo dell'8% per rimbalzare del 4,7% il prossimo anno e il debito pubblico si impennerà fino al 155,7% del Pil., ma il governo si impegna a riportarlo in 10 anni nella «media dell'area euro» (il prossimo anno è previsto a 152,3%). Sia il Def che la richiesta alle Camere per lo sforamento dal deficit, avrebbero dovuto essere approvati già lunedì scorso.

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Ma di ora in ora il consiglio dei ministri è slittato (si terrà solo oggi). Il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, ha provato in tutti i modi a contenere le richieste della maggioranza. Inizialmente avrebbe voluto contenere il nuovo deficit entro i 40 miliardi di euro. Poi aveva accettato di arrivare a 52-53 miliardi. Alla fine ha dovuto cedere su 55 miliardi di euro. Un conto che comprende anche la cancellazione definitiva delle clausole Iva. Gli aumenti delle aliquote non saranno cancellati solo per il 2021, ma usciranno per sempre dai conti pubblici. Anche su questo Gualtieri aveva provato a resistere, ma le pressioni erano arrivate non solo dal Movimento Cinque Stelle e da Italia Viva che sul punto con il responsabile economico Luigi Marattin è stata particolarmente incisiva. Anche pezzi del Pd, il partito di Gualtieri, hanno pressato per la cancellazione delle clausole. La riunione di maggioranza di ieri non è servita solo a trovare l'accordo sullo scostamento da 55 miliardi. È anche servita a definire l'ossatura del provvedimento che la maggioranza si ostina a chiamare «di aprile», quando è ormai più che probabile un suo slittamento agli inizi di maggio.

Un provvedimento che, oltre ai 55 miliardi stanziati, finanzierà 30 miliardi di garanzie per i prestiti alle imprese (che non entrano nel deficit) e 50 miliardi (a debito) da assegnare alla Cassa depositi e prestiti per il salvataggio e la nazionalizzazione delle imprese strategiche. Il provvedimento sarà ricco di misure. Arriveranno 10 miliardi di euro per gli indennizzi alle imprese colpite dalla crisi, due miliardi dei quali serviranno a ridurre il peso delle bollette elettriche attraverso il taglio dei cosiddetti oneri di sistema. Gli aiuti andranno alle micro-imprese, quelle fino a 10 dipendenti e saranno erogati direttamente. Sempre sul fronte delle imprese, lo Stato metterà a disposizione 12 miliardi per il pagamento dei debiti arretrati della Pubblica amministrazione (che nel complesso valgono 40 miliardi). Italia Viva ha ottenuto la cancellazione delle tasse sullo zucchero e sulla plastica, che durante l'ultima manovra avevano creato discussioni infinite. Una delle discussioni più accese durante le riunioni di maggioranza, è stata quella sul Reddito di emergenza. Il nuovo strumento non dovrebbe essere collegato al Reddito di cittadinanza come chiedevano i Cinquestelle.

IL RISCHIO
Troppo alto il rischio, secondo il Tesoro, di farlo diventare un sussidio permanente a favore dei lavoratori in nero. Sarà invece erogato per due mesi e varierà da 500 a 800 euro a seconda della composizione del nucleo familiare. Così come per altre due mensilità sarà pagato il bonus agli autonomi, che salirà dagli attuali 600 fino a 800 euro (vale 7 miliardi). Il sottosegretario all'Economia, Pierpaolo Baretta, ha spiegato che coprirà 5 milioni di persone.

Per evitare problemi con le domande all'Inps, l'erogazione questa volta dovrebbe essere automatica. Anche per le colf e le badanti arriverà, per la prima volta, un sussidio in caso di perdita o riduzione dell'orario di lavoro. Un assegno che oscillerà tra 200 e 400 euro a seconda che si tratti di un contratto a ore o a tempo pieno. Gli ammortizzatori sociali saranno finanziati con 13 miliardi e la Cassa integrazione legata al Covid allungata di altre nove settimane. Altro nodo ancora da sciogliere è quello del bonus per i figli chiesto dal ministro Elena Bonetti. Un assegno da 80 a 160 euro per minore sul quale la quadra non è stata ancora trovata.

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