Pasta, tre consigli per cucinarla in modo più green

Cottura passiva, ecco la regola per una pasta più green
Cottura passiva, ecco la regola per una pasta più green
Venerdì 27 Maggio 2022, 14:20 - Ultimo agg. 14:42
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Quando porti a bollore l’acqua della pasta ti ricordi di mettere il coperchio? Se la risposta è sì, hai risparmiato energia sufficiente a ricaricare il tuo smartphone per 2-3 volte. Che diventano 5 e più, se cuoci la pasta con la quantità di acqua “giusta”.

A volte anche un piccolo, insospettabile gesto quotidiano, come preparare un piatto di pasta, può fare una grande differenza. E infatti, se tutti gli italiani seguissero questi accorgimenti ogni volta che, in un anno, “calano” gli spaghetti, allora il risparmio aumenta esponenzialmente: parliamo di almeno 350milioni di chilowattora, sufficienti a illuminare gli stadi di calcio per tutte le prossime 24 stagioni di Serie A, Premier League, Liga spagnola e Bundesliga! Lo rivela uno studio scientifico promosso dai Pastai italiani di Unione Italiana Food e presentato in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente (5 giugno) che, per la prima volta, calcola l’impatto ambientale della cottura della pasta e il risparmio – energetico, di emissioni di CO2 equivalente e di acqua – derivante da tre piccoli accorgimenti alla portata di tutti. 

Tre consigli per una pasta più Green

#1: Tieni il coperchio sulla pentola (quando porti l’acqua ad ebollizione);

#2: Usa la giusta quantità di acqua (oggi ne serve meno di quella che pensi);

#3: Spegni il fuoco prima del tempo (la cottura passiva può fare miracoli).

Secondo Riccardo Felicetti, presidente del Pastai Italiani, “Con un impatto ecologico dal campo alla tavola minimo rispetto ad altri alimenti, meno di 1m2 globale a porzione e appena 150 grammi di CO2 equivalente, la pasta è il prototipo dell’alimento green.

Ma possiamo fare ancora meglio, con poco, perché dalla fase di cottura della pasta a casa dipende ben il 38% del totale della sua impronta carbonica. Abbiamo scelto di indagare scientificamente la cottura della pasta per trasferire consapevolezza sull’impatto economico e ambientale di gesti che compiamo quotidianamente. Uno sforzo minimo ci aiuterebbe a raggiungere un risultato importante e dall’Italia, depositaria della cultura della pasta al dente, può partire una vera e propria rivoluzione culturale.”

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