«Sale Bingo, sale scommesse e Gaming Hall sono in sospensione e in regime di ammortizzatori sociali e non ci sono segnali positivi per il futuro». Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs annunciano la mobilitazione del settore del gioco, da mesi chiuso a causa delle restrizioni dovute alla pandemia.
Il 24 febbraio, si legge ina una nota della Filcams, si è riunito il Coordinamento unitario delle strutture e dei delegati del gioco legale. «Gli addetti della distribuzione specializzata del gioco, delle Sale Bingo, sale scommesse e Gaming Hall sono in sospensione e in regime di ammortizzatori sociali e non vi sono prospettive di riapertura - afferma il sindacato -. Il confronto tra le delegate e i delegati ha messo in luce tutte le difficoltà che vivono le lavoratrici e i lavoratori del settore, molti dei quali devono ancora ricevere gli ammortizzatori sociali dallo scorso anno, e il cui reddito è stato pesantemente colpito dal prolungato periodo di chiusura delle attività. Molte le preoccupazioni sul futuro: oltre che le chiusure disposte dai Dpcm emergenziali legati alla pandemia, pesano le normative regionali di limitazione dei luoghi del gioco nate in periodo pre-covid e che nel frattempo sono entrate in vigore, in un contesto del tutto mutato.
«Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs nell’ultimo anno - continua l'organizzazione dei lavoratori - hanno tenuto alto il livello di confronto con le aziende e con le associazioni di rappresentanza del settore per individuare soluzioni condivise, producendo, tra l’altro, protocolli per il contrasto alla diffusione del coronavirus tra i più avanzati del terziario.
Fra gli obiettivi della mobilitazione ci sono: «far partire un confronto con tutte le istituzioni sulla riorganizzazione del settore scevra di pregiudizi ideologici che unisca i temi della salute pubblica con la tutela occupazionale e il contrasto più netto alle attività illegali; interrompere la discriminazione dei lavoratori del settore nel contesto delle misure contro la pandemia: i luoghi del gioco devono essere considerati per la loro effettiva rischiosità e devono poter riaprire nella stessa misura in cui lo possono fare altre attività a rischio equivalente, adottando tutte le misure per la difesa della salute dei lavoratori e delle lavoratrici, oltre che dei clienti; continuare il confronto con le imprese in ordine ai cambiamenti organizzativi conseguenti alla pandemia (smartworking, dimensionamento delle sale) con l’obiettivo di preservare i livelli occupazionali e per la costruzione di un sistema stabile di relazioni sindacali che punti alla qualità del lavoro e al riconoscimento delle professionalità nell’ambito della contrattazione sottoscritta dai sindacati confederali».