Covid, per bar e ristoranti futuro nero. Confcommercio: «Evitare un nuovo lockdown»

Covid, per bar e ristoranti futuro nero. Confcommercio: «Evitare un nuovo lockdown»
Covid, per bar e ristoranti futuro nero. Confcommercio: «Evitare un nuovo lockdown»
Sabato 17 Ottobre 2020, 10:02 - Ultimo agg. 15:25
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Per ristorazione, tempo libero e turismo si profilano giorni bui per la recrudescenza dei contagi da Covid-19. Settori destinati a non trarre beneficio dalla ripresa economica con decine di migliaia di imprese a rischio. A lanciare l'allarme è Confcommercio nel rapporto sulla congiuntura. «Il quarto trimestre si apre all'insegna di una rinnovata e profonda incertezza alimentata dalla dinamica dei contagi» ,con il risultato che i settori della «convivialità» e del turismo «non verranno coinvolti dalla ripresa del Pil», viene spiegato nello studio in cui si stima per il mese di ottobre un incremento dello 0,9% congiunturale del prodotto che si traduce in una decrescita su base annua del 5,1%. 

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«Questa nuova emergenza sanitaria, con coprifuochi e chiusure anticipate dei pubblici esercizi, aumenta l'incertezza e mette a rischio decine di migliaia di imprese», avverte il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. «Sono prioritarie misure efficaci anti Covid e con una economia già in ginocchio va assolutamente evitato un secondo lockdown - spiega - Il Governo deve sostenere con maggiori e più veloci indennizzi le imprese in difficoltà, altrimenti a fine anno rischieremo gravi, gravissime conseguenze per l'occupazione».

Ancora più nero lo scenario tratteggiato dalla Cgia di Mestre secondo cui per gli effetti negativi del Covid rischiamo di 'bruciarè 160 miliardi di Pil e nella più rosea previsione, il Pil italiano di quest'anno dovrebbe scendere, rispetto al 2019, del 10% circa. La Cgia vede anche un tracollo dei consumi delle famiglie pari a 96 miliardi di euro (- 8,9% rispetto al 2019) e calcola che ogni famiglia italiana ridurrà la spesa di circa 3.700 euro. 

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Un trend negativo confermato dall'indicatore dei consumi di Confcommercio (Icc) di settembre che, nel confronto annuo, «registra un calo del 5,2%. Se per i beni il saldo risulta positivo per il 2,3%, per i servizi il dato permane in territorio negativo (-20,7%)», In particolare, viene osservato, «permangono forti differenze nelle dinamiche delle singole voci di spesa, con uno stato di estrema debolezza per molti dei settori dei servizi. I modesti recuperi messi in atto nei mesi estivi hanno solo attenuato riduzioni che, nel caso del turismo, dei trasporti e delle funzioni legate al tempo libero, sfiorano o superano il 50% nel confronto annuo». 

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Un'evoluzione meno asfittica dei consumi, associata a miglioramenti produttivi ed occupazionali nel trimestre luglio-settembre e a un recupero della fiducia delle famiglie e delle imprese, ha comunque «consolidato la ripresa del Pil per il quale, dopo il rimbalzo del terzo trimestre, rivisto leggermente al rialzo, si stima ad ottobre un incremento dello 0,9% congiunturale che si traduce in una decrescita su base annua del 5,1%». In questo contesto Confcommercio mette in evidenza i rischi legati alle «incognite sulle prospettive a breve. La recrudescenza della pandemia in Europa sta portando molti Paesi a mettere in atto misure di contenimento, che seppure di entità più limitata rispetto a quanto fatto in primavera, rischiano di minare la ripresa internazionale con particolare riguardo ai più prossimi partner commerciali, come, appunto, l'Italia».

 

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