Covid, il Cts rinvia anche sui treni: resta il caos della capienza, regole diverse tra vari mezzi di trasporto

Covid, il Cts rinvia anche sui treni: resta il caos della capienza
Covid, il Cts rinvia anche sui treni: resta il caos della capienza
di Rosario Dimito
Mercoledì 16 Settembre 2020, 07:23 - Ultimo agg. 08:55
4 Minuti di Lettura

Resta un sistema di trasporto a tre velocità in Italia fra Italo e Frecciarossa al 50% di riempimento massimo, trasporto pubblico locale (bus, metropolitane e treni regionali) all'80%, aerei al 100%. Ieri il Comitato tecnico scientifico (Cts) presieduto da Agostino Miozzo, riunitosi con un ordine del giorno corposo, fra cui l'istanza presentata dalla società di trasporto ferroviaria privata (Ntv-Italo), si sarebbe diviso sulla richiesta di alzare la capienza consentita sull'Alta Velocità allo stesso livello dei treni regionali. Da parte del gruppo di esperti che supporta il governo, dovrebbe esserci una risposta in occasione della prossima riunione alla luce di eventuali soluzioni organizzative che verranno fornite, tutte da costruire.

LEGGI ANCHE Covid, Italo in crisi: dal 15 settembre tagliate quindici corse, 1.500 posti a rischio

Nel caso il mantenimento dell'indice di riempimento dovesse restare al al 50%, la società romana ha già annunciato la riduzione dall'1 ottobre da 87 a 60 viaggi giornalieri, con successivi tagli di 15 treni ogni due settimane. E ci sarebbero gravi conseguenze sociali a livello occupazionale. Italo dà lavoro a 5 mila dipendenti quasi tutti diretti più l'indotto. La riduzione a 60 viaggi quotidiani comporterebbe la cig per alcune centinaia di dipendenti. Fra Covid e riduzione dei treni, a fine anno Italo potrebbe sopportare un calo di 500 milioni di ricavi. Ma la drastica decisione della società dei treni privati sarebbe anche un duro colpo alla concorrenza: in otto anni il dualismo Italo-Frecciarossa ha permesso di raddoppiare la domanda di trasporto e dimezzare i prezzi.

Quasi tutto il plenum dell'organo formato da scienziati, virologi ed esperti, si sarebbe schierato a favore dell'accoglimento della richiesta di Italo, soltanto alcuni tra cui Sergio Iavicoli, direttore dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale dell'Inail, avrebbero manifestato perplessità.

TUTTE LE MISURE GIÀ IN CAMPO
Alla riunione ha partecipato Gianbattista La Rocca, ad di Italo al quale sarebbero state fatte numerose domande su tutte le misure di sicurezza applicate sui treni. Sono 14, tra cui le principali sono: autocertificazione al momento dell'acquisto del biglietto, biglietto nominativo per consentire il contact tracing, la misurazione della temperatura in stazione, sanificazione continua del treno anche durante il viaggio, il ricambio continuo dell'aria, la consegna di mascherine chirurgiche a tutti i viaggiatori, la separazione delle porte di salita e discesa dei passeggeri, il mantenimento del distanziamento sui posti faccia-a-faccia. Si consideri che i viaggiatori dell'Alta Velocità si attestano a circa 60 mila al giorno, di cui circa un terzo trasportate da Italo.

IL DIVISORIO
Agli scienziati, il top manager della compagnia di via del Policlinico avrebbe illustrato approfonditamente le azioni di prevenzione al Covid-19, messe in campo che non vengono applicate sui treni regionali gestiti da Fs. Non è chiaro il perché quindi, ci siano modalità organizzative differenti. C'è da dire che anche i treni regionali di Ferrovie possono avere percorrenze anche superiori a tre ore e mentre sulle tratte regionali si può viaggiare sia seduti che in piedi, su quelli di Alta Velocità si viaggia solo seduti, garantendo un maggior spazio fisico a disposizione del passeggero. «Oggi, nonostante misure accuratissime che solo l'alta velocità applica, viaggiamo con un riempimento massimo del 50% , mentre tutti gli altri mezzi di trasporto del Paese, metro, bus, treni regionali , sono autorizzati ad arrivare all'80%. Per non parlare degli aerei che viaggiano da mesi senza alcuna restrizione». ha detto La Rocca, al termine dell'incontro con gli scienziati. «Una situazione, la nostra che non ha eguali in tutta Europa dove si viaggia quasi ovunque con un'occupazione totale dei posti». In serata il top manager fa sapere che se dovesse rimanere il tetto del 50% «Italo si troverà costretta a procedere ai tagli dall'1 ottobre fino allo stop totale con inevitabili conseguenza sull'occupazione, concorrenza e mercato».

La situazione resta complessa. Da oggi potrebbero riprendere i contatti per individuare soluzioni che garantiscano la sicurezza permettendo di alzare l'asticella, magari in funzione del numero dei passeggeri. Con l'Inail che preferisce comunque il divisorio che, però, comporta mesi per installarlo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA