Campania, ripresa al palo: impennata di ore Cig

Campania, ripresa al palo: impennata di ore Cig
di Nando Santonastaso
Venerdì 20 Agosto 2021, 07:39 - Ultimo agg. 17:33
4 Minuti di Lettura

Non è una sorta di zoccolo duro nella classifica nazionale degli ammortizzatori sociali perché il numero aumenta di mese in mese. A febbraio le ore di Cassa integrazione ordinaria Covid autorizzate in Campania erano 5,7 milioni; a giugno erano più che raddoppiate, superando i 12,6 milioni; a luglio, ultimo rilevamento possibile dell'Osservatorio Cig dell'Inps, erano arrivare a 13,7 milioni, issando la regione al secondo posto assoluto, preceduta dalla sola Lombardia che però ha visto crollare le ore di Cig ordinaria da 140 milioni a soli 40 milioni. Un andamento, peraltro, comune a tutte le altre regioni, un vero e proprio trend nazionale, insomma: tra giugno e luglio il calo delle ore di Cig ordinaria con causale Covid è stato infatti di oltre il 60%, da 225 milioni a poco più di 85 milioni.

L'eccezione alla regola è la Campania che peraltro già a febbraio, quando non si intravedevano nemmeno gli spiragli di una possibile ripresa, era già al comando di questa graduatoria il cui significato è ovviamente tutto fuorché solo statistico. È la spia di una condizione sociale ed economica che sembra ancora in ritardo rispetto agli attuali ritmi della ripartenza pur essendo la Campania la più dinamica delle regioni del Mezzogiorno. Occorrerebbero dati più approfonditi e settoriali per averne conferma ma le stesse indicazioni dell'Inps possono aiutare. Nel senso che tra i settori che a livello nazionale assorbono il maggior numero di ore autorizzate di Cig ordinaria ce ne sono alcuni, dalle costruzioni alle industrie tessili e dell'abbigliamento, che hanno una radicata presenza nel Sud e che hanno pagato un prezzo durissimo alla crisi economica prodotta dall'emergenza sanitaria. Non è un caso, per restare al comparto dell'edilizia, che solo di recente (questione di settimane, per intenderci) in Campania e più in generale al Sud si stanno manifestando i primi effetti del Superbonus 110%.

Gli ultimi aggiornamenti dell'Ance indicano Sicilia, Puglia, Campania e Calabria nelle prime dieci posizioni 2021 per tiraggio anche se gli importi e il numero complessivo delle operazioni attivate è di gran lunga più basso di quello di Lombardia, Veneto e Lazio che tirano il gruppo. C'è poi un aspetto molto tecnico da considerare per capire da cosa nasce il primato della Campania in Cig Covid. A Napoli un buon numero di richieste di autorizzazione viene presentato in ritardo. È complicato scoprirne le ragioni, al di là di dubbi e sospetti: di sicuro l'Inps ha già attuato, dal 2020 ad oggi, ben due sanatorie per accogliere le domande presentate fuori tempo massimo, il cui numero non avrebbe rivali in tutta Italia. Non sono state operazioni di routine, per così dire: tutte le domande accolte in un secondo momento sono state infatti rielaborate e successivamente ammesse, con tempi inevitabilmente più lunghi. C'è chi evidentemente specula sull'emergenza ma sarebbe un errore confondere questa casistica, riferita peraltro soprattutto ad attività di microimprese, con l'enorme lavoro di sostegno assicurato dalla Direzione regionale dell'Inps della Campania e dalla Direzione della Città metropolitana a dipendenti e imprese durante tutto questo periodo (nel solo 2020 sono stati erogati 600mila bonifici ai lavoratori in Cig solo del Napoletano). Naturalmente in condizioni normali sarebbe stato opportuno stringere ancora di più le maglie dei controlli ma la rete degli ispettori Inps non ha un organico adeguato a questo obiettivo supplementare, come ribadito anche in occasione della presentazione del Bilancio sociale 2021 dell'Istituto campano. Servono rinforzi, insomma, e anche in fretta.

Se per la Cig ordinaria Covid il dato della Campania balza subito agli occhi, per quella in Deroga (destinata a lavoratori del tutto sprovvisti della possibilità di accedere a un ammortizzatore sociale, come i dipendenti di alberghi e ristoranti) e per i fondi di solidarietà, altra tipologia prevista dalla legge per i lavoratori di aziende in crisi, l'andamento regionale delle ore autorizzate è in linea con quello nazionale. Il calo c'è e si vede (ma la Campania è comunque terza dietro Lombardia e Lazio per i fondi di solidarietà), a riprova che una parte della ripresa come nelle località del turismo balneare - si è materializzata anche qui, specie per le attività dei servizi e comunque per quelle collegate alla Pubblica amministrazione. «I dati della Cassa ordinaria dice il segretario provinciale della Cisl di Napoli e provincia, Giampiero Tipaldi dicono che in Italia l'attività è ripartita mentre in Campania l'industria e il mondo del lavoro, servizi compresi, sono ancora molto deboli e condizionati da noti e importanti difetti strutturali. Ma dietro questi numeri si deve leggere anche un malcostume piuttosto diffuso che consiste a volte nell'utilizzo improprio della Cig, con fenomeni di lavoro «grigio» che si aggiungono al lavoro nero. Questo fenomeno si è accentuato sicuramente durante la pandemia». E c'è forse anche di più: «In Campania resiste la cultura della... furbizia», dice Lorenzo Medici, leader della Funzione pubblica Cisl. E spiega: «Chi fa export ha commesse costanti rispetto ad un calo di fatturato dovuto ad una contrazione delle commesse stesse. Servirebbero più controlli perché è chiaro che ogni distorsione danneggia i più deboli, cioè i lavoratori».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA