Da weekend "blindati" a zone rosse più rigide, Governo studia nuova stretta

Da weekend "blindati" a zone rosse più rigide, Governo studia nuova stretta
Martedì 9 Marzo 2021, 09:48
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(Teleborsa) - "Ci troviamo tutti di fronte a un nuovo peggioramento dell'emergenza sanitaria. Ognuno deve fare la propria parte nel contenere la diffusione del virus". Parole chiare, quelle pronunciate ieri in un videomessaggio dal Premier Mario Draghi, che anticipano una probabile stretta in tempi piuttosto rapidi per cercare di domare la curva e accelerare sul fronte della campagna vaccinale.

"La pandemia non è ancora sconfitta ma si intravede, con l'accelerazione del piano dei vaccini, una via d'uscita non lontana", ha aggiunto il Presidente del Consiglio.

Non è ancora tempo di abbassare la guardia e i giorni che verranno saranno decisivi per invertire una tendenza che preoccupa gli esperti da diverso tempo tanto che molti sono in pressing per un irrigidimento delle misure che secondo alcuni sarebbe già tardivo.

Proprio in quest'ottica, in programma oggi una riunione del Comitato tecnico scientifico, sul tavolo misure più rigide. La riunione, secondo quanto si apprende, sarebbe stata sollecitata dal governo alla luce proprio dell'ultimo verbale degli esperti nel quale è stata espressa "grande preoccupazione" per la diffusione delle varianti e ribadito la necessità di innalzare le misure a livello nazionale e locale. Tra le ipotesi allo studio, chiusure generalizzate nei fine settimana, zone rosse più rigide e il criterio di 250 casi ogni 100mila abitanti per entrare automaticamente in zona rossa. Si pensa anche di anticipare il coprifuoco alle 20 (o più difficilmente alle 19).

L'exit strategy messa a punto dal Governo Draghi viaggia su un doppio binario: bisogno mettere il turbo sul fronte vaccini, altrimenti l'ennesimo sacrificio rischia di essere vanificato. Da qui a fine marzo dovrebbero essere consegnate circa 9 milioni di dosi. Dal primo aprile, per i 90 giorni successivi, oltre 52milioni. Numeri alla mano, parliamo di 17,5 milioni al mese e stavolta, garantiscono le case produttrici, non dovrebbero (condizionale resta d'obbligo) esserci ritardi.
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