Decreto fiscale, carcere e limiti al contante: stretta graduale sull'evasione Schede

Decreto fiscale, carcere e limiti al contante: stretta graduale sull'evasione Schede
di Luca Cifoni
Domenica 27 Ottobre 2019, 08:56 - Ultimo agg. 20:21
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Via alla stretta sull'uso del contante e a quella sulle sanzioni penali per gli evasori. Il decreto legge che entra in vigore oggi contiene le norme che su fronti diversi dovrebbero contrastare i comportamenti scorretti dei contribuenti. Ma il testo comprende una buona dose di gradualità e di fatto apre la strada ad aggiustamenti in Parlamento. L'incremento delle pene e l'abbassamento delle soglie per i reati tributari avrà efficacia dalla data di conversione del decreto, verosimilmente intorno alla metà di dicembre. Mentre la riduzione del tetto per l'uso del contante, le sanzioni ai commercianti che non accettano carte di pagamento ed anche gli incentivi per gli stessi esercenti scatteranno dal prossimo primo luglio. Una dilazione temporale che viene incontro alle richieste del Movimento Cinque Stelle.

Manovra, detrazioni dal 2021 solo con pagamenti tracciabili. Alitalia, il prestito alla compagnia sale a 400 milioni

Così come è stato Luigi Di Maio a sollecitare una delle pochissime correzioni nel testo finale: è saltata la norma che modificando le regole attuali avrebbe permesso alle imprese del settore militare di partecipare alle operazioni di cooperazione allo sviluppo, accedendo ai relativi fondi. La marcia indietro non è piaciuta al ministero della Difesa. Complessivamente gli articoli dedicati al contrasto all'evasione valgono circa tre miliardi di euro. Il provvedimento interviene poi sulla disciplina degli acconti di imposta versati dai soggetti Iva, permettendo di fatto di spostare dal 2019 al 2020 circa 1,5 miliardi di maggiori entrate. Allo stesso tempo però vengono predisposti per l'anno in corso tagli ai bilanci dei ministeri che potranno arrivare fino a tre miliardi di euro.

Pagamenti
Tetto a 2.000 euro
da metà del 2020
poi scenderà a 1.000

Viene abbassata gradualmente la soglia di utilizzo del contante. Il decreto prevede che l’attuale tetto posto a tremila euro scenda a duemila a partire dal primo luglio del prossimo anno e poi a mille dal primo gennaio del 2022. Vuol dire che al di sotto di questi valori non potranno essere effettuati pagamenti per acquisti, retribuzioni o altro; nemmeno se frazionati in modo artificioso ma in realtà come parte di un’unica operazione. Resta la possibilità di prelevare o depositare in banca l’importo in contanti che si desidera. Per le violazioni scatteranno sanzioni proporzionate ai nuovi limiti: quindi il minimo sarà di 2 mila euro dal prossimo luglio fino a fine 2021 e poi di 1.000 euro.

Commercianti
Incentivi e multe
per favorire l’uso
di carte e bancomat

Per convincere i commercianti e i professionisti ad accettare pagamenti con mezzi diversi dal contante scattano sia incentivi che sanzioni, in entrambi i casi a partire dal primo luglio 2020. Le multe per chi non accetta carta di credito o bancomat ammonteranno a 30 euro, incrementati in misura pari al 4% del valore dello transazione. Allo stesso tempo gli esercenti che abbiano avuto nell’anno precedente ricavi e compensi non oltre i 400 mila euro potranno contare su un credito pari al 30% delle commissioni bancarie che gli sono state addebitate per le transazioni. Intanto procede il confronto tra governo e sistema bancario per la riduzione delle commissioni stesse. 

I reati
Frode, soglia a 100 mila euro
Scatterà anche la confisca


Il provvedimento interviene sull’attuale sistema sanzionatorio penale, che era stato ammorbidito dal governo Renzi nel 2015. In generale vengono abbassate le soglie sotto la quale è prevista la sanzione del carcere e allo stesso tempo sono incrementati i minimi ed i massimi delle pene. Ad esempio nel caso della dichiarazione fraudolenta il massimo passa da sei a otto anni e la possibilità di andare in carcere è già realtà se l’evasione vale centomila euro. Ma viene inasprito anche il ricorso alla confisca. Per le persone fisiche, invece, sarà introdotta quella “per sproporzione”, attualmente possibile solo per i mafiosi. Quando un contribuente non sarà in grado di dimostrare che il suo patrimonio è giustificato dai suoi redditi, i beni potranno essere sequestrati anche se il reato è prescritto.

Crediti
Stop alle compensazioni
al di sopra dei 5 mila euro

Scatta una nuova stretta sulle indebite compensazioni, ovvero quelle operazioni con cui il contribuente “scala” dagli importi dovuti al fisco eventuali crediti che ha maturato nei periodi precedenti. La novità più importante consiste nell’estensione alle imposte dirette del meccanismo già in vigore da alcuni anni per l’Iva: quando l’importo annuale del credito supera i 5 mila euro la compensazione non sarà più automatica, ma potrà avvenire solo dietro preventiva presentazione della dichiarazione da cui emerge il credito stesso. È atteso solo da questa norma un maggior gettito pari a oltre un miliardo nel 2020. La compensazione è poi vietata nel caso in cui al contribuente sia stato notificato il provvedimento di cessazione della partita Iva, oppure quando l’interessato si accolli debiti.

Giochi
Cresce il prelievo erariale
su tutte le slot machines


Come accade più o meno in tutte le manovre finanziarie, il settore dei giochi è chiamato a contribuire in modo significativo all’aumento di entrate voluto dal governo per rispettare i propri obiettivi.

Le novità sono molte, ma quella più rilevante dal punto di vista finanziario è il nuovo incremento del Preu, il prelievo erariale unico per gli apparecchi di intrattenimento. Nel dettaglio, la percentuale passerà nel 2020 dal 21,68 per cento per le slot machines e dal 7,93 al 9 per cento per le videolotteries. Complessivamente il maggior gettito per lo Stato sarà di circa 500 milioni. Sono previste anche novità sul piano dei controlli per intervenire contro il gioco illegale, in particolare quando coinvolge i minori: per questa finalità è prevista anche l’istituzione della figura dell’agente sotto copertura, che potrà fare puntate per infiltrarsi nelle attività illecite. 

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