Decreto Sostegni, delusione di bar e negozi: importi bassi e non a tutti

Decreto Sostegni, delusione di bar e negozi: importi bassi e non a tutti
di Emilio Fabio Torsello
Sabato 20 Marzo 2021, 23:30 - Ultimo agg. 21 Marzo, 11:00
4 Minuti di Lettura

«Questo decreto è una risposta significativa molto consistente alle povertà, al bisogno che hanno le imprese e ai lavoratori, è una risposta parziale ma il massimo che abbiamo potuto fare all’interno di questo stanziamento». Queste le parole con cui venerdì Mario Draghi ha licenziato il nuovo decreto Sostegni. Non più “ristori” ma “Sostegni”, per trasmettere la vicinanza del governo nel supporto alle imprese. Eppure, se le parole sono importanti – come diceva Nanni Moretti – allora è vero che lo scontento di tante categorie risiede proprio in quell’aggettivo: “parziale”.  

Già, perché non sono poche le categorie che lamentano la mancanza di un vero cambio di passo e – dati alla mano – fanno sapere che i soldi sono pochi e che le imprese che ne usufruiranno sono ancora un fetta piccola, troppo piccola. 

«Sono rimaste fuori tutte le aziende che hanno avuto un calo del fatturato inferiore al 30% rispetto al 2019 – spiega Paolo Zabeo, Coordinatore dell’ufficio studi della Cgia di Mestre – ma il vero problema sarà per coloro che hanno avuto cali di fatturato importanti: per questi soggetti le risorse saranno molto contenute.

Oltre a compensare in misura insufficiente il calo del fatturato – aggiunge Zabeo – il decreto Sostegni non dà modo di coprire i costi fissi che per tutte quelle aziende, e in particolare per quelle che hanno chiuso, sono rimaste una voce importante: mi riferisco alle bollette, agli affitti, alle assicurazioni. L’Unione Europea oggi dà la possibilità agli Stati di coprire fino al 70% dei costi fissi per le aziende che hanno perso fatturati importanti ma in Italia su questo fronte siamo fermi. Dalle nostre prime simulazioni – conclude - solo un quarto delle quasi 4,5 milioni di aziende italiane riceverà qualcosa da questo decreto. A distanza di un anno che la situazione sia questa è abbastanza preoccupante. È necessario quindi aumentare i rimborsi sulla perdita di fatturato e dare la possibilità di compensare i costi fissi».

E che il decreto sia “parziale” lo sottolineano anche altre categorie come quella del trasporto privato. Riccardo Verona, presidente del Comitato Bus Turistici italiani, ad esempio, ha sottolineato subito come i ristori ricevuti fino ad oggi siano stati insufficienti a sostenere un settore fortemente colpito dalla crisi dovuta alla pandemia e come non ci sia occupati di ristorare quelle aziende colpite dalla chiusura delle scuole e quindi dall’interruzione del servizio. 

Secondo l’ufficio studi di Fipe-Confcommercio, inoltre, «con il decreto Sostegni il ristorante tipo che nel 2019 fatturava 550mila euro e che nel 2020, a causa degli oltre 160 giorni di chiusura imposti dalle misure di contenimento della pandemia da Covid, ha perso il 30% del proprio fatturato, 165mila euro, beneficerà di un contributo una tantum di 5.500 euro». Mentre esercizi commerciali come i bar, riceveranno una cifra davvero minima a fronte delle perdite: chi nel 2019 fatturava 150mila euro e ne ha persi 25mila a causa delle restrizioni, avrà diritto a un bonus di 1.875 euro, il 4,7% della perdita media mensile.

Secondo Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, «i parametri per ottenere gli indennizzi sono troppo selettivi e le risorse sono insufficienti. Le speranze sono appese ai vaccini ma, intanto, le imprese non hanno più riserve per andare avanti». 

Video

Ad essere scontento è anche il comparto della moda. Il presidente di Federmoda-Confcommercio, Renato Borghi, sottolinea come «la previsione della soglia minima di perdita al 30% del fatturato è troppo penalizzante per il comparto moda che, a differenza di tutti gli altri settori, vende prodotti soggetti a rapidissima svalutazione. Durante questo drammatico periodo – prosegue - si è dovuto fare notevole ricorso a forti promozioni e saldi, con l’unico obiettivo di pagare i costi fissi e contenere le perdite di fatturato, riducendo i margini. Per questa nostra peculiarità, sarebbe più coerente una soglia di perdita di fatturato del 20%. Servono comunque aiuti immediati alle imprese, liquidità, moratorie fiscali e contributive, sostegni per far fronte alle locazioni commerciali».

Mentre Lino Enrico Stoppani, presidente della Federazione Italiana Pubblici esercizi, conclude sottolineando come «il decreto Sostegni era certamente necessario, ma è evidente quanto non possa essere considerato sufficiente. Da settimane si parlava di aiuti perequativi, selettivi, adeguati e tempestivi e questi aggettivi non descrivono le misure proposte». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA