Def, ok all'unanimità: sostegni per 4-5 miliardi. Draghi: «Faremo di tutto per famiglie e imprese»

Il Cdm approva il Def, ok all'unanimità: nuovi sostegni per 4-5 miliardi, 650 milioni di incentivi per le auto
Il Cdm approva il Def, ok all'unanimità: nuovi sostegni per 4-5 miliardi, 650 milioni di incentivi per le auto
Mercoledì 6 Aprile 2022, 19:09 - Ultimo agg. 7 Aprile, 00:04
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La guerra gela le prospettive di crescita, gli scenari - tutti foschi - restano più incerti che mai e non è il momento di lanciarsi in grandi spese in deficit: presentando il secondo Def dall'avvio del governo, Mario Draghi e Daniele Franco assicurano 5 miliardi di nuovi aiuti subito e invitano i ministri a restare prudenti, garantendo comunque che c'è la «disponibilità totale» a fare «tutto il necessario per aiutare famiglie e imprese». Insomma, per ora niente scostamento, che pure i partiti continuano a chiedere con forza, a partire dal Movimento 5 Stelle. Certo più in là, se dovessero servire altre risorse, «le troveremo come abbiamo fatto finora», si limita a dire il ministro dell'Economia, annunciando che nel frattempo è stato prorogato di 10 giorni, fino al 2 maggio, il taglio da 25 centesimi delle accise su benzina e gasolio. Ma il disagio sociale che cresce - evidenziato in cabina di regia dal capodelegazione Pd Andrea Orlando - è ben presente nel governo, dice il premier, anche perché nelle sei settimane del conflitto in Ucraina è venuta meno una fiducia che era «ancora molto viva» all'inizio dell'anno. Anche le imprese «soffrono» e bisogna rafforzare gli interventi, osserva Franco che nel Def ha già indicato i capisaldi del prossimo decreto, da approvare entro aprile. Bollette e carburanti restano in cima alla lista, anche se bisognerà valutare l'andamento dei prezzi. In prospettiva dovrebbero rimanere alti ma rientrare dal boom di questi mesi, a meno che non si verifichi uno degli scenari avversi con il blocco delle forniture che porterebbe a un tracollo del Pil - sostenuto in gran parte peraltro dall'effetto trascinamento della perfomance da record del 2021 - di più di due punti, nella versione peggiore fino a un risicato +0,6%.

Nell'elenco delle nuove misure entra anche il caro-materie prime, che zavorra le imprese e rischia di fermare gli appalti, compresi quelli del Pnrr. E poi, sfruttando il nuovo allentamento degli aiuti di Stato modello Covid, ci saranno nuove risorse per le garanzie sul credito, ma anche nuove tranche di aiuti per gestire l'accoglienza dei profughi. Lo spazio per queste politiche «espansive», spiega Franco, viene proprio da una gestione «prudente» dei conti pubblici, forti anche delle entrate che continuano ad andare meglio del previsto: il nuovo decreto, anzi, darà una spinta al Pil dello 0,2%, portando la crescita programmata per il 2022 al 3,1% rispetto al 2,9% tendenziale.

Certo si tratta di una previsione quasi dimezzata rispetto alla stima del 4,7% della Nadef. In questo quadro il debito, al 150,8% nel 2021 per effetto della revisione del Pil nominale effettuata dall'Istat, scenderà di 4 punti nel 2022 (al 146,8%) per continuare il suo percorso in calo in tutto il periodo fino al 141,2% del 2025. Nel frattempo non si è toccato «il percorso dell'indebitamento», sottolinea ancora Franco. Il titolare di via XX settembre anche ai ministri nella cabina di regia che ha preparato il Consiglio dei ministri ha ribadito che non è il caso di alzare il deficit - rimasto fissato al 5,6% nel 2022 - anche perché a risentirne sarebbe lo spread, già in tensione nelle ultime settimane. Va bene essere cauti ora, gli hanno risposto sia il dem Orlando sia il capodelegazione Stefano Patuanelli, ma bisogna dire in modo chiaro che si è pronti a fare di più se necessario. Il ministro del Lavoro ha invitato a «non escludere» di ricorrere all'extra-deficit per attutire l'impatto sociale della guerra e arginare il rischio di nuove povertà. Il ministro dell'Agricoltura ha chiesto che il sostegno alla domanda sia una delle «priorità» del Def, approvato comunque all'unanimità dal Cdm. Pochi minuti dopo il leader 5S Giuseppe Conte ha fatto sapere che i 5 miliardi a disposizione (cu 9,5 di deficit, il resto è già stato impegnato per le coperture dei precedenti decreti bollette) «non sono sufficienti» e ha chiesto subito un nuovo «scostamento». Parola che non viene mai pronunciata durante la conferenza stampa dal ministro dell'Economia e dal premier. Per ora si attende di capire se ci sarà una «risposta Ue», un Recovery di guerra. E se non dovesse arrivare si cercherà un'altra via: fin qui si sono trovati già «15,5 miliardi. Nelle prossime settimane - conclude laconico - comprenderemo meglio le dimensioni dell'intervento necessario e come finanziarlo»

L'embargo del gas russo

«L'embargo del gas non è ancora e non so se sarà mai sul tavolo ma quanto più diventa orrenda la guerra tanto più i paesi alleati in assenza di una diretta partecipazione alla guerra si chiedono cosa può fare questa coalzione per indebolire la Russia e farla smettere e permette a Kiev di sedersi al tavolo della pace», ha detto Draghi, sottolineando come la «sitauzione sia in divenire» e come dunque l'embargo del gas non sia «un'ipotesi al momento oggetto di discussione per cui la situazione sta modificandosi. Preferiamo la pace o il condizionatore acceso? Questa è la domanda che ci dobbiamo porre. Andiamo con l'Ue, - ha sottolineato - se ci propone l'embargo sul gas, siamo contenti di seguire.

Quello che vogliamo è lo strumento più efficace per la pace. Ci chiediamo se prezzo del gas può essere scambiato con la pace».

Franco: Def approvato per interventi in tempi rapidi

Il Def «è stato approvato in leggero anticipo rispetto alle normali scadenze perché possa essere propedeutico a nuovi interventi di politica economica da attuare in tempi quanto più rapidi possibile», ha detto il ministro dell'Economia, Daniele Franco. «Il 2021 si è chiuso bene, con una crescita del 6,6%, con un indebitamento netto e un debito pubblico inferiore all'attesa. Su questo scenario negli ultimi 40 giorni è intervenuta la guerra in Ucraina che ha determinato vari fattori di rallentamento dell'attività economica con un aumento dei prezzi dell'energia. Il prezzo del gas aveva raggiunto un picco a dicembre e poi era sceso. Oggi è del 13% superiore di quello di dicembre e sei volte superiore a quello del marzo di un anno fa. L'andamento dei conti l'anno scorso è stato migliore delle attese, anche quest'anno è piuttosto buono. Oggi ricordo che con decreto ministeriale firmato da me e dal ministro Cingolani abbiamo esteso di 10 giorni l'abbattimento di 25 centesimi dell'accisa su benzina e gasolio utilizzando il sovra-gettito iva, quindi l'abbattimento dell'accisa viene esteso da oggi al 2 maggio».

Il governo ha fissato il deficit tendenziale 5,1 e confermato gli obiettivi di finanza pubblica della Nadef del 5,6%, «Una scelta di prudenza», ha detto Franco che concede comunque un «margine di azione di mezzo punto prodotto», che verrà usato in una manovra «espansiva per spingere la crescita». 

«Molte imprese stanno soffrendo moltissimo per l'aumento del costo dell'energia. Questo ha un impatto enorme sui costi di produzione. Dobbiamo però anche tenere a mente che questo è picco del costo dell'energia, in futuro difficilmente resterà per periodi molto lunghi a questo livello. Il governo è intervenuto ripetutamente con aiuti alle imprese, vedremo se» andranno «rafforzati. Le imprese stanno soffrendo moltissimo, che questo sia paese dove non convenga produrre è un'altra storia...», ha aggiunto.

I sostegni

Per i nuovi interventi saranno disponibili circa 9,5 miliardi di euro, senza la necessità di chiedere uno scostamento di bilancio. Nelle tabelle contenute nella bozza del Def si legge che il deficit tendenziale è stimato al 5,6%, come nella Nadef, mentre il programmatico al 5,1%. La differenza tra i due numeri, 0,5 punti percentuali, rappresenta lo spazio di manovra consentito senza dover richiedere scostamenti di bilancio, che ammonta a 9,5 miliardi. «Alla luce dell'abbassamento della previsione di indebitamento netto tendenziale al 5,1 per cento del pil, il Governo ha deciso di confermare l'obiettivo di rapporto tra deficit e pil del Dpb (5,6 per cento del pil) e di utilizzare il risultante margine di 0,5 punti percentuali di pil (circa 9,5 miliardi) per finanziare un nuovo provvedimento, da finalizzare nel mese di aprile». 

Il nuovo decreto legge «ripristinerà anzitutto i fondi di bilancio temporaneamente definanziati a parziale copertura del decreto legge 17 del 2022, pari a 4,5 miliardi in termini di impatto sul conto della pubblica amministrazione», si legge nel documento. I restanti cinque miliardi saranno destinati «a quattro ordini di interventi: ulteriori interventi per contenere i prezzi dei carburanti e il costo dell'energia; l'aumento delle risorse necessarie a coprire l'incremento dei prezzi delle opere pubbliche; l'incremento dei fondi per le garanzie sul credito; ulteriori misure che si rendano necessarie per assistere i profughi ucraini e per alleviare l'impatto economico del conflitto in corso in Ucraina sulle aziende italiane». L'impatto sul pil delle misure che saranno adottate in aprile è stimato pari a 0,2 punti percentuali di pil nel 2022 e 0,1 nel 2023. Di conseguenza, il tasso di crescita del pil previsto nel quadro programmatico è pari al 3,1% nel 2022 e al 2,4% nel 2023, mentre le previsioni di crescita per i due anni successivi rimangono invariate al primo decimale.

Auto, incentivi per 650 milioni all'anno

Via libera agli incentivi per l'acquisto di auto e moto elettriche, ibride e a bassa emissione. Il provvedimento, che entrerà in vigore soltanto il giorno successivo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, prevede 650 milioni l'anno per tre anni, fino al 2024. 

«Gli incentivi sono una risposta concreta e molto attesa a un settore che attraversa una profonda sofferenza. La misura pluriennale permette alle aziende di fare programmazione industriale verso lo sviluppo. Gli incentivi non sono risolutivi ma sono uno strumento emergenziale per attraversare un periodo difficile». Così il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. «La pandemia, la carenza di materie prime e la guerra mettono a dura prova anche questo settore. È necessario aprire una riflessione sulla doverosa transizione ecologica che deve essere sostenibile, possibile e non lasciare dietro di sé morti e feriti».

 

Dalla guerra e dal boom prezzi taglio del Pil di 1,4 punti 

Crescita in deciso rallentamento, deficit in progressiva riduzione, debito in graduale rientro. È questo il quadro macroeconomico che emerge dai numeri del Def. Dal +6,6% messo a segno nel 2021, il Pil frenerà a +3,1% quest'anno (contro il +4,7% stimato nella Nadef ad ottobre), riducendo ulteriormente il ritmo negli anni successivi. Il deficit passerà invece dal 7,2% del Pil dello scorso anno al 5,6% di quest'anno. In questo caso l'obiettivo rimane identico a quello della Nadef, senza quindi prevedere uno 'scostamentò dei saldi, ma con uno spazio che permetterà comunque di varare nuove misure. Il Def delinea infatti «una politica di bilancio oculata ma espansiva», in cui il deficit si muove su un sentiero di rientro «più graduale in confronto a quello tendenziale». Con risorse quindi destinate ad evitare proprio una eccessiva frenata dell'economia e anzi ad accompagnare famiglie e imprese nel momento di difficoltà legato all' «impennata» dei prezzi e all'impatto della guerra tra Russia e Ucraina. Ecco una tabella con i principali indicatori macroeconomici di finanza pubblica contenuti nel Documenti economia e finanza.

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