Statali, contratto a rate: ecco il piano del governo

Statali, contratto a rate: ecco il piano del governo
di Andrea Bassi
Martedì 10 Dicembre 2019, 07:22 - Ultimo agg. 16:37
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Il governo prova a dare una scossa alla trattativa con gli statali per il rinnovo del contratto di lavoro. Ieri il ministro della Funzione pubblica, Fabiana Dadone e il titolare dell'Economia, Roberto Gualtieri, hanno incontrato i leader di Cgil, Cisl e Uil. Il ministro del Tesoro ha messo sul piatto del rinnovo altri 200 milioni di euro, che hanno portato la somma triennale per gli aumenti nel pubblico impiego a 3,375 miliardi di euro. Secondo le stime del governo si tratterebbe di un aumento lordo per le buste paga degli statali del 3,50%, leggermente superiore all'incremento ottenuto sotto il governo Renzi per il triennio 2016-2018 e per il quale l'aumento medio mensile era stato del 3,48%, pari a circa 85 euro lordi. La trattativa con i sindacati, tuttavia, non è partita in discesa. Sia Maurizio Landini, il leader della Cgil, che Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, i segretari generali di Cisl e Uil, hanno sottolineato come le risorse siano ancora insufficienti. I soldi stanziati per il momento dal Tesoro, infatti, comprendono due voci che, almeno secondo i sindacati, dovrebbero essere trattate a parte.

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La prima è il finanziamento del cosiddetto adeguamento delle carriere dei comparti «non contrattualizzati». Si tratta in pratica delle Forze di polizia, le cui questioni finanziarie sono state fino ad oggi sempre tenute distinte da quelle degli statali. Il rinnovo delle carriere delle Forze di polizia vale circa 220 milioni di euro. Il secondo elemento, più importante, che secondo le sigle dovrebbe trovare risorse aggiuntive, è il cosiddetto «elemento perequativo». Si tratta di un mini bonus di 20 euro lordi mensili che l'ultimo contratto aveva garantito alle fasce più basse degli statali, quelle con stipendi inferiori. Senza un finanziamento ad hoc di 240 milioni, questo mini bonus dovrebbe essere finanziato a scapito delle altre fasce di reddito dei dipendenti pubblici. Per risolvere questi problemi, secondo Barbagallo, servirebbe un altro miliardo di euro. La verità è che per pareggiare gli aumenti di Renzi servirebbero altri 300 milioni di euro. Ma al di la delle dichiarazioni l'incontro è andato meglio del previsto. Anche perché i sindacati e il governo hanno deciso di predisporre una «memorandum» d'intesa nel quale trovare un accordo preventivo sia su alcuni punti normativi del nuovo contratto, sia sulla parte finanziaria. In pratica il governo si impegnerebbe a indicare nel Def, il documento di economia e finanza che sarà approvato ad aprile, le risorse che mancano per avviare il tavolo contrattuale. Nel memorandum sarebbero affrontati anche il tema del Tfs-Tfr degli statali (oggi pagato con anni di ritardo), delle decurtazioni degli stipendi in caso di malattia (i dipendenti pubblici nei primi 10 giorni di assenza si vedono tagliate tutte le indennità di amministrazione) e della detassazione dei premi di risultato fino al 10 per cento come avviene nel privato. Per giovedì prossimo è prevista una manifestazione a sostegno del rinnovo del contratto. Dopo quell'appuntamento potrebbero arrivare le prime risposte in modo da poter convocare un nuovo incontro con le parti sociali e arrivare alla sottoscrizione del memorandum.

LE POSIZIONI
Intanto i sindacati provano a marcare le loro posizioni in vista della trattativa. «C'è disponibilità a riflettere insieme sul ruolo della Pa, sulla formazione dei lavoratori, quello che manca sono i soldi per i contratti», ha detto Annamaria Furlan, «che sono parenti stretti anche di come si riorganizza la pubblica amministrazione, di come si innova, di come si forma il personale. Manca l'elemento perequativo». Maurizio Landini ha parlato di «un incontro che ha introdotto qualche novità». Ho spiegato ai ministri di collegarsi con la realt, ha detto Carmelo Barbagallo, «si stanno già rinnovando dei contratti, particolare quello del settore chimico, con 120-130 euro di aumento. Si sappiano regolare, non possiamo fare una contrattazione che veda il maggior datore di lavoro del Paese più avaro dei privati».
 

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