Elezioni Quirinale, il faro dei mercati sul Colle: «La nomina è un dilemma»

Il faro dei mercati sul Colle: «La nomina è un dilemma»
Il faro dei mercati sul Colle: «La nomina è un dilemma»
di Luca Cifoni
Martedì 25 Gennaio 2022, 06:37 - Ultimo agg. 26 Gennaio, 08:50
4 Minuti di Lettura

Due scenari e alcuni pericoli da scongiurare in ogni caso. I ragionamenti dei principali media finanziari internazionali, Financial Times, Wall Street Journal e Bloomberg, riflettono le preoccupazioni dei mercati finanziari internazionali; i quali - ammesso che siano un'entità compatta e in grado di esprimere una valutazione unica - temono tradizionalmente soprattutto l'incertezza. E quindi guardano a cosa succederà nella politica italiana dopo l'insediamento del nuovo capo dello Stato, qualunque sia l'esito del voto dei grandi elettori. Il presidente del Consiglio al Quirinale potrebbe dare un'impronta alla politica italiana dei prossimi anni, ma nell'immediato rischia di terremotare il governo del Paese. Mentre se restasse al suo posto, ad esempio con la salita al Colle di un profilo istituzionale come quello di Pier Ferdinando Casini, potrebbe rinsaldare la sua presa su una maggioranza effervescente.

IL RUOLO

Il Financial Times parte proprio dal «dilemma Draghi»: che è un dilemma soprattutto per la classe politica che deve prendere una decisione nelle prossime ore.

Dilemma così sintetizzato dal quotidiano finanziario britannico: si tratta di scegliere «se mantenere il più celebre tecnocrate del Paese come primo ministro, permettendogli di andare avanti con un ambizioso programma di riforme finanziato dall'Ue, o elevarlo a capo di Stato, innescando potenzialmente una crisi paralizzante per un successore alla guida del governo». Quest'ultima eventualità, se si concretizzasse, avrebbe effetti non trascurabili su un Paese che non solo deve rinnovare giorno per giorno il quarto debito pubblico del mondo, ma è anche il protagonista principale dell'esperimento costruito dall'Europa con il Next Generation Eu, in grado quindi di farlo fallire. La conclusione del FT - che sottolinea come in Italia il ruolo del presidente della Repubblica non sia puramente cerimoniale - è comunque possibilista: «Dal Quirinale, Draghi potrebbe usare i suoi poteri e la sua autorevolezza per assicurarsi che i governi futuri mantengano le riforme sui binari giusti». D'altra parte «se la coalizione di governo dovesse decidere di non eleggerlo alla Presidenza della Repubblica il ruolo di Draghi ne uscirebbe ridimensionato».

 

L'EREDITÀ

Anche Bloomberg, agenzia di informazione finanziaria con sede a New York, evidenzia nelle sue osservazioni i poteri che la nostra Costituzione assegna al capo dello Stato, soprattutto quelli di nominare il premier e sciogliere le Camere. E dopo aver analizzato la situazione conclude che l'ex presidente della Bce «potrebbe scommettere sul fatto che le sue possibilità di cementare la sua eredità siano migliori se scambierà la carica di premier con la presidenza, che ha un mandato di 7 anni». Qual è per lui l'alternativa? «Se terrà il suo attuale lavoro, rischia di essere trascinato nel pantano delle lotte intestine politiche, come successe a Mario Monti, un altro rispettato tecnocrate - osserva Bloomberg - e sebbene sia molto apprezzato per la sua eroica difesa dell'euro durante la crisi del debito europeo e vanti alti indici di approvazione, è improbabile che Draghi si candidi per un mandato popolare alle elezioni nazionali che dovrebbero svolgersi entro giugno 2023».

CAUTELA

Ancora più cauto il Wall Street Journal, che parlando del «rompicapo politico» del nostro Paese evidenzia il timore che in caso di ascesa di Draghi al Colle «il governo politicamente eterogeneo che guida potrebbe collassare». Con conseguenze del tutto imprevedibili, visto che «nessun altro nella politica italiana gode della fiducia dei partiti nell'arco che va dai nazionalisti di destra ai populisti vicini alla sinistra».

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA