Un crollo dei consumi pari a 1.831 euro a testa nel 2020, con un aumento del risparmio di 82 miliardi è l'effetto dell'incertezza provocata dal coronavirus che frena la ripresa: cresce la fiducia nel prossimo futuro, ma i pessimisti continuano a prevalere sugli ottimisti. Per la metà degli italiani le priorità rimangono lavoro e fiducia. Tanto che il 20% ha già deciso che non andrà in vacanza quest'estate e quasi la metà delle famiglie (il 47,4%) non ha ancora deciso cosà farà. Si spenderà, invece, per aumentare il comfort domestico. Sono queste alcuni dei risultati del rapporto Confcommercio-Censis sull'impatto della pandemia.
Incertezza - Il rapporto parte dell'incertezza dovuta alla perdita del reddito che frena i consumi.
Reddito - La lente del rapporto segnala anche che le medie non fotografano la reale situazione. Non tutti hanno perso reddito: la pandemia non ha toccato lavoratori dipendenti e pensionati, ma ha invece colpito il lavoro indipendente. «Ristori mirati verso queste categorie produttive - è scritto nel rapporto - soprattutto abbigliamento, cultura, tempo libero, trasporti, turismo e ristorazioni - sono essenziali per arrivare alla ripresa con un tessuto produttivo vitale e pronto a fare la sua parte».
Spese - Il driver della crescita potrebbero essere i consumi per la casa. Così è stato nel 2020 quando - sicuramente per effetto dello smart working e della didattica a distanza - le spese si sono concentrate anche per l'acquisto di Pc, programmi per computer, connessioni internet più veloci, magari ricorrendo ad un prestito o bloccato le rate del mutuo. Nel 2021 si punta punta ora al comfort domestico: il 32,9% prevede spese per prodotti tecnologici, il 31% per elettrodomestici e mobili, il 28.2% per ristrutturare l'abitazione.
Estate - Di certo le vacanze non saranno una priorità. Il 20,1% delle famiglie ha già deciso che rinuncerà alle vacanze: all'interno di questa fetta di popolazione la scelta viene fatta non solo per ragioni economiche (il 45,5%) ma anche per il timore dei contagi (il 21,9%). Ma poi c'è un gruppone di famiglie che non ha ancora deciso se andrà in vacanza: sono pari al 47,4%, meno dello scorso anno quando la quota degli indecisi era ad aprile ancora del 54,3%. La percentuale rimane però ancora altissima. Hanno invece deciso di fare vacanze il 32,5% delle famiglie.
Priorità - Confcommercio e Censis hanno infine posto una domanda sulle priorità collettive in questo momento definito «di transizione dalla malattia alla convalescenza»: il 44,9% delle famiglie punta sulla salute come priorità, mentre il resto - complessivamente poco più del 50% - si divide tra il tema fondamentale del ritorno al lavoro (36,4%) e quello del recupero di fiducia nel futuro (18,7%), un aspetto di fondamentale importanza per definire l'intensità della ripresa.
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